Le smart cities sono utili? Ecco alcuni esempi concreti che portano a risparmi di energia

Le tecnologie smart in città riducono i consumi energetici e aumentano il benessere dei cittadini

Su EURONEWS.green pubblicati alcuni casi concreti di applicazione delle tecnologie smart alle città per ridurre i consumi energetici e migliorare, al tempo stesso la vivibilità per i cittadini.
Si tratta di esempi utili che dimostrano come sia possibile oggi intervenire in ambito urbano in modo concreto, tenendo conto anche delle caratteristiche territoriali e dei contesti sociali in cui occorre intervenire.

Il primo esempio è quello della città universitaria di Umea, nel nord della Svezia. A causa del posizionamento la città è quasi completamente al buio durante l’inverno e, ovviamente, fredda. In tale situazione i residenti sono ovviamente scoraggiati all’utilizzo sistematico dei mezzi pubblici: il buio, infatti, comporta problemi di sicurezza, in particolare per le donne, e la permanenza prolungato alle fermate può comportare problemi di temperatura.

Per ovviare a questi problemi, le fermate sono state dotate di "wooden pods", per aiutare le donne a sentirsi più sicure negli spazi pubblici, sistemi che utilizzano suoni distinti e luci colorate per annunciare gli autobus elettrici in arrivo.
Si è intervenuto anche negli edifici universitari: un set intelligente di sensori raccoglie dati sulla presenza umana, temperatura, luce e livelli di CO₂. È seguito un sistema di riscaldamento e raffreddamento più intelligente che ha ottenuto un calo del 23% del consumo di energia durante le ore di punta in tutto il campus.
E poichè l'università della città confina con il suo ospedale, sono state create delle connessioni intelligenti fra i due sistemi: invece di costruire una nuova ala, l'ospedale si è reso conto di poter utilizzare di notte alcune delle strutture universitarie vuote.

Nell'area sperimentale Heart of South di Rotterdam, invece, si è pensato di recuperare il calore delle acque reflue (che raggiunge i 19°C) tramite uno scambiatore di calore e immagazzinato nella rete termica. Sotto la pavimentazione sono stati posati dei tubi per estrarre il calore (il calcestruzzo raggiunge i 65°C in estate) e al tempo stesso, in inverno, negli stessi tubi viene pompata acqua calda per sciogliere la passerella ghiacciata.

Nel Regno Unito vi è un problema - come in Italia purtroppo - di costi legati al riscaldamento: 7 milioni di famiglie sono ancora in procinto di spendere più del 10% del loro reddito per il carburante. Per alleviare l'onere su alcuni dei suoi residenti più poveri, il consiglio comunale di Glasgow ha collaborato con Wheatley, il più grande gruppo di edilizia sociale scozzese. Attraverso RUGGEDIED, nuovi dispositivi sono stati installati sui sistemi di riscaldamento ad accumulo elettrico degli inquilini, dando loro un maggiore controllo sulla temperatura nei loro appartamenti. Di conseguenza, le persone utilizzano circa il 20% in meno di elettricità.

Sempre a Glasgow - lungo un tratto di George Street e Duke Street - è stata realizzata una smart street: il consiglio ha sperimentato una serie di misure, tra cui l'illuminazione che si attiva quando le persone passano davanti, una nuova tettoia solare sul tetto del parcheggio per caricare i veicoli elettrici più accumulatori di energia e il teleriscaldamento.
Attraverso questi interventi e molti altri Glasgow ha fatto grandi progressi verso il suo obiettivo di zero netto entro il 2030: le emissioni di carbonio sono già state ridotte del 50% dal 2006.

Nell’articolo sono trattati altri interessanti temi. Per esempio si ragiona sull'uso gemelli digitali: fino a che punto la modellazione dei dati può aiutare le città a diventare più ecologiche? E quali sono i limiti per rendere più intelligenti le città?