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La valutazione della vulnerabilità sismica attraverso il software

In questo articolo si affronta il tema della valutazione della vulnerabilità sismica di un edificio industriale monopiano al fine di valutare, con l’aiuto del software di calcolo MasterSap, la necessità di predisporre adeguati interventi di miglioramento sismico atti a raggiungere il livello di sicurezza previsto dall’art. 10 del D.L. 74/2012, coordinato con la legge 122/2012

La sequenza sismica registrata a partire dallo scorso 20 maggio in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia ha avuto un forte impatto su un’area del nostro paese caratterizzata da una pericolosità sismica medio–bassa, per di più non classificata fino alla revisione della normativa tecnica per le costruzioni avviata con l’OPCM 3274 a partire dal 2003.
Ciò ha determinato la presenza sul territorio di numerose costruzioni progettate e realizzate, anche in tempi relativamente recenti, senza l’adozione di criteri di progettazione antisismica. Tra queste costruzioni, particolari criticità sono state manifestate dagli edifici, per lo più con destinazione industriale, realizzati mediante l’assemblaggio di elementi in cemento armato prefabbricati, per le quali la tardiva classificazione sismica ha determinato una particolare vulnerabilità delle strutture.
Al fine di governare tali criticità, il D.L. 6 giugno 2012 n. 74, convertito nella legge n.122 dell’1 agosto 2012, recante “Interventi immediati per il superamento dell’emergenza”, delinea, allo scopo di superare l’emergenza e migliorare la sicurezza per la salvaguardia delle vite umane, un processo coordinato e realizzato in due fasi: l’eliminazione delle carenze strutturali più rilevanti, nel rispetto del comportamento complessivo dell’organismo strutturale, e successivi interventi estesi e sistematici per il conseguimento delle prestazioni richieste, integrando in un contesto più ampio e incisivo i correttivi posti in essere nel corso della prima fase.
Le due fasi sopra indicate trovano riscontro nel quadro normativo generale definito per le costruzioni esistenti dal capitolo 8 delle NTC 2008, e in particolare dal par. 8.4, nelle due categorie di interventi: riparazioni o interventi locali che interessino elementi isolati, e che comunque comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti, e interventi di miglioramento (globali) atti ad aumentare la sicurezza strutturale attuale.

In questo articolo si affronta il tema della valutazione della vulnerabilità sismica di un edificio industriale monopiano al fine di valutare, con l’aiuto del software di calcolo MasterSap, la necessità di predisporre adeguati interventi di miglioramento sismico atti a raggiungere il livello di sicurezza previsto dall’art. 10 del D.L. 74/2012, coordinato con la legge 122/2012, che richiede la pianificazione entro una precisa scadenza temporale degli interventi previsti nel caso in cui il fabbricato non raggiunga un livello di sicurezza pari almeno al 60% della sicurezza richiesta ad un edificio nuovo.

L’esempio preso in considerazione è un fabbricato costruito a Trieste nei primi anni ‘90, progettato senza considerare azioni sismiche in quanto l’area era non classificata sismicamente in quell’epoca. Il proprietario ha deciso, responsabilmente, di mettere in atto un progetto di sicurezza sismica: d’altra parte diverse note ufficiali mettono in guardia sul fatto che, a causa dei ritardi nell’applicazione delle norme e delle zonizzazioni sismiche, il deficit di protezione sismica che ha penalizzato l’Emilia si riscontra anche in molte altre aree, soprattutto nel Nord Italia.
Si tratta di una struttura prefabbricata a telaio (nella definizione del § 7.4.5.1) a un piano e a due navate. La copertura è realizzata con tegoli in CAP sostenuti da travi a L, i pilastri sono infissi in plinti a pozzetto in cemento armato eseguiti in opera, il tamponamento perimetrale è costituito da pannelli prefabbricati in c.a. I tegoli sono tra loro collegati da piastre in c.a. montate a parziale chiusura dei lucernai. I pilastri sono considerati incastrati alla base, le travi sono in semplice appoggio sui pilastri e i tegoli sono a loro volta appoggiati alle travi. I pilastri sorreggono un carroponte e relative vie di corsa in acciaio tramite opportune mensole.
In questa trattazione non vengono affrontati i problemi relativi ai collegamenti tra elementi strutturali e non strutturali (a cui si dà un cenno in APPENDICE), ma solo il tema del miglioramento sismico, che richiede una visione globale dell’organismo strutturale.

 

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