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La termografia. Il Blower Door Test e le tecniche di diagnosi e controllo energetico

La termografia come tecnica di ausilio alla diagnosi energetica, di controllo della corretta regolazione o funzionamento di impianti, di corretta esecuzione e posa in opera di componenti o sistemi edilizi.

Grazie al calo di prezzo delle termocamere, la termografia si sta sempre più diffondendo come tecnica di ausilio alla diagnosi energetica, di controllo della corretta regolazione o funzionamento di impianti, di corretta esecuzione e posa in opera di componenti o sistemi edilizi. La termografia è una tecnica non distruttiva rientrante nella norma UNI EN ISO 9712 che consente, tramite la rilevazione della radiazione infrarossa emessa, riflessa (e talvolta trasmessa) dagli oggetti, di visualizzare una mappa della radianza rilevata dalla termocamera (Fig. 1).

Fig. 1 - Operatore con termocamera – fonte: www.fluke.it

Gli operatori con formazione inadeguata, abituati ad eseguire indagini qualitative (ovvero senza misura della temperatura) come la ricerca di perdite in tubazioni o infiltrazioni d'acqua, confondono la mappa di radianza, visualizzata in falsi colori nel display dello strumento termografico, con la distribuzione delle temperature superficiali reali dell'oggetto.
In realtà la termocamera dev'essere correttamente impostata dall'operatore per giungere al calcolo delle temperature superficiali reali, e l'operatore, per non incorrere in errori, dovrebbe seguire un corso di termografia conformemente alla UNI EN ISO 9712.
In questo articolo vedremo una carrellata su interessanti applicazioni della termografia in ambito edilizio ed impiantistico.
In edilizia, considerando le sue applicazioni alla diagnosi energetica ed alla verifica della corretta realizzazione dell'edificio, la norma da applicare è la UNI EN 13187 facente parte delle UNI sulla prestazione termica degli edifici. Questa norma richiede la formazione dell'operatore termografico e fissa un quadro di condizioni per l'approssimazione al regime stazionario di trasferimento termico attraverso l'involucro, essendo in queste condizioni eseguibili indagini che consentono con più affidabilità il confronto tra le temperature superficiali rilevate con la termocamera (Fig. 2) e quelle determinate mediante modelli di calcolo, siano essi semplici o derivanti da tecniche agli elementi finiti (Fig. 3).

Fig. 2: Immagine termografica esterna di edificio con ponti termici

Fig. 3: simulazione con software ad elementi finiti (fonte: www.dartwin.it)

La termografia non è una tecnica in grado di generare parametri di input in una certificazione energetica, ma è in grado di avvalorare o contestare i calcoli di un attestato di prestazione energetica nel caso che le maggiori dispersioni derivanti dai ponti termici non siano stati correttamente computate: la differenza di temperatura superficiale tra la zona isolata e quella con il ponte termico può consentire di ricostruire il dettaglio costruttivo e quindi di valutare correttamente l'incidenza del ponte termico, sia nei riguardi della maggiore dispersione termica che nei riguardi della verifica della condensa superficiale.

NELL'ARTICOLO COMPLETO ALTRE INTERESSANTI APPLICAZIONI DELLA TERMOGRAFIA IN AMBITO EDILIZIO E IMPIANTISTICO.

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