La progettazione di un pavimento industriale: esigenze di planarità per le diverse destinazioni d'uso
Data di pubblicazione originale dell'articolo: 29/5/2012
È una questione ancora dibattuta, nondimeno appare doveroso porsi la seguente domanda: i pavimenti industriali sono da considerarsi una struttura?
Se per struttura si intende un insieme organico di elementi atti a sostenere vari tipi di azioni, la risposta è affermativa. Anche se morfologicamente molto semplice rispetto alle strutture in elevazioni che siamo abituati a considerare, tuttavia ognuno dei vari componenti di una pavimentazione industriale svolge un ruolo significativo nel sostenere le varie azioni che agiscono su di essa.
Tutt’altro che banale è poi la modellazione matematica del comportamento di un pavimento industriale che richiede o l’integrazione di un’equazione differenziale del 4° ordine (vedi Figura 1) o l’impiego di metodi numerici ad elementi finiti (FEM).
Figura 1. Equazione differenziale dell’equilibrio di una piastra.
Per tali ragioni, e considerando il carattere prestazionale delle stesse, a mio avviso anche le pavimentazioni rientrano nel NTU; si legge infatti nella premessa del DM 14/01/208: “Le presenti Norme tecniche per le costruzioni definiscono i principi per il progetto, l’esecuzione e il collaudo delle costruzioni, nei riguardi delle prestazioni loro richieste in termini di requisiti essenziali di resistenza meccanica e stabilità …”
Si rammenta infine che le azioni su una pavimentazione industriale possono raggrupparsi in:
- Carichi distribuiti (poco significativi), materiale in mucchi o cataste 10 - 50 kN/m2;
- Carichi concentrati (importanti), veicoli, mezzi d’opera, scaffalature, ecc.;
- Distorsioni (determinanti), ritiro, variazioni termiche, ecc..