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La ristrutturazione del mercato del cemento: un passo necessario che la filiera non capisce

Nei giorni scorsi sono accaduti due fatti importanti nell’ambito dei materiali da costruzione: l'acquisizione da parte di ITALCEMENTI-HEIDELBERG CEMENT del ramo italiano di CEMENTIR e la nascita di Thyssenkrupp Tata Steel

Nei giorni scorsi sono accaduti due fatti importanti nell’ambito dei materiali da costruzione:

  • acquisizione da parte di ITALCEMENTI-HEIDELBERG CEMENT del ramo italiano di CEMENTIR
  • nascita di Thyssenkrupp Tata Steel, una join venture al 50% tra i due colossi dell’acciaio tedesco ed indiano.

Ovviamente nella filiera del cemento italiana ci si è accorti solo del primo passaggio e, nel giro di poche ore, ho potuto registrare i soliti commenti, soprattutto nel settore del ready mix e del precast, ed essendo i “soliti” mi risparmio la fatica di ricordarli.

Ma il secondo annuncio deve portare tutta la filiera, anche la piccola impresa, anche il produttore mono impianto, anche il piccolo prefabricatore, anche l'applicatore specializzato, a una nuova riflessione.

La nascita di Thyssenkrupp Tata Steel, crea il secondo gruppo europeo – alle spalle di ArcelorMittal – con un giro d’affari intorno ai 15 miliardi di euro annui e 48.000 dipendenti (solo in Europa !!!) . Una concentrazione che avrà un peso sul mercato dell’acciaio e quindi anche sul settore delle costruzioni in acciaio. Gruppi più forti con maggiore capacità di investimento, di promozione, di penetrazione, anche in un mercato come quello italiano tradizionalmente più legato al mondo del cemento armato e del laterizio.

In una logica di filiera quindi occorre prendere atto che l’evoluzione dell’organizzazione industriale a livello globale sta muovendosi rapidamente verso una concentrazione dei produttori, rendendo la competizione non solo interna ai settori ma soprattutto esterna più ardua e bisognosa di risorse. Ricordiamo che peraltro Thyssen è ben presente nel nostro territorio nazionale.

Ogni appartenente alla filiera del cemento deve quindi auspicarsi che il settore abbia la capacità di ristrutturarsi e rafforzarsi, tenendo conto anche dei nuovi volumi di mercato, perchè si possano ritrovare le risorse per un sostegno dello sviluppo, della promozione dei materiali cementizi. Ristrutturarsi perchè negli ultimi 10 anni l’industria del cemento ha fatto registrare perdite da record con una continuità talmente evidente che solo l’antitrust non se ne accorta. Il prezzo del cemento italiano è circa la metà di quello della Francia, gli istituti di credito soffiano sul collo degli industriali medio piccoli (e in questo caso per medio piccoli non si intendono le PMI) perchè rientrino delle sofferenze maturate. E non ci sono risorse per sostenere l’evoluzione tecnica, la promozione del settore, la lobby politica, i rapporti con i professionisti, il presidio delle norme tecniche, la difesa dei mercati. Anzi, si chiudono le cementerie aumentando l’incidenza del trasporto. Una spirale negativa che poi si ripercuote su tutte le aziende di filiera. Le carpenterie in acciaio prendono il soppravento nella progettazione dei ponti, le travi in legno nei capannoni industriali, l’asfalto nelle ciclabili.

Servono risorse e per averle servono due cose:

  • una ristrutturazione industriale della filiera
  • e una crescita della mentalità imprenditoriale di tutte le aziende, grandi e piccole, per comprendere che i problemi sono diventati grandi e non si possono affrontare per singolo settore, anzi comparto.

La prima cosa è stranamente più facile della seconda, che riguarda le nostre teste e purtroppo ho ancora molti segnali, dall’alto e dal basso, che sia molto lontana dall’essere raggiunta. C'è chi continua a guardare con sospetto i fornitori o i clienti. C'è chi crede che la singola associazione possa da sola cambiare il mercato e che Federbeton sia inutile. C'è chi crede che si possa ragionare ancora in un sistema in cui sia solo un'anello della catena ad avere valore e non tutta la catena. C'è chi non si accorge che Federlegno con le entrate del salone del mobile sostiene anche il legno strutturale e che Fondazione Promozione Acciaio con le risorse dell'industria dell'acciaio sostiene la promozione delle carpenterie per il settore edile.

La filiera del cemento ha bisogno innanzitutto fare squadra, perchè per giocare (non dico vincere) in champions non basta un fuoriclasse, servono anche i Bagni, i Bonini, gli Oriali, i Tassotti, gli Ancelotti, ... e un buon spogliatoio.

Andrea Dari