Università
Data Pubblicazione:

La "Ricerca Universitaria" e "La storia di Messina" tra il '700 e il '900

ORDINE INGEGNERI MESSINA

locandina-evento_mallandrino.jpg

IL 14 SETTEMBRE ALLE ORE 17:30 PRESSO LA VILLA CIANCIAFARA IN MESSINA SI TERRA' UN IMPORTANTE EVENTO CULTURALE FRUTTO DI ATTIVITA' DI RICERCA CONDOTTA DAL LABORATORIO STUDI DCOME 1908 (DIP. INGEGNERIA DI MESSINA) CHE RACCOGLIENDO LA DOCUMENTAZIONE STORICA GENTILMENTE FORNITA DALLA FAM. MALLANDRINO E' RIUSCITA A SCOPRIRE, NARRARE E RACCONTARE CIO' CHE ANCORA OGGI MOLTI MESSINESI NON CONOSCONO ...

ABBIAMO CHIESTO ALLA PROF. ORNELLA FIANDACA (UNIME) DI PREDISPORRE UN ARTICOLO DI SINTESI SU QUANTO VERRA' TRATTATO CON LA MOSTRA DEL 14 SETTEMBRE ...

Sintesi dell’attività di ricerca

L’identità di una città è da ricercare nelle stratificazioni storiche che hanno contraddistinto le diverse epoche attraversate. Questo è ancor più vero a Messina, narrata come un luogo senza passato, perché più volte cancellato da ripetuti terremoti. A dispetto di questa “falsa verità” emerge sempre, indagando “fra le macerie”, una rinascita con caratteri peculiari, una nuova fisionomia da cogliere e rappresentare. Il Laboratorio di Studi doCme 1908: Centro di Documentazione per Messina (Dipartimento di Ingegneria UniME) è tornato a farsi interprete di tale esigenza: riscoprire frazioni di identità mai compiutamente indagate traendone i lineamenti da un patrimonio documentario inedito, conservato dagli architetti/ingegneri della famiglia Mallandrino le cui attività, dal XVIII al XX secolo, si sono più volte intrecciate con quelle della ricostruzione di Messina a seguito dei danni prodotti dalle scosse telluriche del 1783, 1894, 1908.

Questa considerevole risorsa accumulata in due secoli, composta da progetti, strumenti, libri e quanto necessario nell’esercizio della professione, gelosamente custodita e tramandata da una generazione all’altra, è stata idealmente “consegnata” alle autrici per farne oggetto di analisi archivistiche, elaborazioni storico-architettoniche e divulgazione culturale.

Sulla componente documentaria si è quindi intrapreso, a partire da un inventario familiare compilato nel 1926-27, un processo di schedatura secondo lo standard internazionale ISAD-G (General International Standard Archival Description 2000) per dotare l’Archivio Mallandrino di un ordinamento “scientifico” dal quale è stato possibile desumere scenari finora inesplorati della cultura urbanistica, architettonica e tecnica di Messina in questo spaccato temporale.

L’analisi critica del complesso sistema documentario è stata il fulcro non soltanto di riflessioni saggistiche affrontate con ottiche disciplinari plurali ma altresì di una lettura del patrimonio grafico che ci ha consentito di selezionare e promuovere un materiale iconografico di rilevante qualità riferito alla formazione e alla professione degli architetti, Pasquale (1760-1833) e Giuseppe (1810-1897), e degli ingegneri Pasquale (1847-1921) e Giuseppe (1882-1964), Mallandrino, per una rassegna specifica da mostrare e divulgare.

La finalità ultima della ricerca storica condotta è quindi triplice: conservare e promuovere la memoria contenuta in questo patrimonio archivistico privato al quale si è riconosciuta dignità “istituzionale” di interesse culturale; interpolare i dati per tracciare originali frammenti identitari della città di Messina in diverse fasi storiche; ma soprattutto fissare delle basi di partenza scientifica per qualsiasi intervento di rigenerazione urbana in un luogo “controverso” per lo sviluppo del quale la memoria storica può fare la differenza.

La Mostra

Il percorso di ricerca svolto all’interno dell’Archivio Mallandrino è stato restituito attraverso l’esposizione di una selezione del patrimonio documentario conservato, organizzata in un percorso che intende, per ciascun architetto/ingegnere della famiglia evidenziare il profilo formativo e quello professionale. Sono state elaborate 74 tavole iconografiche accompagnate da documenti originali – riconoscimenti, progetti, appunti autografi – da strumenti di lavoro originali e da libri pregiati – manoscritti, trattati, manuali,– di proprietà della famiglia che hanno contribuito all’esercizio professionale di quattro generazioni durante due secoli di storia della città dal ‘700 al ‘900.

Introduzione al lavoro di ricerca svolto

La ricostruzione edilizia di Messina in seguito all’ultimo terremoto sembra, nella narrazione ormai consolidata, essere stata gestita nelle stanze ministeriali romane, progettata da archistar nazionali e affidata all’imprenditoria esperta in “strutture in calcestruzzo armato”, anche questa non locale. Una ricerca maturata negli ultimi anni, nell’ambito del Laboratorio di Studi doCme1908: Centro di Documentazione per Messina (Dipartimento di Ingegneria_UniMe), ha restituito una realtà più complessa e articolata, in cui la compartecipazione fra istituzioni nazionali e amministrazioni locali, professionisti di varia provenienza e altri messinesi, imprese del nord Italia con sedi aperte per l’occasione in città ma anche altre ivi radicate da anni, è divenuto un interessante campo di indagine che ha rivelato inedite “storie” di quelle fasi post sisma che hanno condotto alla città del Novecento.

Questo segmento di ricerca è rivolto all’analisi di un archivio privato, quello della famiglia Mallandrino - il cui destino, accogliendo diverse generazioni di progettisti, si è intrecciato alle sorti della città dal XVIII al XX secolo – per evidenziare quale contributo è stato fornito allo sviluppo culturale di Messina dagli architetti/ingegneri, che esercitarono nelle sedi istituzionali, procedurali e progettuali.

La loro è una storia avvincente e singolare che si articola secondo canoni e stilemi differenti a fronte di tre eventi sismici 1783, 1894, 1908 ma sempre in linea con le più avanzate frontiere nazionali, con azioni e proposte almeno assimilabili con quanto si poteva scorgere altrove in termini di ambizioni compositive, conoscenze strutturali, capacità tecnologiche, se non addirittura più avanzate; e non manca la partecipazione personale alle decisioni strategiche che in ogni circostanza “disastrosa” hanno contribuito a formulare. Cariche politiche nelle sedi amministrative, ruoli istituzionali di supporto alle Soprintendenze ai Beni Culturali, riconoscimenti ministeriali e menzioni onorevoli, compiti organizzativi di esposizioni, mostre ed eventi, hanno riguardato l’esercizio professionale dei Mallandrino, aggiungendo al contributo tecnico specifico un’immedesimazione concreta alle sorti della città.

Una testimonianza eloquente dell’esistenza di una scuola messinese di indiscutibile qualità in uno scenario internazionale che ha visto l’istituzione di nuove figure specialistiche alla fine del Settecento, la messa a punto di una prassi formativa adeguata per tutto l’Ottocento e l’attribuzione di competenze precise e distinte agli inizi del Novecento. Gli ingegneri e gli architetti della famiglia Mallandrino hanno seguito l’intero percorso, ovunque si concretizzasse la possibilità di esplorarlo.

L’esigenza di segnalare queste note, talvolta dissonanti rispetto alla storia ufficiale, deriva proprio dal fatto che alcuni segnali di intraprendenza culturale sono stati sottaciuti o dimenticati.

È pur vero che esiste una tradizione di studi su opere autorevoli e governative, o su alcuni casi episodici di paternità, magari incerta se pure influente (Coppedè, Bazzani, Rovigo, Calandra) ma proprio questi hanno offuscato una tassonomia di edilizia diffusa, altrettanto rilevante, ma ancor più le vicende dei loro progettisti. Si vuole quindi seguire l’origine, lo sviluppo e le influenze delle diverse generazioni di professionisti Mallandrino, sullo sfondo dell’evoluzione dell’architettura/ingegneria, nelle reciproche interazioni con la tormentata storia urbana di Messina.

La finalità ultima di questo approfondimento è di contribuire a ricomporre la “Scuola degli architetti e degli ingegneri” a Messina fra XVIII e XX secolo: un nuovo ambito della conoscenza, di frontiera tra la storia della scienza, la storia della tecnica, la storia dell’architettura, la storia della città da affrontare operando su più versanti.

Il primo fronte riguarderà la ricerca e l’analisi degli archivi familiari conservati, procedendo così alla schedatura dei documenti secondo un protocollo internazionale, lo standard ISAD (G) - General International Standard Archival Description, e traendo dalla rielaborazione dei documenti le informazioni che alimentano il tema indagato.

Un secondo, indiretto, si propone di attingere a fonti bibliografiche e archivistiche istituzionali per reperire informazioni su architetti e ingegneri e sulla loro “eredità” culturale di cui non si è conservata memoria presso familiari e studi professionali.

Un terzo intende verificare nuove piste, per ricostruire i tanti eventi e le molteplici vicende non ancora studiati che possono contribuire a rintracciare tasselli relativi alla formazione e alla professionalità di una scuola locale di architettura e di ingegneria.

Uno studio entusiasmante, che conduce a investigare su territori inesplorati, a mettere le mani in archivi mai consultati, a riesumare bibliografie non battute e a scoprire personaggi dimenticati, opere sconosciute, temi non consueti, storie inedite.

Contestualmente si procederà alla digitalizzazione dei documenti e alla strutturazione di database per rendere consultabili i materiali elaborati e implementabile, con continuità, la conoscenza sul tema. 

Al fine di sviluppare questa ricerca, all’interno del Laboratorio di Studi doCme1908 si è costituito un gruppo di lavoro con l’impegno di apripista per l’individuazione e la diffusione metodologica alla riscoperta degli archivi privati di professionisti locali. Per questa iniziativa la composizione è trasversale con la finalità di coprire le competenze interdisciplinari di storia dell’architettura (Francesca Passalacqua), di tecnologia e procedimenti costruttivi (Ornella Fiandaca) e di strutturazione e informatizzazione delle conoscenze elaborate (Alessandra Cernaro).

Indispensabile l’apporto di quanto custodito nei secoli dalla famiglia Mallandrino, dal patrimonio documentario che nel tempo ha acquisito la fisionomia di un vero e proprio archivio, ai volumi che compongono una ricca e poliedrica biblioteca privata, dalle testimonianze dei familiari alle memorie di quanti hanno frequentato i protagonisti, su cui innestare altre fonti archivistiche, fotografiche, bibliografiche.

Al patrimonio consultato ci si potrà a buon diritto riferire denominando le fonti archivistiche come Archivio Mallandrino (AM-Me) e le fonti bibliografiche come Biblioteca Mallandrino (BM-Me), sia per la presenza degli inventari elaborati nel 1926-27 da Giuseppe Mallandrino Marangolo, quale originaria espressione di una volontà di sistematizzazione, sia per il lavoro di catalogazione e schedatura da noi condotto a partire dal 2017, quale riconoscimento di un interesse culturale che necessita di azioni di conservazione e valorizzazione.

Attraverso la rilettura e l’interpolazione di questi “materiali” si potrà orientare non soltanto la conoscenza delle vicende di una genia di professionisti ma anche approdare alla storia delle città vissute e costruite e delle epoche attraversate e arricchite; e si contribuirà a conservare la memoria da essi tramandata, dando loro una forma digitale meno vulnerabile di quella cartacea e con maggiore capacità di contaminare e raggiungere territori fisici e concettuali più ampi.

Ci si propone infine una divulgazione capillare che deve raggiungere un pubblico esteso e sensibilizzare studiosi, ma anche cittadini e curiosi, alla rivalutazione di una cultura autoctona, della qualità dei protagonisti, del valore delle opere nonché di allertare le istituzioni preposte sulla necessità di promuovere questo patrimonio sconosciuto (o ignorato) sebbene sotto gli occhi di tutti.

Prof.ssa Ornella Fiandaca

Università

News e approfondimenti dal mondo accademico riguardanti i corsi di laurea e di specializzazione, i master e le borse di studio.

Scopri di più