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La ripresa del mercato delle costruzioni?...c'è ancora da aspettare

Costruzioni, De Albertis (ANCE): abbattimento fiscale e investimenti pubblici la ricetta per ripartire

Costruzioni, De Albertis (ANCE): abbattimento fiscale e investimenti pubblici la ricetta per ripartire

Niente da fare. Anche quest’anno l’edilizia resta in recessione.

A dirlo sono oltre all’Istat anche i principali enti di ricerca e di monitoraggio (ad eccezione del Cresme, che però a giugno ha ridimensionato le previsioni del novembre scorso indicando un misero +0,3%). Non si discosta da questo scenario il Centro studi dell’Ance che stima una contrazione del mercato in termini reali nell’anno in corso dell’1,3%. Sottolineando come, comunque, il trend si caratterizzi per un rallentamento del calo.

Nel 2014 la contrazione degli investimenti era stata, infatti, del 2,4% rispetto al 2013. A far bene al settore sono stati soprattutto gli incentivi per la riqualificazione edilizia ed energetica, che se come sembra verranno confermati nella Legge di stabilità continueranno a svolgere una funzione positiva. Gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo, si legge nell’Osservatorio congiunturale, rappresentano nel 2015 il 37% del valore degli investimenti in costruzioni e “sono l’unico comparto che continua a mostrare una tenuta dei livelli produttivi.” Ma per invertire in modo stabile il ciclo è necessario ben altro.

Se infatti non vi saranno alcuni cambiamenti nella politica fiscale e un’accelerazione nella spesa pubblica destinata agli investimenti anche l’anno prossimo non sarà quello buono per la ripresa. L’Ance stima infatti “a bocce ferme” un ulteriore calo nel 2016 dello 0,6%.

Secondo il nuovo presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, eletto alla guida dell’associazione nazionale a fine luglio, per rilanciare il settore e far ripartire il mercato dell’edilizia e delle costruzioni “oltre a una radicale riforma della tassazione immobiliare, è essenziale una riforma della pubblica amministrazione che allenti i vincoli burocratici e avvii un processo culturale e immetta nuove competenze in grado di assicurare alle imprese interlocutori adeguati e in grado di comprenderne le esigenze oltre che svolgere i doverosi controlli.
Fondamentale è che si possa disporre di un quadro normativo coerente, unitario e sufficientemente chiaro e stabile. Così come che si persegua rapidamente e con coerenza, senza tentennamenti e cedimenti ad interessi particolari, sulla strada della riduzione della spesa pubblica e del rilancio degli investimenti pubblici. Ci auguriamo, altresì, che il Governo, nella sua volontà di affermare un cambio di passo, imposti e attui una specifica politica industriale per le costruzioni, cosi da aggiungere quelli obiettivi sul fronte del contenimento dei consumi energetici e della riduzione dell’impatto ambientale che l’Europa ci chiede. Infine regole nuove sul fronte degli appalti pubblici rivedendo un sistema di selezione basato essenzialmente sul prezzo, con eccessiva pressione sulla riduzione dei costi, che sta disgregando il tessuto imprenditoriale più capace e strutturato.” Per De Albertis è fondamentale “creare un contesto economico e giuridico che consenta alle aziende di dedicare più tempo e più risorse al governo dei processi di produzione ed ai contenuti prestazionali dei prodotti e meno tempo, meno risorse alla gestione delle procedure formali ed amministrative.” L’altro fronte riguarda la maggiore efficacia degli investimenti e dell’uso delle risorse pubbliche a cui si deve accompagnare una sostanziale revisione dei meccanismi che regolano il sistema degli appalti pubblici. Per il Presidente dell’Ance “l’attuale modello di qualificazione, poco selettivo, e che prescinde da qualsiasi valutazione dell’ esperienza acquisita e dell’ efficacia dell’attività svolta, non è in grado di rispondere alle mutate esigenze del mercato che esige competenze sempre più marcate al pari con l’evoluzione tecnologica e organizzativa. I meccanismi di qualificazione delle imprese e la loro selezione devono quindi essere maggiormente orientati alla reale specializzazione e professionalità delle aziende , favorendo una selezione basata sulla qualità e che nel contempo determini la loro crescita dimensionale, organizzativa e tecnologica.”

Alfredo Martini  

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