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La sicurezza degli impianti prima di tutto: la proposta del CNA a Casa Italia

Secondo il presidente nazionale di CNA Installazione Impianti Carmine Battipaglia, la messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano non può prescindere da una ricognizione dello stato di salute degli impianti e della loro messa a norma

Prima di tutto, la messa in sicurezza degli impianti. Nel'ambito di un vero piano antisismico che cambi profondamente lo stato dell'arte in materia, e quindi del progetto Casa Italia, secondo il CNA, serve un complessivo check up degli impianti, priorità da seguire se si vuole realmente affrontare la questione della sicurezza degli edifici.

Lo ha affermato il presidente nazionale di CNA Installazione Impianti, Carmine Battipaglia, la cui proposta trova fondamento anche dalla lettura del rapporto sul mercato della installazione di impianti curato dal CRESME per CNA, secondo il quale nel nostro paese negli edifici residenziali vi sono quasi 20 milioni di impianti termici (autonomi e centralizzati), più di 17 milioni di impiani di condizionamento, 12 milioni per la produzione di acqua calda sanitaria, 20 milioni di impianti elettrici ed elettronici e 930.000 impianti di sollevamento.

Il problema, secondo Battipaglia, è la bassa qualità degli impianti. Per cui sarebbe quantomeno "parzialmente efficace intervenire solamente sulle singole unità abitative, ma con ogni probabilità potrebbe invece essere più utile puntare ad un’opera di rigenerazione urbana che consenta il risanamento e l'efficientamento energetico su vasta scala di intere aree delle città e dei territori".

E' chiaro che per una corretta installazione degli impianti, serve seguire alla lettera le norme UNI e CEI in materia, mentre al termine dei lavori il Responsabile Tecnico dell’impresa deve rilasciare, sotto la sua personale responsabilità, una Dichiarazione di Conformità prevista per legge che sostanzialmente certifica la conformità dell’impianto installato. In questo senso, la mancanza di cultura per la sicurezza fomenta l'abusivismo, con la scarsa se non inesistente mancanza dei controlli da parte degli enti preposti a fare il resto.

"Nel DM 37/2008 manca infatti tutto il Capo II che disciplina il sistema di verifica degli impianti. Se non parte una consistente ed accurata attività di verifica degli impianti è illusorio aspettarsi risultati concreti in materia di messa in sicurezza degli stessi”, conferma lo stesso Battipaglia.