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Le pavimentazioni antistatiche DRACO per zone Atex

Con zone ATEX ed EPA, si identificano tutte quelle aree all’interno delle industrie dove le lavorazioni e i materiali comportano un alto rischio di esplosioni. Per creare ambienti di lavoro sicuri, serve partire da una pavimentazione capace di prevenire tale rischio, come DRACOFLOOR ANTISTATICO.

Cosa sono le aree ATEX e le aree EPA?

In molti ambienti industriali, sostanze e polveri, unite all’aria e a un innesco, solitamente costituito da scariche elettriche, possono portare a un alto rischio di esplosioni. La prevenzione di formazione di cariche elettrostatiche e la progettazione di spazi sicuri e idonei al lavoro in questi contesti risulta dunque necessaria: a questo scopo DRACO ha ideato a DRACOFLOOR ANTISTATICO, il sistema resinoso continuo per la realizzazione di rivestimenti antistatici ideali in tutti quei casi dove la prevenzione dall’accumulo di elettricità statica è necessaria per ragioni di sicurezza.

Le tipologie di aree di rischio si distinguono a seconda della destinazione d’uso degli ambienti e del settore di attività, e, di conseguenza, in base al potenziale danno causato dall’elettricità statica:

  • Aree EPA: ESD (Electrostatic Discharge) Protected Area – aree in cui si vuole tutelare il bene da danni materiali, ad esempio nel caso di dispositivi elettronici.
  • Aree ATEX: ATmosphères Explosibles – aree la cui atmosfera risulta potenzialmente esplosiva. In questi casi si vuole tutelare l’ambiente in cui viene prodotto il bene e di conseguenza, la salute degli operatori.

Le aree soggette ad accumulo di cariche elettrostatiche con conseguente pericolo di danni all’ambiente e/o ai prodotti sono comunemente quelle all’interno di industrie:

  • del settore chimico-farmaceutico e packaging, dove si impiegano sostanze potenzialmente esplosive o infiammabili;
  • nell’industria alimentare, soprattutto nelle aree di miscelazione di farine o altre polveri fini organiche;
  • del settore elettronico, con scariche che potrebbero arrecare danni alle apparecchiature;
  • nei settori di produzione, assemblaggio o logistica;
  • ed anche in quello ospedaliero, con particolare attenzione alla chirurgia.

Per le aree EPA, come per le zone ATEX, l’elemento che dovrà maggiormente rispondere ai requisiti minimi richiesti dal punto di vista giuridico, per garantire la sicurezza dei beni prodotti, dell’ambiente e dei lavoratori, è la pavimentazione.

Aree ATEX ed EPA, il quadro normativo


Aree EPA, ecco le regole

Come indicato nel paragrafo precedente, lo scopo di queste aree è proteggere i componenti elettronici dalle conseguenze di una scarica elettrostatica.

Le norme attualmente in vigore stabiliscono che le pavimentazioni in aree EPA devono rispondere a numerosi requisiti, tra cui la resistenza/reazione al fuoco, comfort acustico e la facilità di pulizia. Il parametro principale resta però la capacità di “gestire” le cariche elettrostatiche attraverso la propria conducibilità.

La conducibilità elettrica è la capacità di un materiale di condurre corrente elettrica: più il materiale è conduttivo e più è forte il flusso di corrente che lo può attraversare.

I fondamentali requisiti da rispettare per un’area EPA sono elencati nella norma quadro CEI EN 61340-5-1:2016Protezione dei componenti elettronici da fenomeni elettrostatici – requisiti generali”. Tale norma fornisce i requisiti tecnici e organizzativi necessari per la preparazione, l’implementazione e il mantenimento di un programma di protezione dalle scariche elettrostatiche risultando una guida pratica per la sua realizzazione.

Detti requisiti sono:

  1. Pavimenti conduttivi (antistatici) o statico-dissipativi (il test è eseguito a 23±2 °C e 12±3 % di umidità relativa): resistenza a terra R< 10⁹ Ω;
  2. Resistenza a terra della persona (inteso come sistema persona/scarpe/pavimento): Rg < 10⁹ Ω;
  3. Occorre eseguire il test di misurazione del body voltage ovvero la tensione generata dal corpo umano la quale deve risultare, bassa, < 100 V.

I metodi di prova si ritrovano nelle norme CEI EN 61340-4-1 e CEI EN 61340-4-5.

Direttive ATEX e quadro normativo

Le zone ATEX sono aree potenzialmente esplosive, tipicamente a causa dell’uso di solventi o per la presenza di polveri organiche fini, entrambi elementi che possono formare miscele esplosive con l’aria.

Affinché avvenga un’esplosione, occorre la presenza contemporanea di tre fattori:

  • un combustibile (le polveri o altro a seconda dei casi);
  • un comburente (l’ossigeno presente nell’aria circostante);
  • un innesco.

L’innesco può essere di due tipi:

  • elettrico;
  • termico.

In queste aree ad alto rischio, difficilmente si possono eliminare il combustibile o il comburente, pertanto ciò che si può fare per limitare il rischio di esplosioni è scongiurare la presenza dell’innesco.

Le normative comunitarie che regolano la realizzazione di pavimenti in aree ATEX, sono due:

  • La Direttiva 2014/34/UE concernente l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva. La norma è rivolta ai costruttori degli stessi e ne prevede la loro certificazione.
  • La Direttiva 99/92/CE (chiamata anche ATEX 153) che prescrive misure per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori potenzialmente esposti al rischio di atmosfere esplosive.

La resistenza elettrica della pavimentazione per le zone ATEX, come da indicazione della norma UNI EN 13813, deve essere misurata tenendo conto dei metodi di prova previsti dalla EN 1081:2018+A1:2020.

I limiti di accettazione descritti nella norma distinguono le pavimentazioni in due classi, a seconda del comportamento antistatico che viene differenziato in:

  • Classe I: nel caso di utilizzo, lavorazione e stoccaggio di esplosivi, il pavimento dovrà avere una resistenza a terra compresa tra 10⁴ – 10⁶ Ω (il più comunemente usato);
  • Classe II: nel caso di utilizzo di sostanze potenzialmente esplosive la resistenza a terra del pavimento dovrà essere compresa tra 10⁶ – 10⁸ Ω.

Questa prestazione non è la sola che deve caratterizzare un pavimento in zona ATEX, ma vanno sempre tenuti in conto altri requisiti di sicurezza, quali la resistenza chimica e la resistenza allo scivolamento. Le normative che definiscono i limiti di accettazione di questi requisiti sono rispettivamente le norme UNI EN 13036-4 e UNI EN 13529.

Per questo per prescrivere un pavimento antistatico e definirne i requisiti prestazionali bisogna tener conto anche dei seguenti parametri:

  • Tipo di aggressivo chimico;
  • Tempo di contatto;
  • Temperatura del contatto;
  • Tipo di superficie;
  • Tempo fermo impianto;
  • Tempo di trafficabilità.

Le pavimentazioni per zone ATEX devono anche rispondere ai criteri di sicurezza e alle caratteristiche di resistenza elettrica indicati nelle normative UNI EN 13813 (relativa ai massetti e materiali per massetti) e UNI EN 1504/2 (relativa ai sistemi di protezione e riparazione delle strutture in calcestruzzo) per la definizione delle classi di resistenza.

Queste normative sono quelle principali che regolano il mondo dei pavimenti in resina e sono fondamentali sia per i produttori che per i progettisti, perché forniscono metodi di prova e classi di prestazione alle quali devono rispondere i prodotti.

Le pavimentazioni antistatiche o statico-dissipative

Come abbiamo detto, le aree ATEX ed EPA si trovano tipicamente all’interno delle industrie, poiché l’uso di solventi o la presenza di polveri organiche fini possono contribuire alla creazione di miscele esplosive.

Per scongiurare tale rischio, servono ambienti idonei, che si realizzano partendo da una pavimentazione resinosa statico-dissipativa o antistatica (detta anche conduttiva).

Linee guida alle pavimentazioni statico-dissipative o antistatiche

Il primo fattore necessario ad ovviare alla formazione e all’accumulo di cariche è dunque l’utilizzo di superfici conduttive e dissipative che hanno meno tendenza ad accumulare cariche elettrostatiche.

Occorre inoltre prestare attenzione agli operatori, generatori stessi di cariche elettrostatiche, i quali dovranno lavorare adottando le giuste precauzioni per ridurre al minimo la generazione di cariche.

Cosa significa statico-dissipativo e antistatico?

Conduttivo e dissipativo sono categorie di resistenza utilizzate per descrivere la velocità alla quale le correnti elettriche scorrono attraverso un materiale, nel nostro caso una pavimentazione.

La capacità di un materiale di rallentare o resistere al flusso di elettricità è nota come resistività. Se la resistività è bassa, la carica statica fluirà rapidamente attraverso il pavimento, quindi la pavimentazione è definita conduttiva. Se la resistività è alta, la carica statica si muoverà con difficoltà fluendo in modo più lento e controllato sul pavimento, che di conseguenza risulterà dissipativo.

Per riassumere, i pavimenti si dicono:

  • antistatici se hanno una forte conduttività elettrica, quindi una veloce dissipazione delle cariche elettriche verso terra. Resistenza elettrica: R < 106 Ohm.
  • statico-dissipativi: hanno una resistenza superficiale più alta e capacità di dissipazione della carica elettrostatica entro limiti accettabili (< 2 sec). Resistenza elettrica: 106 < R < 109 Ohm.

Per rispondere ai requisiti di sicurezza per zone ATEX ed EPA, però, queste pavimentazioni devono mantenere una resistenza da 104 Ohm a 109 Ohm.

Se un pavimento è troppo conduttivo, ovvero se la resistenza scende sotto R < 104 Ohm, la carica viene rimossa così rapidamente da poter attraversare la superficie del pavimento. Il che potrebbe causare una scossa elettrica dannosa a una persona a contatto con il pavimento.

Al contrario, se il pavimento è altamente dissipativo, ovvero se la resistenza supera 109 Ohm, la carica si accumulerà più velocemente di quanto non venga rimossa dal pavimento. Questi pavimenti si definiscono isolanti.

I pavimenti in resina antistatica vengono posati principalmente nelle zone ATEX. Sono le pavimentazioni tipiche nei magazzini di stoccaggio di gas e liquidi infiammabili.

I pavimenti in resina statico-dissipativi vengono posati in zone dove l'accumulo di cariche elettrostatiche può danneggiare i macchinari. Questo tipo di superficie viene tipicamente installata in ambienti ospedalieri ed elettronici o ovunque siano presenti macchinari di precisione che rischierebbero di essere compromessi.

DRACOFLOOR ANTISTATICO, la pavimentazione per zone ATEX

Come abbiamo spiegato, le zone ATEX sono aree potenzialmente esplosive, tipicamente a causa dell’uso di solventi o per la presenza di polveri organiche fini.

Per salvaguardare ogni zona di lavoro, anche quelle a particolare rischio di esplosioni, DRACO ha ideato DURAFLOOR ANTISTACO, ideale per zone ATEX e tutte quelle aree nelle quali è indispensabile contenere la polvere dovuta alla carica indispensabile.

SCARICA LA SCHEDA TECNICA DI DRACOFLOOR ANTISTATICO

DRACOFLOOR ANTISTATICO per la massima sicurezza delle zone ATEX

Le zone ATEX possono rappresentare un rischio per l’incolumità di operai e lavoratori, per questo è necessario scongiurare ogni rischio di esplosione attraverso un ambiente di lavoro sicuro.

La scelta della giusta pavimentazione rappresenta un fattore determinante. Da questa necessità nasce DRACOFLOOR ANTISTATICO, il sistema di pavimentazione resinosa continua per la realizzazione di rivestimenti antistatici.

DRACOFLOOR ANTISTATICO è ideale in tutti quei casi dove la prevenzione dall’accumulo di elettricità statica è necessaria per ragioni di sicurezza e per garantire il buon funzionamento di apparecchiature elettroniche.

Assicura, infatti, elevata resistenza chimico-fisica, abbinata a doti di pulibilità senza eguali in virtù della totale inassorbenza e del ridotto accumulo di carica elettrostatica, e quindi di polvere.

Perché la pavimentazione in resina è la scelta giusta?

Le resine, in virtù delle loro proprietà, permettono di realizzare una superficie monolitica, antipolvere e impermeabile. Inoltre, sono antisdrucciolo, ad elevate resistenze chimiche e meccaniche, resistenti all’abrasione e con un’elevata facilità di pulizia.

Per la realizzazione di rivestimenti idonei a rispondere alle normative vigenti e garantire la sicurezza dei lavoratori, vengono usate resine antistatiche ad elevata conduttività elettrica.

Le pavimentazioni per aree ATEX sono realizzate anche utilizzando, oltre alle resine, delle reti o bandelle (solitamente in rame), che, in fase di posa, vengono annegate nella pavimentazione e collegate poi all’impianto di messa a terra.

La superficie resinosa continua di DRACOFLOOR ANTISTATICO è dunque perfetta per le zone ATEX ad alto rischio di esplosione, ma anche per ambienti antideflagranti quali aree di stoccaggio gas e materiali infiammabili, laboratori e aree sterili, ospedali, sale operatorie e di rianimazione, industrie chimiche e farmaceutiche, e in generale dove è necessario contenere l’accumulo di polvere dovuta alla carica elettrostatica, per esempio le industrie elettroniche e automobilistiche.

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