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La Torre Garisenda di Bologna a rischio crollo: la relazione tecnica del Comitato Tecnico Scientifico

La Torre Garisenda di Bologna è da diversi anni sotto la lente di ingrandimento degli esperti a causa di pericolose oscillazioni, aumentate nell'ultimo periodo, che mettono a rischio la stabilità di uno dei due monumenti simbolo del Capoluogo emiliano. In questo articolo viene approfondita la relazione elaborata dal "Comitato Nazionale" consegnata recentemente al Sindaco di Bologna Matteo Lepore, in cui viene descritta una situazione da "codice rosso." Iniziati, inoltre, i lavori per realizzare la struttura di contenimento.

A preoccupare maggiormente è il basamento di malta e selenite, gravemente danneggiato

La Garisenda è in "codice rosso": ad affermarlo sono i professionisti che compongono il comitato tecnico, presieduto dalla dirigente dei Lavori Pubblici della città felsinea Manuela Faustini, che sta analizzando la situazione di una delle due Torri simbolo di Bologna.
"La situazione è di massima allerta e non sussistono più le condizioni di sicurezza" si legge nella relazione finale consegnata al Sindaco.

A preoccupare maggiormente è il basamento che risulta gravemente malmesso. Uno scenario peraltro peggiorato nell'ultimo periodo, ma la cui delicatezza era nota già da alcuni anni: nel 2018 cominciarono ad emergere alcune anomalie dal monitoraggio che fu attivato nel 2011 dal Comune e dall'Università cittadina. Poco dopo fu istituito il primo comitato tecnico scientifico, il quale nel 2019 scrive che "serve un piano di emergenza, sono oltrepassati i limiti di sicurezza".

 

Torre Garisenda di Bologna
(Comune di Bologna- Pagina Facebook)

 

Nella relazione viene riportato che il 4 ottobre scorso viene chiaramente detto che la situazione è grave e c'è la possibilità che il monumento "si ribalti verso la Chiesa di San Bartolomeo, ma va presa in considerazione anche un crollo in direzioni differenti, compresa la Torre degli Asinelli." Soprattutto viene detto che "i valori di probabilità del collasso sono 10mila volte superiori a quanto consentito dalle norme".

La relazione ripercorre anche quanto successo negli ultimi anni: nel 2020 l'amministrazione comunicò al comitato che al monitoraggio ci avrebbe pensato il Comune stesso, avvalendosi di strutture private. Di interventi in quel periodo ne vengono fatti diversi, ma "non sufficienti a garantire la stabilità della Torre nel tempo". E quando il Comune chiede al comitato di rinnovare la sua disponibilità a fine 2022, il comitato non accetta l’incarico, rilevando la necessità di operare con la necessaria autorità e con adeguati mezzi operativi e finanziari.
In sostanza il comitato chiede autonomia, risorse e un comitato ampliato di carattere nazionale: viene accordato l’ultimo punto e a inizio 2023 si insedia il comitato allargato.

 

I dettagli della relazione

Andando più nello specifico della relazione, si può leggere come già il 23 ottobre del 2018  il prof. Tomaso Trombetti inviava una lettera al Direttore del Settore Manutenzione del Comune di Bologna (ing. Fabio Andreon) in cui richiamava come il sistema di monitoraggio della Garisenda avesse indicato che "nuovi e pericolosi fenomeni si stesser instaurando in corrispondenza della base della torre della Garisenda" e che sono state condotte specifiche analisi che hanno evidenziato come "la torre non solo non sia in grado di raggiungere i livelli di sicurezza normalmente richiesti alle normali costruzioni, ma che si trovi in condizioni di potenziale collasso. Si rende dunque necessario mettere in essere quanto prima interventi e/o provvedimenti urgenti per bloccare il fenomeno osservato".

LA RELAZIONE INTEGRALE È SCARICABILE A FINE ARTICOLO.

Estratti dalla presentazione fatta dal prof. Trombetti in data 20 Dicembre 2018 al comitato in sede di pre-costituzione. Il degrado della selenite sulle pareti interne Nord ed Est (SX). Sulla base delle tomografie elettriche il degrado procede dall’interno (“sacco”) verso le pareti esterne, quello che si vede è il risultato esterno di un fenomeno di degrado ben più ampio.

  

Tra fine dicembre 2018 e inizio gennaio 2019 viene così istituito il primo Comitato scientifico "Torre Garisenda": Dopo i dovuti approfondimenti sia di tipo storico che di ipotesi di interventi di urgenza, in data 12 Dicembre 2019 il primo comitato consegnava al Sindaco (per tramite del Direttore Generale Dott. Montalto) la relazione finale relativa al primo anno di attività, nella quale si perveniva alle seguenti conclusioni:
“Alla luce delle attività svolte, tenuto altresì conto dell’impossibilità di definire soglie di allarme (sia perché in presenza di fenomeni aventi marcato carattere di non linearità, ma soprattutto perché le condizioni attuali della torre appaiono aver già oltrepassato i limiti di prudenza convenzionalmente adottati), il Comitato unanime ritiene che l’unico criterio guida sia quello di ispirarsi al principio di massima precauzione, che in contesti simili deve prevedere:

  • la predisposizione e implementazione di un piano di emergenza e sicurezza;
  • la messa in opera di una struttura di salvaguardia, in grado di contrastare efficacemente una tendenza all’aggravamento delle condizioni della torre e consentire un supporto durante azioni diagnostiche e di consolidamento.”

A primavera 2020 viene poi istituito il "Comitato ristretto", con il compito di sviluppare e studiare la simulazione di "massima pericolosità" e dare supporto al Comune per indicare possibili correlazioni tra i dati forniti dai diversi strumenti e possibili cause o eventi. È proprio questo comitato ad evidenziare che la Torre ha "valori di probabilità di collasso inaccettabilmente elevate, circa 10mila volte superiori a quanto tipicamente consentito dalle norme".

 

Estratto dal report fotografico del 3 Ottobre 2023. Presenza di micro fessurazioni verticali nei laterizi del fusto della torre immediatamente sopra il basamento nel lato Sud (porzione verso lo spigolo Ovest). Si confronti tale condizione con quella di cui al report Trombetti 2021, riportata anche in Figura 4, ove le microfessurazioni erano rilevati unicamente nel lato Sud, spigolo Sud-Est.

 

Nel giugno 2023, la Giunta Comunale dava l'ok per la nomina ufficiale del "Comitato Nazionale", che nella riunione ristretta del 4 ottobre 2023 denuncia una "situazione statica della torre di forte criticità, con evoluzione in senso negativo, e che in termini ingegneristici può ormai definirsi da "codice rosso", con il suggerimento di esplorare la possibilità di realizzare in tempi strettissimi una struttura di presidio a sostegno della torre, avente lo scopo di scongiurarne un eventuale collasso o, nell'ipotesi estrema, di controllare il meccanismo di collasso per minimizzare tutti i possibili rischi da esso derivanti. Solo in presenza di un efficace presidio si potrà procedere con altri interventi migliorativi, ma, allo stato attuale, viene sospesa l'attività che prevedeva le iniezioni nel sacco del basamento. Se tale strada non dovesse risultare percorribile, sarà inevitabile attivare le procedure previste dal piano di protezione civile, con chiusura della piazza Ravegnana e sgombero degli edifici a rischio.

La relazione, inoltre, fornisce risposta a tre quesiti, il primo riguarda l'analisi dei dati evidenziando la coerenza tra i diversi strumenti di misurazione, la presenza di eventuali anomalie, in particolare degli estensimetri;

Come si legge nel testo, "Nell’ultimo periodo, il sistema di monitoraggio ha evidenziato come la situazione complessiva si sia purtroppo sensibilmente aggravata, con risvolti preoccupanti sul piano della stabilità generale della torre, che sembra aver modificato il proprio millenario movimento della sommità verso Est / Sud-Est, intraprendendo un nuovo movimento verso Sud.

Tale imprevista ed accelerata tendenza ha suggerito al CTS di sospendere immediatamente ogni altra attività in corso (in particolare di consolidamento) e di portare l’attenzione in condizioni di massima allerta, ritenendo che non sussistano più le condizioni di sicurezza per operare sulla e nei pressi della torre, se non nell’ambito di un piano di protezione civile.
Il secondo quesito riguardava gli elementi per determinare soluzioni idonee al consolidamento della Torre. A tal proposito, il Comitato suggerisce di operare secondo due livelli di intervento, distinti per tempistica e finalità:

  • posa in opera di barriere di protezione, intervento che deve essere realizzato in tempi brevissimi: queste barriere devono essere posizionate in modo da massimizzare l'area nella quale le macerie possono accumularsi in caso di crollo;
  • realizzazione di interventi provvisionali, da effettuare nei tempi più rapidi possibili, con la funzione non solo di confinare l'eventuale crollo ma anche, in una fase successiva, di consentire interventi di consolidamento e restauro, contemplando anche la possibilità di sgravare in parte il carico sul basamento.

Gli interventi provvisionali da realizzare dovranno avere carattere di reversibilità e andranno concepiti in maniera tale da consentire, una volta realizzati, di poter eseguire tutti i futuri interventi sulla torre possibili e opportuni.

Il terzo quesito, riguardante il fornire elementi utili ad un aggiornamento della simulazione di crollo della Torre Garisenda e del piano di Protezione Civile, viene invece liquidato velocemente dal Comitato, poichè l’individuazione delle aree a rischio per i possibili meccanismi di collasso della torre esula dai propri compiti.

  

Partiti i lavori di realizzazione della struttura di contenimento

Sono entrati nel vivo i lavori per realizzare la struttura di contenimento della Garisenda. Due le imprese coinvolte, la Modena Ingegneria Srl e la Fagioli Spa. L'Ing. Gilberto Dallavalle sarà invece il direttore operativo delle strutture per i lavori di cinturazione a protezione dell'area intorno alle due Torri, mentre l’Ing. Luca Lenzi sarà il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione per i lavori di cinturazione a protezione dell’area intorno alle due torri.

La Fagioli dovrà realizzare una cintura di protezione contenitiva dei detriti derivanti da un eventuale crollo, per ridurre la vulnerabilità degli edifici circostanti e l’esposizione della popolazione, impedendo contemporaneamente l’accesso alla zona circoscritta. Il montaggio della cintura di protezione dovrà essere realizzato tramite la posa di moduli metallici, zavorrati e ancorati al terreno e collegati tra loro, insieme a reti metalliche paramassi studiate appositamente con sistemi di pretensionamento e ancoraggio al suolo.

Modena Ingegneria si occuperà invece della cantierizzazione, rimozione dei fittoni e della pavimentazione in granito e deposito in luogo protetto, deviazione dei sottoservizi, realizzazione di fondazioni profonde tramite l’esecuzione di micropali verticali autoperforanti, opportunamente studiate e calibrate in base all’ancoraggio previsto. Il cantiere prevederà sistemi di allarme in caso di intrusione di estranei e illuminazione provvisoria.

Complessivamente, fa sapere il Comune di Bologna, l'esborso previsto è di poco inferiore ai 4 milioni e mezzo di euro.

 

Il render della struttura di contenimento
(Fonte: Comune di Bologna)

Lepore: "Ci vorranno almeno 10 anni per mettere in sicurezza il Monumento"

"Credo che non spenderemo meno di 20 milioni di euro, forse anche di più per restaurare la Garisenda. "Non faremo interventi di piccolo cabotaggio" - ha assicurato il Sindaco di Bologna Matteo Lepore - ma lavori per restaurare in maniera duratura il monumento. "Per la torre di Pisa ci sono voluti 10 anni per l'intervento e il progetto. Non abbiamo elementi per dire che ci metteremo di meno."

Il Sindaco stesso ha poi aggiornato sui dati della raccolta fondi, esprimendo soddisfazione: "sta andando molto bene, siamo arrivati a 1,5 milioni di euro di promesse di versamento" da parte delle imprese del territorio che stanno donando cifra importanti".

 

Stabilizzazione della Torre: ecco i primi nomi di chi se ne occuperà

 La squadra sarà guidata dall'ingegner Raffaela Bruni, che entro l'estate e prima del restauro capitanerà i lavori della seconda fase degli interventi, ovvero la stabilizzazione.

Tra gli altri membri figurano Massimo Majowiecki, professore di Ingegneria Strutturale presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Bologna, noto per il suo studio di progettazione strutturale e per aver lavorato su progetti significativi come la copertura di Piazza Italia alla Fiera di Milano, la copertura del Palazzo dello Sport di Atene, lo Stadio delle Alpi di Torino e la copertura dello Stadio Olimpico di Roma.

Al team si aggiunge Nunziante Squeglia del Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Pisa, docente dei corsi di Geotecnica e Pali di fondazione, che ha già contribuito al progetto di Salvaguardia e Stabilizzazione della Torre di Pisa.

Inoltre ci sarà Francesco Ubertini, professore ordinario di Scienza delle costruzioni presso la Scuola di Ingegneria e Architettura dell'Università di Bologna, già rettore dell'Università di Bologna e attualmente presidente di Cineca Consorzio Interuniversitario e presidente di IFAB, International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development.

 

Lepore: "L'incapsulamento della Torre è troppo invasivo, procederemo con la blindatura"

Novità in vista per la Garisenda: come annunciato dal Sindaco di Bologna Matteo Lepore, è stata abbandonata l'idea di incapsulamento della struttura, perché considerato "troppo invasivo" in funzione del restauro, poiché "non garantisce un lavoro agevole". Una scelta che, tra l'altro consentirà anche di abbassare le spese.

Tra la fine di questo mese e l'inizio di marzo sarà dunque presentato il progetto di blindatura che al momento è ancora allo studio dei tecnici addetti. Ad oggi lo stato di uno dei monumenti simbolo di Bologna è stazionario, non essendo stati registrati dei peggioramenti nel corso dei lavori portati avanti in questi mesi. Tra l'altro, entro febbraio verrà terminata la posa dei container di contenimento della Garisenda, mentre i lavori di restauro partiranno non prima del 2025.

 

La Garisenda è la più bassa tra le due torri simbolo del capoluogo emiliano e misura 48 metri, decisamente meno rispetto a quella degli Asinelli (98 mt) ma è più pendente a causa del cedimento del terreno di fondazione. Costruita intorno al 1109, in origine era alta 60 metri, ma proprio per la sua pendenza nel 1353 fu abbassata di 12 metri. Si erge sul suo basamento di malta e selenite, ed è riconosciuta dagli studiosi come la costruzione pendente in muratura più alta al mondo.

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Bologna, la torre Garisenda oscilla più del solito: monumento transennato per effettuare verifiche
Preoccupanti oscillazioni e vibrazioni della Torre "Garisenda" di Bologna hanno messo in allarme il Comune felsineo, che ha transennato la zona ai piedi delle torri per le opportune verifiche. Costruita nel 1109, la Garisenda riconosciuta dagli studiosi come la costruzione pendente in muratura più alta al mondo.

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