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LEGAMBIENTE, RAPPORTO AMIANTO 2018: ancora troppi ritardi e siti da bonificare

Dal rapporto di Legambiente, che purtroppo è parziale visto l’assenza di dati da parte di alcune Regioni, risulta che in Italia ci sono circa 86.000 siti interessati dalla presenza di amianto, di cui 7.669 risultano bonificati e 1.778 parzialmente bonificati.

Legambiente pubblica il Rapporto 2018 su LIBERI DALL'AMIANTO? I ritardi dei piani regionali, delle bonifiche e delle alternative alle discariche.

La situazione italiana sulla presenza di amianto nel territorio

amianto-1.jpgIl Rapporto evidenzia che Il Piano Regionale Amianto ancora non è stato approvato in tutte le Regioni (dopo 26 anni dalla Legge 257 che prevedeva la loro pubblicazione entro 180 dall’entrata in vigore della stessa): mancano ancora all’appello il Lazio e la provincia Autonoma di Trento mentre resta indefinita la situazione in Abruzzo, Calabria e Molise che non hanno risposto al questionario nel 2018 e nell’edizione precedente (del 2015) avevano dichiarato di non averlo ancora approvato.

Il censimento è stato fatto in sei 6 delle 15 Regioni (il 40%), pur con qualche specifica o limitazione, mentre le restanti 9 Regioni hanno dichiarato di avere ancora in corso la procedura di censimento del territorio: Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto e nella Provincia Autonoma di Bolzano.

Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Ambiente (aggiornati a novembre 2017), che ha ricevuto l’incarico di realizzare, di concerto con le Regioni, la mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale (il cosiddetto Piano Nazionale Amianto), in Italia ci sono circa 86.000 siti interessati dalla presenza di amianto, di cui 7.669 risultano bonificati e 1.778 parzialmente bonificati. Tra questi siti rientrano anche i 779 impianti industriali (attivi o dismessi) censiti (l’aggiornamento in questo caso è risalente al giugno 2014) e i 10 SIN (siti di Interesse Nazionale da bonificare) che presentano problemi connessi al rischio amianto.

Sarebbero ancora molte le voci in cui poter intervenire o gli argomenti da introdurre nel Testo Unico, così come sarebbero ulteriormente da incentivare le attività di sostituzione delle coperture in amianto con pannelli fotovoltaici, come già avvenuto in passato, che avevano dato dei buoni risultati e visto la partecipazione di numerose imprese e privati.

REDAZIONE ICLHUB
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