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Le specifiche di scambio per modelli di dati: Model View Definitions (MVD)

Model View Definitions (MVD) secondo buildingSMART International: definizione, applicazioni software e scenari futuri.

Con Model View Definitions (MVD) s'identifica un filtro o sub-set dello schema dati generale di IFC, in risposta a determinati requisiti di scambio, uno dei pilastri di buildingSMART International (nel seguito bSI). 

Dopo aver affrontato il tema dell’interdisciplinarietà aperta e della metodologia open BIM nell’articolo “Digitalizzazione del mondo AEC: openBIM e interdisciplinarietà”, (link a fondo pagina) con questo contributo saranno forniti: un approfondimento sulle specifiche di scambio per modelli di dati, una panoramica sulle possibili applicazioni da cui sono utilizzati e un’anticipazione sugli scenari futuri.

 

Origine e definizione di MVD

Lo standard IFC – Industry Foundation Classes, ha il compito di trasportare informazioni attraverso uno schema dati costituito da entità, relazioni, attributi, ecc.. 

Quale ruolo ricopre dunque MVD - Model View Definitions?

 

I cinque principali standard OpenBIMFigura 1 – I cinque principali standard OpenBIM (fonte: buildingSMART)

 

Per prima cosa dobbiamo ricordare che tra le specifiche di bSI risiede anche IDM – Information Delivery Manual, pensato per la descrizione dei processi. Esso si serve di vari componenti quali mappe di processo, mappe di interazione, mappe di transazione e soprattutto definisce gli Exchange Requirements (ER) o requisiti di scambio informativo. 

Secondo la ISO 29481-1: 2016 gli ER sono definiti come: 

“defined set of information units that needs to be exchanged to support a particular business requirement at a particular process phase (or phases) / stage (or stages)”.

In riferimento proprio agli ER, la medesima norma definisce MVD come:

“computer-interpretable definition of an exchange requirement, specifically bound to one or more particular standard information schemas”.

In termini pratici, MVD rappresenta un filtro o sub-set dello schema dati generale di IFC, in risposta a determinati requisiti di scambio. bSI in linea generale definisce infatti MVD come una selezione di entità dello schema generale IFC (in base alla versione) per descrivere e facilitare un determinato utilizzo o flusso di lavoro. Gli MVD possono essere vasti quasi quanto l'intero data schema oppure specifici per poche tipologie di elementi e dati associati.

 

Il concetto di MVD come subset dello schema IFCFigura 2 - Il concetto di MVD come subset dello schema IFC (fonte: BIM Corner)

 

I principali MVD ufficiali di bSI

In quest’ottica sono stati sviluppati molteplici MVD sia per lo schema IFC 2x3 sia per le versioni successive.

Si riportano di seguito i principali MVD ufficiali di bSI:

MVD per IFC 2x3 TC1 

  • Coordination View – Per la descrizione di componenti spaziali e fisiche finalizzata al coordinamento della progettazione tra domini architettonici, strutturali e impiantistici (MEP).
  • Space Boundary Addon View – Per l’identificazione ed esportazione di delimitazioni spaziali ulteriori (poligoni che definiscono l'estensione dell’aderenza spaziale con superfici direttamente adiacenti come pareti, pavimenti, soffitti e aperture). Può essere utilizzato per analisi energetiche degli edifici e quantity take-off.
  • Basic FM Handover View – Per la consegna di informazioni del modello dalle applicazioni di pianificazione e progettazione alle applicazioni CAFM (Computer Aided Facility Management) e CMMS (Computerized Maintenance Management System), nonché per il passaggio di informazioni del modello dai software di costruzione e messa in servizio alle applicazioni CAFM e CMMS.
  • Structural Analysis View – Per il trasferimento del modello di analisi strutturale, creato in un software di progettazione strutturale da un ingegnere strutturista, verso una o più applicazioni di analisi strutturale.

MVD per IFC4 ADD2 TC1

  • Reference View – Per una rappresentazione geometrica e relazionale semplificata degli elementi spaziali e fisici del modello di riferimento, finalizzata al coordinamento di progetto tra diversi domini: architettonico, strutturale e impiantistico (MEP).
  • Design Transfer View – Per una rappresentazione geometrica e relazionale avanzata di elementi spaziali e fisici finalizzata al trasferimento di informazioni del modello da uno strumento all'altro. Non si tratta di un trasferimento bidirezionale, ma di un livello più elevato di trasferimento e responsabilità dei dati in maniera unidirezionale. Viene applicato quando il modello esportato da un software (ad esempio, architettonico) è il punto di partenza in un altro software, in cui il modello viene convertito in oggetti nativi e continua a funzionare in quel software.

Consultando l’MVD database ufficiale degli di bSI è possibile avere una panoramica completa dei vari MVD, loro status e schema di riferimento. 

 

Alcuni esempi di MVD presenti sul database di bSI 
Figura 3 - Alcuni esempi di MVD presenti sul database di bSI 
(fonte: buildingSMART) 

 

MVD: applicazioni e certificazioni 

A partire dai differenti MVD, le applicazioni software BIM hanno il compito di implementare determinate funzionalità per dialogare con questi subset, a seconda delle varie esigenze di chi le utilizza. Ciò significa che devono essere in grado di interpretare file IFC configurati secondo un particolare MVD e, a seconda della tipologia di strumento, di essere a loro volta in grado di produrre file IFC che siano conformi a un particolare MVD.

 

Il processo integrato IDM/MVD Figura 4 - Il processo integrato IDM/MVD 

 

Nella maggior parte dei casi ci si trova a ragionare sul più diffuso dei “modelli di vista”, ovvero il Coordination View 2.0

Questo metodo di lavoro contribuisce in maniera importante ed efficace alla standardizzazione procedurale che riguarda la produzione, lo scambio, il controllo e la validazione, così come l’archiviazione dei contenuti informativi dei modelli BIM.  

Inoltre, proprio sulla base di questo principio generale, bSI ha avviato da tempo un’attività di certificazione volta a sondare la bontà dei vari software rispetto a uno schema dati IFC e relativo MVD di riferimento. 

 


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Il futuro degli MVD

Nel corso degli anni si sono susseguite parecchie iniziative (ufficiali e non) che hanno visto l’affermarsi di molteplici MVD: spesso i vari software ne supportano solo alcuni, ma non ne recepiscono altri. Ciò ha contribuito in linea generale alla creazione di uno scenario nel quale vediamo una moltitudine di MVD non totalmente interoperabili uno con l’altro, proprio a causa di una limitata compatibilità tra piattaforme software e MVD. Infatti, permangono ancora notevoli sforzi necessari alle implementazioni degli stessi dal punto di vista software.

Per questo motivo dalla versione IFC 4.3 l’intenzione ufficiale è ragionare su pochi MVD essenziali definiti da bSI come elemento di partenza per molteplici casi d’uso.

Guardando al futuro, con IFC 5 l’obiettivo sarà confinare ancor di più questa situazione ma con l’obiettivo di assicurare piena interoperabilità tra differenti domini e implementazioni software di IFC.

Ciò significa che IFC 5 ambirà ad essere modulare, partendo da una base condivisa. Anche per questo motivo la definizione dei sopracitati Exchange Requirements verrà condotta attraverso l’impiego dell’Information Delivery Specification.

Per ulteriori approfondimenti in merito, suggeriamo di consultare la Technical Roadmap di bSI.


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