Legge di Bilancio 2025: Ance preoccupata per i possibili effetti negativi sul settore edilizia
ANCE esprime preoccupazione per la Legge di Bilancio 2025, segnalando carenze nel supporto al settore delle costruzioni e alzando l’allarme su potenziali impatti negativi su crescita economica, sicurezza del territorio e investimenti infrastrutturali.
Di recente, si è svolta l’audizione dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, finalizzata alla valutazione preliminare della Legge di Bilancio 2025 (DDL 2112/C). La Presidente ANCE, Federica Brancaccio, ha espresso preoccupazione per i possibili effetti negativi del testo sulla crescita del settore edile e, di conseguenza, sull’economia nazionale. Secondo ANCE, bloccare l’edilizia equivarrebbe a frenare la crescita complessiva del Paese, considerando che il comparto ha contribuito significativamente al PIL italiano negli ultimi anni, raggiungendo una crescita del 14,8% a fronte di incrementi inferiori in Francia e Germania.
Principali criticità segnalate: il caro materiali e la mancanza di una visione strategica per il settore
La Presidente Brancaccio ha evidenziato due aree di grande preoccupazione. La prima riguarda l'assenza di una proroga fino al 2025 delle misure per fronteggiare l'aumento dei prezzi dei materiali, necessarie per progetti di lavori pubblici in corso. La seconda lamenta la carenza di una visione strategica chiara per il futuro del settore, evidenziando come i principali problemi strutturali del Paese vengano trattati in maniera marginale.
Secondo ANCE, la Legge di Bilancio dovrebbe intervenire su quattro ambiti strategici fondamentali:
- Casa: Sebbene il Piano Casa Italia sia visto come un passo nella giusta direzione per rispondere ai bisogni abitativi, ANCE lamenta la mancanza di fondi adeguati. L’associazione ha quindi proposto un modello di collaborazione pubblico-privato per promuovere la riqualificazione di aree urbane degradate, con progetti a beneficio di fasce della popolazione spesso trascurate, come studenti, lavoratori e anziani;
- Sicurezza del territorio: ANCE considera positiva l’istituzione di un fondo per la ricostruzione, con 1.500 milioni di euro stanziati per il 2027 e 1.300 milioni annui dal 2028. Tuttavia, l’associazione sottolinea la necessità di un piano di prevenzione, anche alla luce dei recenti eventi naturali, e critica il taglio di 2,4 miliardi di euro per la messa in sicurezza del territorio nei prossimi dieci anni;
- Riqualificazione del patrimonio immobiliare: La manovra non include una politica di medio termine per la riqualificazione energetica e strutturale degli edifici, essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. ANCE avverte che le nuove aliquote fiscali (36% e 30%) potrebbero incentivare il lavoro sommerso, con effetti negativi sulla qualità, sicurezza e competitività del settore;
- Infrastrutture e PNRR: ANCE teme che il nuovo Patto di Stabilità e Crescita possa ridurre ulteriormente gli investimenti pubblici, già limitati da tagli per circa 8,9 miliardi di euro fino al 2034. L’istituzione di un maxi-fondo da 24 miliardi di euro per infrastrutture a partire dal 2027 è una misura accolta positivamente, ma l’approccio centralizzato potrebbe allungare i tempi di attuazione.
Tra i temi principali, come già accennato, ANCE denuncia l’aumento dei prezzi dei materiali, che ha raggiunto livelli superiori del 30% rispetto a 3-4 anni fa, un problema che potrebbe portare al blocco di migliaia di cantieri all’inizio del 2025 se non verranno stanziati fondi per prorogare le misure attuali. La situazione rischia di compromettere gli investimenti previsti dal PNRR e annullare la crescita economica del prossimo anno. ANCE stima che senza interventi concreti, potrebbero essere a rischio oltre 10 miliardi di euro di investimenti nel solo 2025.
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