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La sostenibilità dell'architettura: l'ecologia vincolo del progetto, ma non scopo ultimo

Una riflessione dell'architetto Luca Compri dello studio LCA architetti sul concetto di sostenibilità della progettazione e sull’importanza dell’uso di materiali autentici e naturali. Come esempio di "buona architettura" il progetto "Casa 4" vincitore del Wood Architecture Prize di Klimahouse 2023.

Architettura: le azioni associate alla spazialità dei luoghi

Quando varchiamo la soglia di una cattedrale gotica, il nostro sguardo volge al cielo: è un’azione automatica, spontanea che nessuno ci suggerisce; uno spazio verticale e compresso illuminato da una luce zenitale che impone un certo tipo di movimento - il guardare verso l’alto - condiviso e spesso univoco.

Nella maggior parte dei casi non ci facciamo neppure caso, eppure agiamo tutti allo stesso modo.

Apprendere e associare determinati movimenti in relazione alle diverse conformazioni spaziali è un compito arduo, che si attualizza soltanto visitando architetture di valore e ripercorrendo almeno due volte lo stesso percorso: la prima, passeggiando in maniera inconsapevole e spontanea; la seconda, ripercorrendo lo stesso tragitto con mente lucida e razionale, ricostruendo e rammentando i movimenti e le sensazioni che ogni spazio ha precedentemente generato.
È così che impariamo a conoscere davvero cosa vuol dire architettura.

Mi piace definire l’insieme di tali spazialità associato alle azioni che esse generano: “grammatica architettonica”. Tali elementi configurano una sorta di abaco o di tavola periodica che consentono di selezionare, abbinare e associare singole parole e periodi più complessi, dando luogo a racconti che quotidianamente possiamo vivere concretamente al loro interno. Un buon architetto deve conoscere e padroneggiare questo vocabolario, declinarlo con il proprio linguaggio a servizio del committente che gli affida la propria casa, il proprio ambiente di lavoro, il disegno dello spazio urbano collettivo.

 

"Non esiste architettura sostenibile, esiste solo la buona architettura"

Il grande architetto portoghese Souto de Moura afferma che: “Non esiste architettura ecologica, architettura intelligente, architettura sostenibile. Esiste solo la buona architettura.”, per poi chiarire che: “Ci sono sempre problemi che non dobbiamo trascurare; per esempio l’energia, le risorse, i costi, gli aspetti sociali. È sempre necessario essere attenti a tutti questi aspetti.”

La frase riassume il senso e il valore delle gerarchie che un progetto architettonico deve assicurare; un approccio alla materia che non sempre viene seguito e rispettato, quando alla creatività e alla poesia si anticipano le esigenze di carattere energetico, prestazionale, funzionale.

Le emergenze legate al rapido cambiamento climatico e la crescente sensibilità ambientale focalizzano l’attenzione sulla necessità di risolvere i problemi legati esclusivamente al risparmio e al consumo di energia e nei casi più virtuosi tale sensibilità incoraggia un maggiore utilizzo di materiali naturali. Tali azioni stanno diventando la buona regola da seguire, ma lasciano spesso in secondo piano il contesto e la ricerca spaziale.

Quando visitiamo il Pantheon ne rimaniamo immediatamente abbagliati, nessuno di noi si pone il problema di quanto l’edificio possa consumare e con quali stratigrafie esso sia stato costruito. Sono speculazioni che arrivano in un secondo momento, quando l’effetto della meraviglia sfuma e lascia il posto a domande e curiosità di ordine più pratico.

A tale principio dovrebbe ispirarsi oggi anche il progetto di edifici bioclimatici e bioecologici, superando un concetto di “sostenibilità”, che si accontenta di annullare le emissioni di CO2 senza preoccuparsi di dare anima alle architetture.

L’università e i corsi di specializzazione troppo spesso insegnano a isolare in modo efficace una casa senza porre l’attenzione sulla possibilità che determinate azioni, seppure virtuose, si sviluppino in modo organico con le regole base del buon progettare. In molti esempi proposti in ambito formativo, grandi aperture vetrate su fronti esposti a sud, prevalgono sulla volontà di incorniciare panorami ed elementi di rilievo che si affacciano a nord, dando luogo ad abitazioni completamente estranee al contesto e alle preesistenze di maggiore pregio che le caratterizzano.
Progettare e costruire oggi non rispettando l’ambiente è un atteggiamento di per sé, oltre che anacronistico, eticamente sbagliato. L’ecologia è pertanto uno dei vincoli del progetto architettonico, ma non il suo scopo ultimo. Per questo ritengo sia più proprio parlare di sostenibilità dell’architettura e non di architettura sostenibile.

Progettare in modo sostenibile è dunque una scelta esclusivamente etica.

L’architettura ha sempre il compito di interpretare il contemporaneo e a fronte di quello che sta accadendo – si pensi all’ alluvione avvenuta in Romagna – è giusto porsi alcune domande: è corretto costruire oggi come abbiamo fatto fino a ieri? Quale architettura dobbiamo immaginare per questa zone così fragili da un punto di vista ambientale?
Probabilmente, le risposte che possiamo dare prefigurano edifici molto diversi da quanto fatto fino ad ora.

Come sottolineato in premessa, chi svolge la professione di progettista deve focalizzare il proprio fare su aspetti compositivi e spaziali; la differenza reale, la fa esclusivamente la buona architettura, a prescindere dal vestito che indossa.

 

Legno alternativa obbligata al cemento e al mattone

Oggi però: “L’abito fa il monaco” se guardiamo al costruito da un punto di vista ambientale; in tal senso, il legno risulta un ottimo “capo da portare”: è rinnovabile, è naturale, è bello da guardare e da toccare, non ha componenti tossiche e invecchiando acquista in bellezza e fascino. Il  legno è, e sarà sempre, più protagonista negli anni a venire. Continuare a fare ricerca, lavorare alla definizione di un linguaggio e di un’estetica che diano vita a nuovi modelli architettonici, è una sfida complessa e affascinante.

Noi ci stiamo provando da quasi 25 anni, unendo alla sperimentazione di nuovi materiali concetti filosofici che caratterizzano il nostro tempo.

Personalmente, ho deciso di interessarmi al legno ed alle sue applicazioni in ambito architettonico, quando ho capito che ognuno di noi avrebbe dovuto agire in modo responsabile e immediato nei confronti del committente e, più in generale, del Pianeta.

L’idea di progettare ambienti che possono incidere sulla salute della persona che li vive, è una riflessione importante che mi ha fatto propendere per l’utilizzo di materiali naturali e non nocivi. A scala più ampia, lo stesso approccio vale anche per l’ambiente.

In questo senso dobbiamo pensare al legno come un’alternativa obbligata al cemento e al mattone; dobbiamo comprendere immediatamente che dobbiamo fare ricorso all’utilizzo esclusivo di materiali naturali provenienti da fondi rinnovabili. Il legno, in tal senso e in ambito edile, la fa da padrone. I vantaggi sono davvero molti, così come i preconcetti, purtroppo.

Vorrei pertanto smentire le opinioni che una casa di questo tipo brucia, marcisce ed ha una durata limitata. Gli edifici in legno sono paragonabili a quelli che definiamo “tradizionali” – in cemento e mattone; ma sono più ecologici, più sani e spesso – a parità di performance – più economici.

Bisogna pensare alla prefabbricazione in legno come ad un’alternativa obbligata alla struttura in muratura. Cambiare il nostro smartphone ogni 2 o 3 anni, non ci spaventa ed (ahimè) è quasi diventata un’azione obbligata, una prassi consapevole; con tempistiche più dilatate, anche per le nostre case accade più o meno la stessa cosa.
Le conoscenze avanzano, il contesto cambia e dobbiamo trovare le giuste soluzioni per progredire senza fare ulteriori danni.

Perché allora non accettare una tecnologia più adeguata ai tempi che viviamo? Quando parliamo di case in “legno” ci riferiamo principalmente alla sola componente statica, all’insieme di pilastri (o pareti) e solai che sorreggono la nostra abitazione. Le finiture esterne e quelle interne possono essere le più svariate: intonaco, metallo, pietra, etc..
Alcuni edifici una volta completati hanno un’anima di legno, ma un aspetto esterno decisamente diverso!

Chiudo ricordando che: ”Dove c’è vera sostenibilità c’è anche e soprattutto bellezza. La natura in termini di “bellezza” non delude mai.”

 

Architettura primitiva: preferire materiali autentici e naturali

Un altro aspetto che ha inciso in modo importante negli ultimi anni è la possibilità di accedere ad una infinità di informazioni in maniera immediata e, di conseguenza, spesso superficiale. Tutto ciò ha generato una cultura di tipo visivo da consumare a ritmi velocissimi, che non lascia spazio alla definizione di uno stile, alla possibilità di una verifica e di un confronto, al sedimento e quindi allo stratificarsi della memoria.

L’accelerazione e la velocità di consumo hanno atomizzato la realtà, agevolando il mondo del pensiero istantaneo, multitasking, leggero ed effimero; un pensiero estremamente fluido, disorientante, sovente fragile e privo di contenuti profondi.

Anche grazie a queste dinamiche, l’architettura si è tinta di verde a prescindere dall’effettivo grado di ecologicità che la caratterizza. Così, produttori di finestre con componenti plastiche presentano i loro prodotti come “green” facendoci notare che al microscopio la molecola della loro plastica somiglia a quella di un essere vegetale, mentre finte pietre stampate su materiali di sintesi ambiscono ad una nuova mineralità. La nuova moda imperante è il greenwashing.

Percepisco tale condizione come particolarmente artefatta, rumorosa e ridondante; ma l’architettura può aiutare a trovare appigli più solidi ai quali potersi affrancare. Si può pensare a un progettare che definirei primitivo.

In tale prospettiva si esclude tutto ciò che disgrega lo spazio e la luce, tutto quanto mette in discussione semplici verità (la ceramica che finge il legno, ad esempio). Si spoglia il progetto dal superfluo, si rifiutano materiali non autentici, si valorizzano le esigenze dei committenti attraverso la definizione di un loro spazio, posto in relazione con la luce che lo fa percepire.

Parallelamente, è necessario far ricorso alle nuove tecnologie - quali i processi di prefabbricazione - ma nel contempo è necessaria la definizione di un linguaggio contemporaneo capace di recuperare materiali naturali della tradizione: il legno, la paglia, il sughero, il gesso, la ceramica, la canapa, il ferro, etc.

Chi scrive di futuro prossimo e di ambiente dà per scontato che nel 2050 aria e acqua diverranno beni rari e preziosi; piccoli centri di montagna, oggi abbandonati, diventeranno i posti più richiesti - e più cari - dove acquistare casa e andare a vivere.

L’architettura a cui credo si muove lungo tale prospettiva, guarda all’essenziale pur non essendo miminalista affinché emozione e poesia possano manifestarsi senza veli, risultando indispensabili come l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo.

 

Il progetto Casa 4

Un esempio applicativo di questo approccio progettuale è Casa quattro, un'abitazione sostenibile caratterizzata da un'architettura estremamente semplice. Il progetto ha vinto quest'anno il Wood Architecture Prize di Klimahouse 2023 e si tratta di una casa realizzata con struttura prefabbricata in legno e isolata con la paglia di riso e il sughero.

Progetto Casa quattro, LCA Architetti.
Progetto Casa quattro, LCA Architetti.
(Simone Bossi)

La volontà del progettista e dei committenti è stata quella di lavorare ad un progetto bioecologico, eticamente corretto, con un'anima semplice e naturale e un'architettura nuda quasi primitiva.

I dettagli sul progetto sono qui:  Architettura in legno: Casa quattro, l'abitazione sostenibile progettata da LCA Architetti


BIO LCA

LCA architetti è uno studio di architettura fondato a Varese nel 2001 da Luca Compri. Il team si occupa di progettare edifici di varia tipologia e scala: dal piccolo oggetto di design al grande masterplan urbanistico.
Tutti i lavori sono caratterizzati dalla volontà di realizzare opere architettoniche altamente sostenibili, nel pieno rispetto delle persone e dell’ambiente. 
La capacità di organizzare e progettare lo spazio, la ricerca della bellezza, l’utilizzo della luce e dei materiali naturali, la cura del dettaglio e l’ottimizzazione dei costi sono elementi fondanti dell’iter lavorativo.
Ogni progetto è un percorso unico: tecnico, culturale, emotivo; pensato per soddisfare le diverse esigenze di ogni singolo committente.
In questi anni, lo studio LCA architetti ha vinto numerosi premi e ottenuto importanti riconoscimenti internazionali.
Parallelamente alla attività di progettazione, il team svolge attività di ricerca e di formazioni didattica in ambito accademico e professionale.

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