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Laudate Deum: Papa Francesco lancia un appello urgente per l'azione climatica

Papa Francesco lancia un appello urgente per l'azione climatica: A otto anni dall'Enciclica "Laudato Si’", il Papa pubblica la "Laudate Deum", dedicata alla crisi climatica, invitando a riconoscerla come un "problema sociale globale". Il documento critica il paradigma tecnocratico e la debolezza della politica internazionale e ribadisce l'origine antropica del cambiamento climatico. Il Papa sottolinea l'irresponsabile stile di vita occidentale e l'impoverimento delle nazioni più povere. L'appello del Papa giunge in un momento di crescente preoccupazione per l'azione climatica e la sua influenza sulla politica globale.

Dal “Laudato Si’” al "Laudate Deum"

Papa Francesco lancia un nuovo appello per la crisi climatica: l'Esortazione Apostolica "Laudate Deum"

Il Papa Francesco ha rilasciato un appello urgente per affrontare la crisi climatica nel suo nuovo documento, l'Esortazione Apostolica "Laudate Deum."

Questo nuovo documento segue l'Enciclica "Laudato si’" e ribadisce l'importanza cruciale di proteggere il nostro pianeta.

"Lodate Dio per tutte le sue creature".

“Questo è stato l'invito che San Francesco d'Assisi ha fatto con la sua vita, i suoi canti, i suoi gesti. In tal modo ha ripreso la proposta dei salmi della Bibbia e ha ripresentato la sensibilità di Gesù verso le creature del Padre suo. Come non ammirare questa tenerezza di Gesù per tutti coloro che ci accompagnano nel nostro cammino?”

Ormai sono passati otto anni dalla pubblicazione dell'Enciclica "Laudato si’", quando Papa Francesco ha condiviso le sue preoccupazioni per la cura della nostra casa comune con il mondo.

Tuttavia, con il passare del tempo, emerge con chiarezza che le nostre azioni non sono state sufficienti.

Il mondo che ci circonda è in pericolo, e i segnali di un'imminente catastrofe diventano sempre più evidenti.

Gli effetti del cambiamento climatico colpiscono la vita di milioni di persone in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni e migrazioni forzate.

Il Papa sottolinea che il cambiamento climatico non è solo una questione ambientale ma una sfida sociale globale che minaccia la dignità umana.

I vescovi degli Stati Uniti hanno chiarito che la cura per la terra è intimamente legata alla cura per gli altri esseri umani. Il cambiamento climatico è una delle principali sfide della società globale, con effetti particolarmente gravi per le persone più vulnerabili.

Questo nuovo documento di Papa Francesco riflette sugli sviluppi degli ultimi otto anni e sottolinea l'urgenza di agire. Le pagine di "Laudate Deum" ci invitano a rinnovare il nostro impegno per la salvaguardia del nostro pianeta e a riconoscere che il cambiamento climatico è un dramma che colpisce tutti noi."

L'Esortazione Apostolica "Laudate Deum" di Papa Francesco

L'Esortazione Apostolica "Laudate Deum" di Papa Francesco richiama l'attenzione sulle sfide climatiche che affrontiamo e ci esorta a unire gli sforzi per proteggere il nostro mondo.

Mentre "Laudato Si'" era un trattato completo di 180 pagine, la "Laudate Deum" si distingue per la sua brevità di soli 12 pagine. Questa scelta suggerisce un desiderio di comunicare in modo diretto e incisivo l'urgenza della situazione climatica.

Tuttavia, la sua efficacia potrebbe essere amplificata dalla sua semplicità, rendendolo più accessibile a un pubblico più ampio.

Laudate Deum: Esortazione Apostolica di Papa Francesco
Laudate Deum: Esortazione Apostolica di Papa Francesco

Il contenuto della "Laudate Deum"

Il contenuto della "Laudate Deum" ruota attorno a vari temi chiave.

Cercherò di riprenderne gli aspetti principali.

1. L'origine antropica del cambiamento climatico

Papa Francesco ribadisce che il cambiamento climatico è innegabilmente causato dall'attività umana.

Questa affermazione mira a sfidare i negazionisti del cambiamento climatico e a sottolineare la responsabilità dell'umanità nell'affrontare questa crisi.

Utilizzando dati scientifici e prove incontrovertibili, il Papa dimostra che il cambiamento climatico è il risultato diretto dell'azione umana.

Il Papa inizia dichiarando:
"L’origine umana – 'antropica' – del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio."


Riconosce che, fino al XIX secolo, la concentrazione dei gas serra nell'atmosfera, responsabile del riscaldamento globale, era relativamente stabile, ma con l'inizio dell'era industriale, le emissioni di gas serra hanno iniziato a crescere in modo significativo. Il Papa cita l'osservatorio di Mauna Loa, che misura l'anidride carbonica atmosferica dal 1958, sottolineando che le concentrazioni di CO2 sono aumentate a livelli senza precedenti, superando il 42% delle emissioni nette totali dal 1850 dopo il 1990.

"Oltre il 42% delle emissioni nette totali dal 1850 è avvenuto dopo il 1990."


Il Papa poi evidenzia un altro dato allarmante:
"Nel contempo, notiamo che negli ultimi cinquant’anni la temperatura è aumentata a una velocità inedita, senza precedenti negli ultimi duemila anni."


Sottolinea che la velocità di aumento della temperatura globale è stata di 0,15 gradi centigradi per decennio, il doppio rispetto agli ultimi 150 anni. Questo riscaldamento ha portato la temperatura globale a un aumento di 1,1 gradi centigradi dal 1850, con effetti amplificati nelle regioni polari. Il Papa avverte che a questo ritmo, potremmo superare il limite massimo globale auspicabile di 1,5 gradi centigradi entro dieci anni.

"A questo ritmo, è possibile che tra dieci anni raggiungeremo il limite massimo globale auspicabile di 1,5 gradi centigradi."


Il Papa mette in evidenza che questo cambiamento climatico non riguarda solo la superficie terrestre ma coinvolge anche l'atmosfera, gli oceani e i mari. Questo ha causato l'acidificazione dei mari e una riduzione dei livelli di ossigeno. I ghiacciai si stanno ritirando, la copertura nevosa diminuisce, e il livello del mare continua ad aumentare.

"I ghiacciai si ritirano, la copertura nevosa diminuisce e il livello del mare aumenta costantemente."


Il Papa si confronta con coloro che tentano di negare questa correlazione tra le emissioni di gas serra e il cambiamento climatico, sottolineando che solo una minima percentuale di studiosi del clima tenta di negare queste evidenze scientifiche. Il Papa mette in guardia contro le grandi potenze economiche che spesso trascurano la crisi climatica in cerca di massimi profitti.

"Sono costretto a fare queste precisazioni, che possono sembrare ovvie, a causa di certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica."

Questo capitolo di "Laudate Deum" offre una chiara comprensione dell'origine umana del cambiamento climatico, basata su dati scientifici e fatti incontrovertibili, spingendo a un riconoscimento senza ambiguità della responsabilità umana nella crisi climatica.

2. Resistenza e confusione

Papa Francesco ha affrontato la resistenza e la confusione che spesso circondano la discussione sul cambiamento climatico nell'Esortazione Apostolica "Laudate Deum."

Ha sottolineato che negli ultimi anni, molte persone hanno cercato di minimizzare l'urgente problema del cambiamento climatico, spesso citando dati scientifici storici e presentando il riscaldamento globale come una semplice variabilità naturale. Ma il Papa ci invita a guardare più da vicino alla realtà.

"Citano dati presumibilmente scientifici, come il fatto che il pianeta ha sempre avuto e avrà sempre periodi di raffreddamento e riscaldamento. Trascurano di menzionare un altro dato rilevante: quello a cui stiamo assistendo ora è un’insolita accelerazione del riscaldamento, con una velocità tale che basta una sola generazione – non secoli o millenni – per accorgersene."

Il Papa ha sottolineato che oggi possiamo percepire direttamente gli effetti del cambiamento climatico, come l'innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai, che si verificano durante la nostra vita. Questi cambiamenti non richiedono secoli o millenni per manifestarsi, ma sono visibili nell'arco di pochi anni.

Il documento evidenzia come spesso si cerchi di ridicolizzare chi parla del riscaldamento globale facendo riferimento a freddi estremi. Papa Francesco sottolinea che questi eventi estremi, che possono sembrare contrastanti con il concetto di riscaldamento globale, sono in realtà espressioni di uno squilibrio globale causato dal cambiamento climatico. Siccità, alluvioni, prosciugamento di laghi e catastrofi naturali hanno una radice comune: lo squilibrio causato dal riscaldamento del pianeta.

"Siccità e alluvioni, prosciugamento di laghi e popolazioni spazzate via da maremoti o inondazioni hanno in fondo la stessa origine."

Il Papa ci ricorda che il cambiamento climatico è una realtà globale che si manifesta su scala temporale di decenni, molto diversa dalle previsioni meteorologiche a breve termine. Bisogna prestare attenzione alle proiezioni climatiche che riguardano periodi lunghi e non confonderle con eventi climatici transitori.

"Quando parliamo di cambiamento climatico ci riferiamo a una realtà globale – con costanti variazioni locali – che persiste per diversi decenni."

“Negli ultimi anni non sono mancate le persone che hanno cercato di minimizzare questa osservazione. Citano dati presumibilmente scientifici, come il fatto che il pianeta ha sempre avuto e avrà sempre periodi di raffreddamento e riscaldamento. Trascurano di menzionare un altro dato rilevante: quello a cui stiamo assistendo ora è un’insolita accelerazione del riscaldamento, con una velocità tale che basta una sola generazione – non secoli o millenni – per accorgersene. L’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai possono essere facilmente percepiti da una persona nell’arco della sua vita, e probabilmente tra pochi anni molte popolazioni dovranno spostare le loro case a causa di questi eventi.”

Il Papa affronta anche la questione delle responsabilità, spiegando che le emissioni pro capite dei Paesi più ricchi sono molto superiori a quelle dei Paesi più poveri. Al contrario di quanto si possa pensare, le popolazioni più povere del mondo sono responsabili di una piccola percentuale delle emissioni storiche. Ecco perché Papa Francesco solleva dubbi sul fatto di incolpare i poveri o cercare soluzioni punitive.

"Come dimenticare che l’Africa, che ospita più della metà delle persone più povere del mondo, è responsabile solo di una minima parte delle emissioni storiche?"

Infine, il Papa respinge l'idea che gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico porteranno alla perdita di posti di lavoro. Al contrario, sostiene che la transizione verso energie rinnovabili e gli sforzi per adattarsi ai danni del cambiamento climatico possono creare innumerevoli opportunità di lavoro in diversi settori. Questo richiede un impegno immediato da parte dei politici e degli imprenditori.

"La transizione verso forme di energia rinnovabile, ben gestita, così come tutti gli sforzi per adattarsi ai danni del cambiamento climatico, sono in grado di generare innumerevoli posti di lavoro in diversi settori. Per questo è necessario che i politici e gli imprenditori se ne occupino subito."

3. Critica al paradigma tecnocratico

Il Papa critica apertamente il paradigma tecnocratico che è alla base del degrado ambientale.

Questo paradigma mette spesso la tecnologia e il progresso tecnologico al di sopra della cura dell'ambiente, un approccio che il Papa considera dannoso.

Ecco alcuni dettagli chiave riguardanti la critica del Papa al paradigma tecnocratico:

  • Riduzione della natura a merce: Papa Francesco sostiene che la tecnocrazia ha contribuito a ridurre la natura a una mera merce da sfruttare per il profitto. Questo approccio strumentalizza l’ambiente, considerandolo semplicemente una risorsa da sfruttare per il progresso tecnologico e economico.
  • Sacrificare l’ambiente per il progresso tecnologico: Il Papa rileva che spesso la tecnocrazia promuove il progresso tecnologico a spese dell’ambiente. Questo significa che, nel perseguire l’innovazione tecnologica, si sono ignorati o trascurati gli impatti ambientali e le conseguenze negative per il pianeta.
  • Disconnessione dalla natura: Il paradigma tecnocratico può portare a una disconnessione dall’ambiente naturale. La crescente dipendenza dalla tecnologia e la mancanza di rispetto per la natura possono portare a una perdita di compassione e di comprensione per la bellezza e l’importanza del creato.
  • Soluzioni superficiali: Il Papa critica anche l’approccio tecnocratico per offrire soluzioni superficiali alla crisi climatica. Questo paradigma può promuovere risposte basate su soluzioni tecnologiche avanzate, ma trascura spesso l’importanza di cambiamenti più profondi nei comportamenti umani e nei valori.

In sintesi, il Papa sostiene che il paradigma tecnocratico ha contribuito a intensificare la crisi climatica e il degrado ambientale. La sua critica mira a sollecitare una riflessione critica sulla nostra relazione con la tecnologia e la necessità di sviluppare un approccio più equilibrato alla cura dell’ambiente, basato su valori di rispetto, responsabilità e amore per il creato.

4. La Decadenza Etica del Potere e la Mancanza di Senso

Nel  capitolo il “pungiglione etico” dell'Esortazione Apostolica "Laudate Deum," Papa Francesco affronta la decadenza etica del potere e il suo impatto sulla crisi climatica.

Il Papa sottolinea come il potere reale sia spesso mascherato da marketing e falsa informazione, meccanismi utilizzati da coloro che hanno risorse per influenzare l'opinione pubblica. Questo approccio è fondamentalmente egoistico e dannoso per l'ambiente e la società.

Il Papa inizia dichiarando:
"La decadenza etica del potere reale è mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l’opinione pubblica attraverso di essi."


Il Papa critica le promesse illusorie fatte ai residenti delle aree in cui si progettano progetti con impatto ambientale significativo. Si fa spesso riferimento al progresso locale o alle opportunità economiche, ma spesso si nasconde il fatto che questi progetti porteranno a un'area devastata, meno abitabile e senza vita. Questo approccio è motivato dalla ricerca del massimo profitto al minimo costo e manca di una vera preoccupazione per il benessere delle persone e dell'ambiente.

"La logica del massimo profitto al minimo costo, mascherata da razionalità, progresso e promesse illusorie, rende impossibile qualsiasi sincera preoccupazione per la casa comune e qualsiasi attenzione per la promozione degli scartati della società."


Il Papa sottolinea come questa logica metta in discussione la cosiddetta "meritocrazia," in cui il potere è spesso concentrato nelle mani di coloro che sono nati con condizioni migliori. Se non si cerca una vera uguaglianza di opportunità, la meritocrazia può diventare un modo per consolidare ulteriormente i privilegi di pochi, indipendentemente dai danni causati alla casa comune.

"Un conto è un sano approccio al valore dell’impegno, alla crescita delle proprie capacità e a un lodevole spirito di iniziativa, ma se non si cerca una reale uguaglianza di opportunità, la meritocrazia diventa facilmente un paravento che consolida ulteriormente i privilegi di pochi con maggior potere."


Il capitolo si conclude con una riflessione profonda sulla domanda di senso. Il Papa invita tutti a considerare il significato delle loro vite, delle loro azioni e del loro lavoro, soprattutto alla luce delle conseguenze che queste possono avere sui loro figli e sul futuro del pianeta.

"Nella propria coscienza, e di fronte ai figli che pagheranno per i danni delle loro azioni, si pone la domanda di senso: qual è il senso della mia vita, qual è il senso del mio passaggio su questa terra, qual è in definitiva il senso del mio lavoro e del mio impegno?"

5. Debolezza della politica internazionale

La "Laudate Deum" lamenta la debolezza della politica internazionale nel rispondere al cambiamento climatico. Questa critica è particolarmente rilevante in un momento in cui le azioni congiunte per affrontare la crisi climatica sono fondamentali.

Ecco alcuni dettagli chiave relativi a questa parte del documento:

  • Assenza di azione coordinata:Papa Francesco sottolinea che, nonostante gli appelli a livello globale e le conferenze sul clima, la politica internazionale ha fallito nell'adottare azioni concrete e coordinate per affrontare la crisi climatica. Questa mancanza di azione collettiva è stata una delle principali critiche rivolte ai leader mondiali.
  • Compromessi insufficienti: Il Papa critica i compromessi insufficienti raggiunti nelle conferenze sul clima, come la COP (Conferenza delle Parti). Spesso, queste conferenze si sono concluse con obiettivi e impegni che non sono stati sufficienti per invertire la tendenza al riscaldamento globale.
  • Mancanza di meccanismi di responsabilità: Il Papa rileva che mancano meccanismi efficaci per rendere gli Stati responsabili dei loro impegni climatici. Questo ha permesso a molti paesi di non rispettare gli accordi e di continuare a inquinare senza conseguenze significative.
  • Appello all'azione: Papa Francesco fa appello ai leader politici affinché agiscano con coraggio e responsabilità nella lotta contro il cambiamento climatico. Sottolinea che è necessario superare gli interessi nazionali a breve termine e lavorare insieme per il bene comune del pianeta e delle future generazioni.
  • Richiamo alla cooperazione internazionale: Il Papa invita alla cooperazione internazionale e al superamento delle divisioni politiche per affrontare la crisi climatica. Sottolinea che il cambiamento climatico è una sfida globale che richiede una risposta unita da parte di tutti i paesi.

In sintesi, il Papa critica la politica internazionale per la sua mancanza di azione decisa e per i compromessi insufficienti nella gestione della crisi climatica.

Lancia un appello affinché i leader politici agiscano con maggiore determinazione e cooperino a livello globale per affrontare questa sfida che minaccia la vita sulla Terra.

E affronta il della della COP28, la prossima Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico, che si terrà negli Emirati Arabi Uniti.

Il Papa riconosce le sfide legate al fatto che gli Emirati Arabi sono un grande esportatore di energia fossile, ma ha anche investito nelle energie rinnovabili.

Tuttavia, il rischio di nuovi progetti di estrazione di combustibili fossili continua a minacciare il progresso nella lotta al cambiamento climatico.

Il Papa sottolinea:
"Gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno la prossima Conferenza delle Parti (COP28). È un Paese del Golfo Persico che si caratterizza come grande esportatore di energia fossile, anche se ha investito molto nelle energie rinnovabili."


Il Papa esprime la speranza che la COP28 possa portare a una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possono essere monitorati costantemente. Questa conferenza è vista come un punto di svolta nella lotta al cambiamento climatico, dimostrando l'impegno globale verso un futuro sostenibile.

"Se abbiamo fiducia nella capacità dell’essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande, non possiamo rinunciare a sognare che la COP28 porti a una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente."


Tuttavia, il Papa riflette sulla mancanza di progressi significativi nonostante gli accordi e i negoziati precedenti. Le emissioni globali continuano a crescere, e il ritmo della transizione verso energie pulite, come l'eolico e il solare, non è abbastanza rapido. Ciò mette in pericolo gli sforzi per evitare un aumento delle temperature globali al di là del limite auspicabile di 1,5 gradi centigradi.
"Nonostante i numerosi negoziati e accordi, le emissioni globali hanno continuato a crescere."


Il Papa sottolinea la necessità di andare oltre l'apparenza di sensibilità ai problemi ambientali e di agire con determinazione. Avvertendo dei rischi di superare i limiti climatici critici, il Papa esorta a prendere misure immediate, riconoscendo che il ritardo comporterà costi enormi ed estremamente gravi.
"Sappiamo che, di questo passo, in pochi anni supereremo il limite massimo auspicabile di 1,5 gradi centigradi e a breve potremmo arrivare a 3 gradi, con un alto rischio di raggiungere un punto critico."

Il Papa chiede che la questione del cambiamento climatico venga affrontata come una sfida umana e sociale, coinvolgendo tutti. Esorta le famiglie a considerare il futuro dei propri figli come parte integrante di questa lotta.
"Poniamo finalmente termine all’irresponsabile presa in giro che presenta la questione come solo ambientale, “verde”, romantica, spesso ridicolizzata per interessi economici. Ammettiamo finalmente che si tratta di un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli."

Papa Francesco nella LAUDATE DEUM parla anche del COP 28 di DUBAI
Papa Francesco nella LAUDATE DEUM parla anche del COP 28 di DUBAI

Il Papa conclude il capitolo con un appello a quanti parteciperanno alla COP28 affinché agiscano con visione, pensando al bene comune e al futuro delle generazioni future. Sottolinea la necessità di mettere da parte gli interessi a breve termine e di agire con responsabilità per il bene del pianeta e dell'umanità.
"Ai potenti oso ripetere questa domanda: «Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?».

Questo capitolo mette in luce l'importanza cruciale della COP28 nella lotta contro il cambiamento climatico e la necessità di impegni efficaci e vincolanti per garantire un futuro sostenibile per tutti. La sua visione è quella di una politica internazionale più forte e impegnata nella salvaguardia del pianeta e della dignità umana.

6.  Il ruolo dell'Occidente e degli Stati Uniti

Uno dei punti chiave della “Laudate Deum” è la critica all’irresponsabile stile di vita occidentale, con gli Stati Uniti nel mirino.

Il Papa evidenzia che le emissioni per persona negli Stati Uniti sono circa due volte superiori a quelle delle persone in Cina e sette volte superiori alla media dei paesi più poveri.

Questa critica all’alto consumo è un richiamo a una profonda riflessione sulla sostenibilità del nostro stile di vita.

Nonostante le critiche, Papa Francesco elogia i vescovi degli Stati Uniti per aver sottolineato l’importanza di collegare la cura dell’ambiente con la cura degli altri. Tuttavia, il Papa sottolinea che il cambiamento climatico è una questione globale che richiede un impegno da parte di tutti.

6. La motivazione Spirituale e la responsabilità nei confronti della Creazione

Nel capitolo dell'Esortazione Apostolica "Laudate Deum," Papa Francesco affronta il ruolo delle motivazioni spirituali e della fede nella lotta contro il cambiamento climatico e la responsabilità nei confronti della creazione.

Il Papa si rivolge ai fedeli cattolici e a persone di altre fedi, sottolineando che la fede autentica non solo dona forza al cuore umano ma trasforma la vita intera e illumina i legami con tutto il creato.

"Ai fedeli cattolici non voglio tralasciare di rammentare le motivazioni che scaturiscono dalla loro fede. Incoraggio i fratelli e le sorelle di altre religioni a fare lo stesso, perché sappiamo che la fede autentica non solo dà forza al cuore umano, ma trasforma la vita intera, trasfigura gli obiettivi personali, illumina il rapporto con gli altri e i legami con tutto il creato."

Il Papa richiama la centralità della fede nel contesto della creazione, citando la Bibbia che afferma che "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona." Questo sottolinea l'importanza del rispetto delle leggi della natura e degli equilibri tra gli esseri viventi come parte del nostro compito di custodi della creazione.
"La Bibbia racconta che «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» ( Gen 1,31). Sua è «la terra e quanto essa contiene» ( Dt 10,14). Pertanto, Egli ci dice: «Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti» ( Lv 25,23)."

Il Papa richiama l'attenzione alla bellezza e all'importanza della natura, affermando che Gesù stesso invitava i suoi discepoli a contemplare la bellezza del mondo e a riconoscere in essa un messaggio divino. Questa visione sprona all'amore e al rispetto per la creazione.
"Gesù «poteva invitare gli altri ad essere attenti alla bellezza che c’è nel mondo, perché Egli stesso era in contatto continuo con la natura e le prestava un’attenzione piena di affetto e di stupore."


Il Papa riconosce che il mondo è ora avvolto dalla presenza luminosa del Risorto, e ogni creatura manifesta un messaggio divino. Questo richiede un nuovo approccio alla natura e un amore profondo per tutto ciò che Dio ha creato.
"Il mondo canta un Amore infinito, come non averne cura?"


Il Papa sottolinea l'importanza di riconoscere che siamo uniti a tutte le creature in una comunione universale e che la vita umana è insostenibile senza le altre creature. Questo ci chiama a un rispetto sacro, amorevole e umile per l'intero creato.
"La visione giudaico-cristiana del mondo sostiene il valore peculiare e centrale dell’essere umano in mezzo al meraviglioso concerto di tutti gli esseri, ma oggi siamo costretti a riconoscere che è possibile sostenere solo un “antropocentrismo situato”. Vale a dire, riconoscere che la vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature.”


Il Papa conclude il capitolo invitando ciascuno a contribuire al percorso di riconciliazione con il mondo e a impegnarsi con la propria dignità personale e con i grandi valori. Tuttavia, sottolinea che le soluzioni più efficaci richiedono anche decisioni politiche nazionali e internazionali.
"Comunque, non posso negare che è necessario essere sinceri e riconoscere che le soluzioni più efficaci non verranno solo da sforzi individuali, ma soprattutto dalle grandi decisioni della politica nazionale e internazionale."

7. Appello all'azione immediata

Papa Francesco sottolinea l'urgenza di passare all'azione concreta per affrontare il cambiamento climatico. Questo appello è un richiamo a una maggiore consapevolezza e ad azioni responsabili a tutti i livelli della società.

“Gli sforzi delle famiglie per inquinare meno, ridurre gli sprechi, consumare in modo oculato, stanno creando una nuova cultura. Il semplice fatto di cambiare le abitudini personali, familiari e comunitarie alimenta la preoccupazione per le responsabilità non assolte da parte dei settori politici e l’indignazione per il disinteresse dei potenti. Va notato quindi che, anche se ciò non produce immediatamente un effetto molto rilevante da un punto di vista quantitativo, contribuisce a realizzare grandi processi di trasformazione che operano dal profondo della società”

Conclusioni

In sintesi, la "Laudate Deum" del Papa è un documento conciso ma potente che solleva questioni cruciali legate alla crisi climatica. Rappresenta un appello urgente per l'azione climatica e una guida per riflettere sul nostro ruolo nella cura del nostro pianeta.

In sole 12 pagine ci colpisce, perchè bypassa le nostre scuse, le nostre paure ed ossessioni, la nostra arroganza e i nostri pregiudizi.

Non posso aggiungere altro che invitare tutti non solo a leggere, ma fare propria questa “Laudato Deum” e ricordare come si conclude il documento:

“«Lodate Dio» è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso.”

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