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Le conseguenze del mancato aggiornamento del certificato prevenzione incendi

Il certificato di prevenzione incendi (CPI) è un documento cruciale nell’attestare la conformità di un immobile alle norme di sicurezza antincendio, come stabilito dal DLGS 139/2006 e dal DPR 151/2011. La sentenza del Consiglio di Stato 7118/2024 ha ribadito l'importanza del CPI, evidenziando come la mancanza di un certificato aggiornato possa portare a sanzioni severe.

I requisiti del CPI (certificato di prevenzione incendi)

Il CPI (certificato di prevenzione incendi) è un certificato che attesta la conformità di un immobile a tutte le prescrizioni di sicurezza, riducendo il rischio di incendi secondo le norme vigenti.

Il CPI è disciplinato:

  • dal DLGS 139/2006 che regola il corpo nazionale dei vigili del fuoco;
  • dal DPR 151/2011 che classifica le attività soggette a controllo da parte dei vigili del fuoco.

Tale certificato viene rilasciato dal comando provinciale dei vigili del fuoco su richiesta dei soggetti responsabili ossia:

  • i proprietari di attività o edifici soggetti a controllo;
  • amministratori di condominio;
  • gestori di attività commerciali o industriali;
  • enti pubblici o privati.

Secondo il DPR 151/2011 l’attività è tenuta a dimostrare periodicamente che continua a rispettare le condizioni di sicurezza antincendio attraverso il rinnovo della SCIA antincendio e, a seconda della tipologia di attività, ci sono delle variazioni delle scadenze:

  • ogni 5 anni per la maggior parte delle attività soggette a controllo antincendio;
  • ogni 10 anni per alcune specifiche attività a basso rischio;
  • verifiche annuali possono essere richieste per attività con un alto rischio di incendio;

È doveroso precisare che occorre sempre richiedere un nuovo certificato di prevenzione incendi qualora si verifichino le seguenti condizioni:

  • modifiche di lavorazione o di strutture;
  • nuova destinazione dei locali;
  • variazioni qualitative e quantitative delle sostanze pericolose presenti negli stabilimenti o stoccate nei depositi;
  • modifiche delle condizioni di sicurezza precedentemente accertate.

Nonostante ciò, non tutte le attività sono soggette alle visite e ai controlli di prevenzione incendi. A specificare quali siano tali attività è l’allegato 1 del DPR 151/2011 che fornisce un elenco dettagliato proprio delle attività soggette ai controlli.

In caso di mancato aggiornamento ovvero di assenza del rinnovo del CPI qualora ne sussistano i requisiti, le sanzioni previste possono essere anche molto severe. A far chiarezza sulle conseguenze della presenza di un certificato di prevenzione incendi non più conforme alla situazione in essere è il consiglio di stato con la sentenza 7118/2024.

 

Conseguenze del mancato rinnovo del CPI

Il Consiglio di Stato ha recentemente emesso la sentenza 7118/2024 che mette in evidenza l'importanza del certificato di prevenzione incendi e della documentazione necessaria per l'esercizio di attività ricettive.

L'appellante è il gestore di un camping in Campania e, in seguito di controlli effettuati dal comando di polizia municipale, è emerso che la struttura non era conforme alla normativa vigente. In particolare, il certificato di agibilità e il certificato di prevenzione incendi risultavano non aggiornati, così come il contratto di concessione d'uso con la Regione Campania.

In base a queste irregolarità, il Comune ha avviato la procedura di revoca dell'autorizzazione amministrativa, assegnando un termine di dieci giorni per presentare la documentazione mancante. Nonostante le osservazioni inviate dall'appellante, il Comune ha deciso di dichiarare la decadenza dell'autorizzazione a causa delle criticità emerse.
La questione è stata portata davanti al TAR per la Campania, che ha respinto il ricorso sostenendo che il comune aveva il diritto di verificare la persistenza dei requisiti per il rilascio dell'autorizzazione e che le irregolarità riscontrate, inclusa la mancanza del certificato di prevenzione incendi, giustificavano la revoca dell'autorizzazione.

L'appellante ha quindi presentato un ricorso al Consiglio di Stato, contestando la decisione del TAR. Tuttavia, il consiglio ha confermato la sentenza del TAR, sottolineando come l'assenza di disponibilità legale del bene immobiliare e la carenza nella documentazione necessaria, compreso il certificato di prevenzione incendi, non potessero essere ignorate.

Il certificato di prevenzione incendi è di fondamentale importanza perché sia autorizzato l’esercizio in sicurezza delle strutture ricettive, esso attesta la conformità alle normative di sicurezza antincendio e deve essere aggiornato regolarmente. La carenza di tale certificato può comportare gravi conseguenze per le attività commerciali, incluse sanzioni economiche e amministrative, fino alla possibile chiusura della struttura.

 

LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO È SCARICABILE IN ALLEGATO.

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