La scelta dei pannelli radianti a soffitto in un edificio a uffici
In questo breve articolo presentiamo un caso di studio in cui abbiamo cercato di fare incontrare le necessità normative e di certificazione richieste con le esigenze del mercato, attraverso proposte all’avanguardia dal punto di vista delle tecnologie impiegate, senza tuttavia avventurarsi in scelte avveniristiche di difficile comprensione per i clienti finali.
Il caso studio di "The Exchange" in Canada
Lo Stock Exchange Building di Vancouver, originariamente destinato a Borsa per il mercato azionario e poi suddiviso in uffici, è da circa due anni sottoposto a un importante intervento di ristrutturazione e ampliamento che porterà nel giugno 2017 alla nascita del nuovo edificio, denominato “The Exchange”. Il nome, legato alla storia passata del palazzo, vuole rimarcare come la progettazione sia stata volta a implementare tecnologie all’avanguardia e innovative, specialmente per il mercato nordamericano e, in alcuni casi, mondiale.
L’uso di luci a LED per l’illuminazione, e di sistemi radianti a soffitto per il condizionamento dell’aria in ambiente, il tutto inserito nel contesto della certificazione LEED Platinum, ha già reso la costruzione un successo sul competitivo mercato immobiliare della città canadese e un punto di riferimento per tutto lo stato dell’arte nel Nord America.
In particolare, è stato molto importante il coordinamento delle varie componenti progettuali e il lavoro di squadra con il comune scopo di arrivare a un sistema energeticamente efficiente, garantendo all’interno livelli di comfort di eccellenza, oltre a elevate abitabilità e flessibilità degli spazi.
Premessa
Fino ad alcuni anni fa alcuni sostenevano che l’installazione di un sistema di condizionamento potesse, in alcuni casi dovesse, portare alla realizzazione di un impianto che soddisfacesse le esigenze del cliente, anche coprendo eventuali mancanze progettuali. Altri sostenevano invece che un buon progetto, supportato da una adeguata direzione dei lavori, fosse necessario per arrivare a ottenere elevate prestazioni degli impianti di condizionamento. C’era poi chi, dalla parte dei costruttori, sosteneva di avere un prodotto talmente ben progettato e realizzato da rendere la progettazione superflua e le capacità di installazione praticamente trascurabili.
Oggi, vuoi per le accresciute aspettative dei clienti, vuoi per le amplificate necessità di un sistema costruttivo moderno dettate anche dalle normative, il buon prodotto, la curata progettazione e la perfetta installazione devono essere tutte presenti al fine di dare al cliente finale ciò che si aspetta; infatti, ciascuno di questi aspetti, anche se realizzato al meglio, potrebbero non bastare. Inoltre, l’impianto deve sempre essere più inserito nel contesto dell’edificio, anche dal punto di vista architettonico, e deve essere integrato al meglio con gli altri impianti, quale quello di illuminazione e quello antincendio. Una mancanza di sinergia tra fabbricato e impianti o fra i vari sistemi all’interno della costruzione, decreterebbero la “morte” di quest’ultimo dal punto di vista del mercato. Abbiamo esperienza diretta di edifici residenziali e commerciali italiani, che, anche se costruiti solo pochi anni fa, sono già “vecchi” dal punto di vista della tecnologia e dei concetti applicati, per cui sono di difficile collocazione sul mercato immobiliare.
In questo breve articolo presentiamo un caso di studio in cui abbiamo cercato di fare incontrare le necessità normative e di certificazione richieste con le esigenze del mercato, attraverso proposte all’avanguardia dal punto di vista delle tecnologie impiegate, senza tuttavia avventurarsi in scelte avveniristiche di difficile comprensione per i clienti finali. Il tutto è inserito nel contesto sempre più complesso di una ristrutturazione, anche se solo parziale.
Il caso di studio è rappresentato dallo Stock Exchange Building di Vancouver, British Columbia, Canada.
L'edificio
Il palazzo, costruito nel 1929 e quindi considerato storico per gli standard canadesi, fu inizialmente destinato a sede della Borsa Valori di Vancouver con i relativi uffici; come mostrato in Figura 2, era costituito da 12 piani fuori terra di pianta rettangolare, ciascuno di circa 800 m².
Esso è stato destinato a uffici fino a tre anni fa, quando la Credit Real decise che la sua posizione nel centro di Vancouver, mostrata in Figura 1, e lo spazio ancora disponibile all’intorno per un ampliamento lo rendevano ideale per un importante investimento immobiliare. Due anni fa sono iniziati i lavori.
Nella ristrutturazione è stata mantenuta la facciata originale, in quanto costruzione storica, che è stata però inserita in un grattacielo di nuova concezione, con una moderna facciata trasparente, ricca di movimento. Come è evidente dal confronto fra l’immagine del 1929 in Figura 2 e il rendering della nuova torre in Figura 3, la skyline della città è completamente cambiata e quindi il nuovo palazzo deve ora confrontarsi con le moderne costruzioni che lo circondano, non tanto dal punto di vista architettonico o estetico, quanto sul piano economico-commerciale del combattivo mercato immobiliare della città canadese, nel quale realizzare un edificio che si distingua dagli altri consente di avere vantaggi nella vendita delle unità immobiliari.
Figura 1 - Posizione dello Stock Exchange Building nel centro di Vancouver.
Figura 2 - Aspetto originario dello Stock Exchange Building.
Figura 3 - Rendering dell’edificio ristrutturato e ampliato, The Exchange.
Il progetto
Le linee guida del progetto sono state indirizzate alla creazione di una costruzione che si distinguesse per modernità e innovazione, senza però ricorrere a soluzioni troppo ardite e tali da spaventare i possibili clienti futuri.
Per prima cosa il progetto ha come obiettivo quello di essere certificato LEED Platinum, nella categoria “Heritage conversion”.
A questo scopo sono state adottate le seguenti principali misure:
- utilizzo di un sistema di condizionamento ad alta efficienza;
- utilizzo di un sistema di illuminazione ad alta efficienza con lampade LED;
- grande utilizzo dell’energia solare, sia termica sia fotovoltaica;
- vetrate a triplo strato;
- uso dell’acqua piovana per utenze non potabili.
Altre indicazioni sono reperibili sul sito www.theexchangebuilding.ca.
In generale, si è ottenuta una riduzione del 35% dei costi dell’energia, del 50% del consumo di energia e dell’85% delle emissioni di CO2.
L'impianto di condizionamento
Come già detto, per l’impianto di condizionamento è stato scelto un sistema a soffitto radiante con impianto ad aria primaria per ventilazione e deumidificazione in regime di raffrescamento.
I componenti principali dell’impianto sono illustrati in Figura 4.
Figura 4 - Componenti principali dell’impianto.
I pannelli radianti a soffitto della zona esterna sono ad alta resa termica, 100 W/m², riferita alla superficie attiva del pannello; possono lavorare in riscaldamento o in raffrescamento, con change-over gestito per esposizione. I pannelli interni invece sono a resa standard, 75 W/m², e lavorano solo in raffrescamento.
L’impianto di ventilazione è a dislocamento con diffusione dal pavimento attraverso bocchette circolari a portata regolabile; per la sua progettazione sono state seguite le linee guida (ASHRAE, 2013). La portata di aria di progetto negli ambienti di uso standard è di 1,2 vol/h.
Grazie alla tipologia di impianti utilizzata, è stato possibile realizzare due piani in più, a parità di altezza totale.
Il maggior sforzo richiesto al produttore del sistema radiante a soffitto è stato quello di raggiungere i livelli di resa richiesti su pannelli di grandi dimensioni, pari a 1350 mm • 1350 mm, il che ha portato a una revisione delle procedure progettuali dei pannelli.
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