Le tecnologie moderne: brillanti strumenti di progresso o pozzi senza fondo?
Le tecnologie moderne, come l'intelligenza artificiale e le auto a guida autonoma, sono spesso celebrate per il loro potenziale trasformativo. Tuttavia, dietro l'apparente progresso si nasconde un consumo energetico crescente e la necessità di continui investimenti finanziari. Questa analisi esplora l'impatto ambientale e i costi sostenibili di queste innovazioni, sollevando interrogativi cruciali sul loro futuro
Nel panorama attuale, le tecnologie emergenti come l'intelligenza artificiale (IA) sono spesso celebrate per la loro capacità di trasformare la produttività e l'efficienza della società. Tuttavia, un recente articolo del New York Times, intitolato "OpenAI Is Growing Fast and Burning Through Piles of Money" di Mike Isaac e Erin Griffith (27 settembre 2024), mette in luce una realtà meno scintillante: queste tecnologie, per quanto mirabolanti, sono anche enormi voragini finanziarie che richiedono flussi costanti di denaro per alimentare server e sistemi sempre più potenti.
OpenAI, la società di San Francisco che sta dietro a ChatGPT, è un esempio emblematico di questo fenomeno.
Nonostante l'azienda abbia raggiunto un fatturato mensile di 300 milioni di dollari ad agosto 2024, con un incremento del 1.700% rispetto all'inizio del 2023, e preveda vendite annuali di 3,7 miliardi di dollari per l'anno in corso, si stima che le perdite ammontino a circa 5 miliardi di dollari.
Il problema principale risiede nei costi operativi, principalmente legati alla potenza di calcolo necessaria per far funzionare le applicazioni di OpenAI.
La società, infatti, si appoggia ai sistemi di cloud computing di Microsoft, suo principale investitore, che ha già iniettato oltre 13 miliardi di dollari nell'azienda. Tuttavia, gran parte di questi fondi viene rapidamente consumata per sostenere le infrastrutture tecnologiche necessarie a gestire la crescente domanda dei suoi prodotti.
OpenAI, nonostante le sue prospettive di crescita, ha un bisogno disperato di ulteriori capitali.
L'azienda è in procinto di concludere un nuovo round di finanziamenti che potrebbe portare fino a 7 miliardi di dollari e valutare la società a 150 miliardi di dollari, una delle valutazioni più alte di sempre per una società tecnologica privata. Questi numeri, che potrebbero sembrare estratti dai bilanci di interi paesi, sollevano interrogativi sulla sostenibilità finanziaria a lungo termine di tali tecnologie.
Anche perchè, anche con questo afflusso di capitali, la struttura finanziaria attuale di OpenAI, che combina la ricerca del profitto con un modello di governance non profit, in fase di trasformazione in società di profitto per non ritrovarsi a breve sovraindebitata, solleva ulteriori interrogativi su quanto sia sostenibile questa traiettoria.
L'analisi del New York Times ci invita a riflettere su un aspetto spesso trascurato nel dibattito pubblico: la sostenibilità economica - e ambientale - delle tecnologie avanzate. Se da un lato esse promettono di migliorare la nostra vita, dall'altro il loro mantenimento richiede risorse finanziarie immense, il che solleva dubbi su quanto a lungo termine questo modello di crescita possa essere sostenibile.
Nel 2023, i server di tutto il mondo hanno consumato un'enorme quantità di energia, stimata tra 240 e 340 terawattora (TWh), rappresentando circa l'1-1,3% della domanda globale di elettricità. Nonostante i miglioramenti in termini di efficienza energetica, l'uso crescente di servizi digitali come il cloud computing e l'intelligenza artificiale ha continuato a spingere verso l'alto il consumo di energia dei data center. (International Energy Agency (IEA), World Energy Outlook 2023.)
In termini di emissioni di CO2, i data center e le reti di trasmissione dati hanno contribuito a circa 330 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2020, numeri che sono ovviamente cresciuti nel tempo, nonostante gli sforzi per migliorare l'efficienza e aumentare l'uso di energia rinnovabile. (International Energy Agency (IEA), CO2 Emissions in 2023.)
Quanto inquinano le auto intelligenti
Le auto a guida autonoma consumano generalmente più energia rispetto ai veicoli tradizionali, principalmente a causa della potenza necessaria per far funzionare i loro sistemi avanzati di sensori, elaborazione dati e comunicazione. Questi sistemi includono lidar, radar, telecamere e potenti computer di bordo che elaborano dati in tempo reale, aumentando il fabbisogno energetico del veicolo. Secondo stime recenti, questo incremento nel consumo energetico può comportare un aumento delle emissioni di CO2 del 10-20% rispetto a un'auto tradizionale di pari dimensioni e prestazioni.
Uno studio del MIT ha indicato che l'energia aggiuntiva necessaria per alimentare questi sistemi potrebbe aumentare le emissioni di CO2 di 10-15 grammi per miglio (circa 6-9 grammi per chilometro) rispetto ai veicoli convenzionali. Tuttavia, il reale impatto varia a seconda dell'efficienza dei sistemi autonomi, del tipo di alimentazione del veicolo (benzina, elettrico, ecc.) e delle condizioni operative. Questi dati sottolineano l'importanza di considerare le implicazioni ambientali delle tecnologie emergenti, come la guida autonoma.
In un contesto in cui si parla sempre più di sostenibilità ambientale, è giunto il momento di estendere questa riflessione anche alla sfera tecnologica.
Le tecnologie devono essere valutate non solo per i loro effetti benefici, ma anche per i costi e le risorse necessarie a mantenerle operative.
Solo così potremo garantire che le innovazioni future non diventino un peso insostenibile per la società.
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