Smart City | Architettura | AI - Intelligenza Artificiale
Data Pubblicazione:

Le smart city non hanno grattacieli scintillanti

Le smart city sono città che utilizzano tecnologie avanzate come sensori, intelligenza artificiale e dati per migliorare i servizi, la sostenibilità e la qualità della vita dei cittadini. Queste città mettono al centro dell'attenzione l'equità, la sostenibilità e il coinvolgimento attivo dei cittadini. La collaborazione aperta tra diverse entità è fondamentale per il loro successo. Le smart city devono misurare i risultati delle loro iniziative e condividere le soluzioni efficaci, per costruire un futuro migliore e più intelligente per tutti. Ecco alcune riflessioni.

Le città di tutto il mondo stanno gareggiando per diventare "smart city" - aree urbane che utilizzano dati e tecnologia per migliorare i servizi, la sostenibilità e la qualità della vita.

Per farlo stanno creando dei digital twin urbani, ovvero degli ecosistemi virtuali che emulano tramite modelli componenti delle città al fine di poter esercitare un controllo, anche predittivo, e migliorarne la gestione.

È una visione del futuro entusiasmante che cattura i titoli dei giornali e riempie i convegni. Io stesso ho moderato un evento in cui si parlava della costruzione della digital twin della città di Bologna (Rebuild 2023).

Tuttavia, molti progetti di smart city finiscono per essere più fumo che sostanza per il cittadino medio e in alcuni casi falliscono clamorosamente, come è capitato per il progetto di Google, Quayside, a Toronto, che ho trattato nell’articolo Quale modello di città intelligente desideriamo.

Quindi, come possiamo costruire smart city che migliorino davvero la vita dei cittadini?

Innanzitutto sfatando un mito: quando si sente parlare di "smart city", si immagina in genere grattacieli scintillanti, auto a guida autonoma e ologrammi. Lo facciamo perchè governi e aziende tech alimentano questa visione del futuro per attirare investimenti e attenzione.

Non è solo così.

Quando nel 2019 sono stato invitato da Bentley a Singapore un architetto locale ha parlato di città intelligente in cui in aree verdi all’interno degli insediamenti residenziali ci sono spazi pubblici dove gli anziani intrattengono i bambini, mentre i genitori sono al lavoro.

Perchè i progetti di sviluppo delle aree urbane se non accompagnate da una connotazione sociale, da una valorizzazione degli ecosistemi e delle biodiversità, spesso deludono.

I progetti pilota non vengono scalati, le app sofisticate falliscono, i dati rimangono inutilizzati e la vita delle persone non migliora in modo misurabile.

Invece di inseguire la felicità, le smart city efficaci si concentrano sul progresso.

Utilizzano la tecnologia per migliorare l’organizzazione, per rilevare i dati sui consumi, le affluenze, le temperature.

Ma non si concentrano sull’aspetto più essenziale: l’uomo.

Nel libro “In viaggio con Alisha” l’amico Giuliano Dall’ò ci racconta lo sviluppo e lo stato dei quartieri residenziali di Vauban a Friburgo, di Kronsberg ad Hannover e di Bo01 a Malmo, realizzati tra gli anni '90 e Duemila.

Si tratta di un chiaro esempio di architettura sostenibile applicata all'urbanistica e sono annoverati tra le varie esperienze di successo in Europa.

Ma solo uno di questi appare vivo, integrato, un luogo di felicità, ed è quello in cui la costruzione è avvenuta partendo dal basso, coinvolgendo i cittadini fin dalle prime fasi progettuali. (vedi articolo “Vauban, Kronsberg e Bo01: l'esperienza degli Ecoquartieri per progettare ambienti urbani sostenibili”).

Quali sono i principi quindi che queste queste Smart City devono essere realizzate?

Eccone alcuni:

  • Equità - garantendo che tutti i gruppi ne beneficino
  • Sostenibilità - riducendo l'impatto ambientale e costruendo resilienza, salvaguardando la biodiversità 
  • Qualità della vita - migliorando i servizi, la sicurezza, la salute e le opportunità economiche

Ma questo non basta.

Rimando alla lettura le libro “L’avvento della meritocrazia” di Michael Young, per scoprire come i percorsi virtuosi basati  su principi ineludibilmente corretti finiscano per fallire quando sono guidati fortemente dalla ragione e dal senso di cosa è giusto e ingiusto. 

L’avvento della Meritocrazia, di M. Young

Anno 2033: la Meritocrazia è al potere. La nuova classe dirigente governa grazie a riforme economiche e sociali ispirate al principio dell'uguaglianza delle opportunità e dell'intelligenza misurata scientificamente. Ma anziché produrre un sistema democratico maggiormente realizzato, il risultato è una nuova società di casta in cui la grande maggioranza è umiliata ancora più sottilmente. E per questo, infine, si rivolta. Con quest'opera di fanta-sociologia Michael Young inventava nel 1958 la parola "meritocrazia", in irriverente opposizione a un'esaltazione ideologica del principio del merito, proiettando così nel futuro, con esiti inaspettati e sinistri, una delle tendenze più invocate del nostro tempo.

La chiave sta nel misurare se le innovazioni migliorano effettivamente la vita, non solo se suonano come  “cool”, come “fighe”.

E nel privilegiare l'aiuto, non l'entusiasmo.

Iniziare con le Persone, Non la Tecnologia

Troppo spesso, le smart city iniziano con l’individuazione delle tecnologie e dei fornitori alla ricerca di problemi da risolvere.

Questo significa fare le cose al contrario.

Sembra strano a dirsi ma non si può partire solo con le cose che non funzionano. Il mio maestro di golf mi suggerisce sempre di pensare non all’ultimo colpo sbagliato ma al prossimo giusto.

Perché le smart city funzionino, le persone devono essere al centro.

I residenti dovrebbero plasmare le priorità in base alle loro esigenze e aspirazioni. I leader delle smart city devono ascoltare prima, attraverso sondaggi, gruppi di discussione e hackathon per arrivare a  stimolare innovazioni inclusive.

Vi sono molti modi per fare questo e per rendere le smart city più guidate dalle persone.

Per esempio coinvolgere in modo più diretto i cittadini nella gestione della città: il bilancio partecipativo dà ai cittadini un ruolo diretto nell'allocazione dei fondi per i progetti. In questo caso la tecnologia diventa uno strumento utile e può ampliare l'accesso e la comodità del voto.

E’ naturale che perchè questi strumenti siano utilizzabili è necessario avviare programmi di inclusione digitale che garantiscono a tutti l'accesso a Internet e di averne le competenze tecniche, in modo diretto e indiretto, per chi non può colmare da solo il divide digitale.

Ciò consentirebbe a più voci di essere ascoltate nella progettazione di soluzioni.

In questa chiave è possibile attivare dei nuclei di ascolto, dei consigli consultivi dei cittadini che aiutano i dipartimenti della città a sviluppare piani per smart city su temi come trasporti, polizia, parchi e alloggi.

Il design centrato sull'utente coinvolge utenti reali nei processi di prototipazione e test per creare tecnologie e servizi che funzionino nella vita reale.

Quando le persone guidano nella determinazione delle priorità anziché essere solo consumatori passivi della tecnologia, le smart city si evolvono per soddisfare le esigenze di tutti.

Think positive: diffondere le soluzioni attraverso la collaborazione aperta

Molte smart city avviano e provano costosi progetti pilota con nuove tecnologie che non scalano o condividono le lezioni apprese. Questo accade quando l’innovazione arriva da fonti esterne, da consulenti esterni che cercano di implementare nelle città loro soluzioni vincenti. Questa soluzione dall’alto o dall’esterno  aumenta i costi limitando l'impatto.

Le città lungimiranti sanno che la loro "innovazione più potente" è condividere ciò che funziona, in modo che altri possano adattare le soluzioni anziché reinventare la ruota.

Ciò che funziona è il karma positivo che invita alla partecipazione.

Ovviamente il tutto deve essere supportato da strategie operative che aiutino non solo la diffusione delle informazioni, ma anche delle “istruzioni per l’uso”, delle tracce cognitive su cui tessere la compartecipazione attiva le cittadino.

Per esempio attraverso la pubblicazione di toolkit e "playbook" con guide pratiche e risorse su progetti di smart city di successo, l’apertura di piattaforme dati e interfacce di programmazione delle applicazioni (API), in modo che più utenti possano costruire sulle esperienze positive, creazione di collaborazioni open source tra governi delle città, aziende, università e gruppi della comunità per creare e attuare soluzioni insieme.

In ogni caso è fondamentale creare situazioni in cui possano avvenire scambi di conoscenze tra pari in cui le città si insegnano reciprocamente programmi efficaci in visite sul campo e workshop.

L’adozione di un approccio aperto e collaborativo di questo tipo porta alla diffusione delle soluzioni migliori in tempi più rapidi riducendo i costi.

Il futuro è fatto di città che sviluppano e diffondono insieme innovazioni e in cui non c'è bisogno di affrontare il percorso da soli.

Focalizzarsi sul Progresso, non sull'entusiasmo

Troppo spesso in questi processi chi gestisce i percorsi di creazione delle smart city pensa che il messaggio vincente sia quello dell’entusiasmo virale. Si cercano soluzioni che colpiscono la mente, soluzioni cool che attirino la curiosità delle persone e faccia sentire “figo” chi partecipa.

Lo vediamo nelle scelte di comunicazione, nell’individuazione di testimonial e influencer che piacciono alla gente.
Ricordo una campagna della Lancia  Y: piace alla gente che piace.

E’ una scelta che nasce dalla televisione, che ci propone modelli di questo tipo: l’attore famoso invitato nella trasmissione, il contest di finta sopravvivenza che coinvolge le persone dello spettacolo, …

Molti pensano che il successo superficiale sia sufficiente: annunciare partnership spettacolari, progetti pilota e visioni che potrebbero o meno migliorare le comunità a lungo termine.

Non è così, per costruire una fiducia e dei risultati duraturi, le smart city devono:

  • Definire obiettivi guidati dalla comunità e monitorare se vengono raggiunti utilizzando indicatori chiave di prestazione come riduzione delle emissioni, tempi di viaggio, criminalità e consumo di energia.
  • Misurare ciò che conta per le persone.
  • Assumere una prospettiva a lungo termine con piani sostenuti, finanziamenti e attuazione depoliticizzata.
  • Perseverare, perché il costruire smart city efficaci richiede decenni di progresso pragmatico, non anni di progetti spettacolari.
  • Condividere i dati sulle prestazioni in modo trasparente in modo che tutte le parti interessate possano monitorare e migliorare i programmi. Ciò crea responsabilità e saggezza collettiva.

Non l’entusiasmo quindi, ma occorre costruire consapevolezza, con decisioni basate sull'evidenza e un focus sull'equo progresso.

Perchè gli approcci centrati sulle persone che danno potere a voci diverse per plasmare le priorità e le innovazioni della comunità creano collaborazioni aperta, che portano a diffondere ciò che funziona anziché reinventare la ruota situazione per situazione.

Il concetto della valutazione trasparente del progresso verso obiettivi come sostenibilità, equità e qualità della vita per tutti è fondamentale: non basta dire che siamo bravi, un percorso di questo tipo implica l’uso di protocolli e metriche per misurare il grado di avanzamento.

Ma si può misurare la felicità? 
la Felicità Interna Lorda del Bhutan (FIL)

Cos’è la Felicità Interna Lorda del Bhutan (FIL)? La Felicità Interna Lorda del Bhutan, in inglese Gross National Happiness (GNH), è un indice di progresso economico e morale che il sovrano del Paese himalayano Jigme Singye Wangchuck ha introdotto negli anni Settanta come alternativa al Prodotto Interno Lordo (PIL).

Piuttosto che concentrarsi esclusivamente su misure economiche quantitative, la Felicità Nazionale Lorda tiene conto di un insieme di fattori legati alla qualità della vita, come la tutela dell’ecosistema, la salute degli abitanti, l’istruzione, l’intensità dei rapporti sociali. Il programma di sviluppo della FIL punta così a migliorare l’istruzione e la consapevolezza degli abitanti, a incentivare la protezione dell’ecosistema e a permettere la crescita positiva delle comunità locali: in sintesi, uno sviluppo temperato da un equilibrio armonioso, che si raggiunge bilanciando le esigenze del corpo con quelle della mente.

Con la partecipazione inclusiva, la condivisione di conoscenze e un focus pragmatico sugli esiti, le smart city possono realizzare la promessa di utilizzare la tecnologia e i dati per migliorare la vita nelle comunità di tutto il mondo.

Il futuro è luminoso quando le smart city sono progettate per e da persone.

AI - Intelligenza Artificiale

Con questo Topic raccogliamo per i nostri lettori tutti gli articoli, news, approfondimenti riguardanti l'evoluzione tecnica, le norme e regole, i casi applicativi sul tema dell'intelligenza artificiale

Scopri di più

Architettura

L'architettura moderna combina design innovativo e sostenibilità, mirando a edifici ecocompatibili e spazi funzionali. Con l'adozione di tecnologie avanzate e materiali sostenibili, gli architetti moderni creano soluzioni che affrontano l'urbanizzazione e il cambiamento climatico. L'enfasi è su edifici intelligenti e resilienza urbana, garantendo che ogni struttura contribuisca positivamente all'ambiente e alla società, riflettendo la cultura e migliorando la qualità della vita urbana.

Scopri di più

Smart City

Con il Topic “Smart City” abbiamo quindi voluto raccogliere le news e gli approfondimenti che riguardano la trattazione di questo tema, sia da un punto di vista tecnologico che urbanistico.

Scopri di più

Leggi anche