La progettazione degli interventi di ripristino delle opere in calcestruzzo: quali sono le priorità progettuali
Quali sono i criteri con cui un progettista sceglie la tecnologia per gli interventi di ripristino delle strutture in calcestruzzo armato: lo abbiamo chiesto a 400 figure del settore, ecco le risposte, e i miei commenti.
Le scelte prioritarie nella progettazione degli interventi di ripristino delle opere in calcestruzzo armato
Un sondaggio fatto da INGENIO
Il mondo della progettazione sta avendo un'evoluzione senza precedenti, dovuta soprattutto a tre driver: la digitalizzazione, la sostenibilità, la necessità di dover intervenire su un patrimonio costruito importante per garantirne la sicurezza.
Le attrezzature digitali sono sempre più potenti, in grado di gestire software con algoritmi sempre più complessi e specialistici, con costi accessibili ormai a tutti i progettisti.
Questo sta provocando un cambiamento radicale nel mondo della progettazione, sia per quanto riguarda l'organizzazione e la dimensione degli studi, sia per quanto riguarda la capacità di poter gestire un numero crescente di variabili.
La necessità di operare nella direzione della sostenibilità ha poi aumentato le variabili che il progettista deve prendere in considerazione, come gli EPD dei prodotti, la sicurezza e l'impatto ambientale della cantierizzazione, l'analisi del fine vita, ... e non sempre tutte queste valutazioni sono supportate da numeriche disponibili.
Inoltre, l'antropizzazione del pianeta negli ultimi 100 anni, in particolare nell'immediato dopoguerra, ha portato oggi a un'emergenza sicurezza per le opere realizzate quando le conoscenze sulla durabilità dei materiali e sui metodi di calcolo erano molto ridotte, e oggi ci troviamo nella situazione di dare priorità alla riduzione del rischio del patrimonio esistente.
In questo contesto con INGENIO ci siamo posti due domande:
- Quanto l’evoluzione degli strumenti di calcolo potrà influenzare la scelta delle tecniche di intervento di ripristino delle opere in cemento armato?
- Nella scelta delle tecnologie per gli interventi di ripristino delle opere in cemento armato quali parametri peseranno maggiormente nelle scelte del progettista?
E abbiamo cercato una risposta attraverso la collaborazione dei nostri lettori chiedendo a una serie di contatti qualificati di partecipare alla nostra indagine. Siamo arrivati a quasi 400 risposte.
Ne emerso un quadro interessante, con molte sorprese, che cercherò di riportare e commentare in questo articolo.
Prima di proseguire nella lettura ... prova a rispondere al sondaggio. Potrai verificare poi con l'articolo come si colloca il tuo pensiero rispetto ai risultati ottenuti.
Ecco il LINK per partecipare all'indagine.
La progettazione degli interventi di ripristino delle opere in calcestruzzo: l'effetto della digitalizzazione
La domanda che abbiamo posto era:
"Quanto l’evoluzione degli strumenti di calcolo potrà influenzare la scelta delle tecniche di intervento di ripristino delle opere in cemento armato?"
Il 70,8% di chi ha partecipato al sondaggio ha detto di sì.
Personalmente il risultato mi ha sorpreso, mi sarei aspettato una percentuale più alta.
Entrando nel merito delle risposte per categoria risulta che il mondo accademico è allineato a questa media: il 70% ha votato sì, il 30% no, nessuno è risultato indeciso. Stessa situazione per le società di ingegneria, che conferma il 70%, il 27% ha votato no, il 3% indeciso.
La situazione cambia per i tecnici della pubblica amministrazione, dove i sì calano al 60%, e per i liberi professionisti, con i sì al 65%.
Il dato quindi evidenzia come vi sia una maggioranza di figure del settore che ritiene che con la digitalizzazione ci saranno cambiamenti non solo nei modelli di progettazione ma anche nella scelta delle tecnologie, ma una fetta ancora importante di persone la pensa diversamente.
La progettazione degli interventi di ripristino delle opere in calcestruzzo: quali sono le variabili più importanti
Con la seconda domanda abbiamo voluto indagare quali caratteristiche siano ritenute più importanti nella progettazione degli interventi di ripristino delle opere in calcestruzzo.
Abbiamo fornito 21 potenziali risposte e ogni partecipante ne poteva scegliere al massimo 5.
Anche in questo caso sono arrivate delle sorprese.
Vediamo quindi la classifica che si è generata.
La durabilità dell'intervento di ripristino al primo posto
La risposta più votata è stata quella relativa alla durabilità dell’intervento. Più di una persona su due ha votato questa scelta.
A mio parere l’ingegneria, con questa risposta, ha vinto: quando devo eseguire un intervento di ripristino su una struttura in calcestruzzo, il tema della durabilità è fondamentale, anche perché si ha la consapevolezza che i controlli successivi non sempre verranno fatti, non sempre saranno in grado di poter accertare la durata dell’intervento, e non sempre è facile intervenire.
Ecco le percentuali di scelta di questo parametro:
Durabilità dell’intervento di ripristino
- Risposte totali: 50%
- Mondo accademico: 38%
- Liberi Professionisti: 48%
- Società di Ingegneria: 70%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 63%
- Fornitori: 38%
È notevole osservare la disparità nelle percentuali di risposta tra le categorie interessate dal sondaggio.
Tra i professionisti delle società di ingegneria, la durabilità emerge come uno dei cinque principi chiave, selezionata oltre sette volte su dieci, con più del 70% dei voti. Tale priorità diminuisce tra i liberi professionisti, scendendo al 48%, e ancor di più nell'ambiente accademico, dove si attesta al 38%. I Tecnici della PA (dove però abbiamo meno votanti) si assestano al 63%.
Colpisce che in ambito accademico la durabilità non figura come priorità principale, essendo superata dai costi di intervento, dall'affidabilità e dalla semplicità di applicazione, collocandosi dunque in quarta posizione.
Questa marcata differenza tra i professionisti attivi nel mercato della progettazione e quelli nel mondo accademico, responsabili della stesura delle norme, è indicativa. Sottolinea l'urgente necessità di un dialogo più incisivo e di una collaborazione più stretta tra i due ambiti.
Allineati con l'Università e quindi disallineato con Liberi Professionisti e Società di ingegneria i fornitori del settore interpellati: anche loro al 38%. Ovviamente questo è un dato che deve fare riflettere chi opera nel mercato.
I costi dell’intervento di ripristino: impossibile non tenerne conto.
A breve distanza come risultato vi è il tema del costo della tecnologia (47%), quasi un partecipante su due l’ha scelto.
Meno distanti tra loro nelle risposte le diverse categorie, ed è il mondo accademico questa volta ad avere “scelto” questa opzione come prioritaria, con quasi il 56%.
All’estremo opposto i fornitori, ma questo forse potevamo aspettarcelo.
- Risposte totali: 47%
- Mondo accademico: 56%
- Liberi Professionisti: 48%
- Società di Ingegneria 48%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 46%
- Fornitori: 42%
L'applicazione ai primi posti dei parametri
Il tema dell’applicazione è importante e ce ne accorgiamo dal fatto che due argomenti collegati ad essa sono terzi e quarti in questa speciale classifica.
Innanzitutto l’Affidabilità dell’applicazione della tecnologia, che raccoglie il 37% dei consensi, ed è stata la scelta, quindi, di quasi quattro persone su dieci. Sorprende il dato dei tecnici della pubblica amministrazione (33%) e dei fornitori (27%), che probabilmente sottostimano l’importanza di questo fattore.
E’ certo che il tema della qualità della manodopera sia centrale rispetto alla riuscita dell’intervento, e che vi sia un crescente problema di reperimento di operai specializzati con sufficiente conoscenza ed esperienza. Ecco che allora l’affidabilità e la facilità dell’applicazione della tecnologia rappresentano un punto cardine nella scelta del tipo di intervento.
Soprattutto per i professionisti, che firmano i progetti con i loro nomi ma non sempre hanno la possibilità di presidiare il cantiere in cui l’intervento viene realizzato.
Affidabilità dell’applicazione della tecnologia
- Risposte totali: 37%
- Mondo accademico: 42%
- Liberi Professionisti: 46%
- Società di Ingegneria 40%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 33%
- Fornitori: 27%
Facilità dell’applicazione della tecnologia
- Risposte totali: 36%
- Mondo accademico: 46%
- Liberi Professionisti: 43%
- Società di Ingegneria 32%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 33
- Fornitori: 26%
Ai partecipanti al sondaggio abbiamo anche chiesto quanto leggono Ingenio
Oltre l'80% delle persone scelgono di leggere INGENIO. Un risultato che ci onora e ci spinge a migliorare le nostre attività editoriali.
Non basta valutare i costi di intervento, ma anche quelli di manutenzione successiva
Quanto accaduto con il crollo del ponte sul Polcevera, che ha acceso un faro su l’intero problema della manutenzione delle opere infrastrutturali, ci fa comprendere perchè quasi tre partecipanti su dieci abbiano scelto i "Costi di manutenzione" come voce importante da prendere in considerazione.
Unico dato discordante su una votaziona abbastanza omogenea è quella dei fornitori (19%). Manca probabilmente ancora una consapevolezza sul problema.
E con una percentuale simile anche la voce “ Ispezionabilità dell’intervento fatto con la specifica tecnologia”, che è collegata sempre al tema del “post intervento”.
In questo caso salta agli occhi il:
- 35% delle società di ingegneria, probabilmente proprio per il loro coinvolgimento oggi nelle attività di monitoraggio e controllo delle strutture esistenti;
- 10% dei fornitori, solo uno su 10, confermando quanto già scritto sopra per i costi di manutenzione.
Costi di manutenzione
- Risposte totali: 27%
- Mondo accademico: 32%
- Liberi Professionisti: 26%
- Società di Ingegneria 32%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 33
- Fornitori: 19%
Ispezionabilità dell’intervento fatto con la specifica tecnologia
- Risposte totali: 25%
- Mondo accademico: 26%
- Liberi Professionisti: 27%
- Società di Ingegneria 35%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 25%
- Fornitori: 10%
Il ruolo del fornitore e il suo supporto
Al 25%, quindi nella parte alta della classifica, il supporto tecnico del fornitore. Ma si tratta di un dato sfalsato dal fatto che una categoria dei partecipanti ha votato in massa per questo fattore.
L’evoluzione tecnica corre, i casi sono sempre più diversi e specifici, la complessità rappresenta una costante degli interventi sul costruito e quindi il poter contare sul supporto del fornitore può essere un valore importante.
Ma non per tutti.
Per le società di ingegneria la percentuale scende al 18%, probabilmente per la loro organizzazione multispecialistica che consente di poter operare senza supporto esterno.
Per i fornitori invece questa voce è la più importante, pesa il 50% dei voti, uno su due.
Si tratta di un risultato che deve indurre a una riflessione del settore: il valore del supporto tecnico è sovrastimato dai fornitori? oppure è correttamente valutato ma poi non si riesce a trasmetterne il valore al mercato?
Occorre una valutazione più approfondita del tema, perchè qualora fosse vera la seconda ipotesi, allora occorre probabilmente ripensare i modelli di supporto e assistenza tecnica.
Molto meno importante la possibilità di poter contare su un software dedicato.
Siamo al 18%, meno di uno su cinque, percentuale che crolla all’11% per le società di ingegneria, quindi uno su nove. E il dato generale è sovrastimato se si guarda le percentuali delle singole categorie (saremmo al 15% se conisderassimo solo i progettisti).
Questo dato così basso è probabilmente giustificato dal fatto che oggi la disponibilità di software in grado di poter affrontare situazioni complesse e specifiche è sempre più ampia, in particolare per le organizzazioni più grandi del mondo della progettazione. Non servono quindi software proprietari che pur essendo specializzati sulla singola tecnologia probabilmente non sono potenti quanto i software di progettazione disponibili sul mercato.
Anche in questo caso le risposte dei fornitori (35%) si discostano rispetto a quelle dei loro clienti.
Più che un software ai progettisti delle Società di ingegneria servono le informazioni. Il 26% delle figure che hanno partecipato al sondaggio hanno votato questo parametro, più di una su quattro.
Supporto tecnico del fornitore
- Risposte totali: 25%
- Mondo accademico: 34%
- Liberi Professionisti: 26%
- Società di Ingegneria 17%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 29%
- Fornitori: 50%
Disponibilità di un software dedicato
- Risposte totali: 18%
- Mondo accademico: 24%
- Liberi Professionisti: 20%
- Società di Ingegneria: 11%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 21%
- Fornitori: 35%
Quantità di informazioni della tecnologia utilizzabili in fase di calcolo
- Risposte totali: 19%
- Mondo accademico: 18%
- Liberi Professionisti: 21%
- Società di Ingegneria: 26%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 8%
- Fornitori: 19%
La sostenibilità è un valore per questi interventi?
Avevamo previsto più parametri per il tema sostenibilità, e abbiamo ottenuto uno scenario di risposte interessanti.
Innanzitutto prevale la visione olistica dell'intero intervento: l'unico parametro che è stato scelto in modo consistente è quello del "Livello di Sostenibilità dell’intero intervento" (24%), mentre "Impronta di CO2 del materiale usato dalla tecnologia" (8%), "Analisi LCA" (7%), "Facilità di riciclo a fine vita" (6%) hanno avuto un'attenzione minimale
Appare chiaro che il mondo della progettazione ha una visione della sostenibilità che vuole tenere conto dell'insieme dell'intervento, e non l'impatto del singolo materiale.
Su come farlo, visto il basso punteggio ottenuto dalla Life Cycle Analysis, forse le idee non sono ancora del tutto chiare, ma l'orientamento è quanto mai netto.
Livello di Sostenibilità dell’intero intervento
- Risposte totali: 24%
- Mondo accademico: 26%
- Liberi Professionisti: 20%
- Società di Ingegneria 25%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 29%
- Fornitori: 37%
Impronta di CO2 del materiale usato dalla tecnologia
- Risposte totali: 8%
- Mondo accademico: 10%
- Liberi Professionisti: 7%
- Società di Ingegneria: 5%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 4%
- Fornitori: 14%
Analisi LCA
- Risposte totali: 7%
- Mondo accademico: 4%
- Liberi Professionisti: 6%
- Società di Ingegneria: 8%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 0%
- Fornitori: 13%
Facilità di riciclo a fine vita
- Risposte totali: 6%
- Mondo accademico: 6%
- Liberi Professionisti: 6%
- Società di Ingegneria: 8%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 4%
- Fornitori: 6%
Certificazione delle tecnologie: burocrazia o valore ?
Interessante il quadro di risposte su questo argomento, che ha raggiunto il 20% dei consensi.
Per i tecnici della pubblica amministrazione, stranamente, è però in coda alle preferenze (8%), mentre per i fornitori, coloro che fanno la "fatica" per arrivare a questo requisito, siamo a una percentuale molto alta (28%).
Livello di certificazione della tecnologia
- Risposte totali: 20%
- Mondo accademico: 18%
- Liberi Professionisti: 14%
- Società di Ingegneria: 18%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 8%
- Fornitori: 28%
Il peso della tradizione
Quando un'azienda deve proporre un prodotto o una tecnologia all'interno di un mercato, più o meno maturo, la prima preoccupazione è quella di comprendere quanto questo sia aperto a nuove soluzioni. Per questo motivo nel questionario abbiamo introdotto due parametri, apparentemente simili.
Con il primo abbiamo voluto valutare quanto pesi la conoscenza personale di una tecnologia nelle scelte del progettista, con il secondo quanto invece sia importante, a prescindere dalla conoscenza personale, la sua storica presenza sul mercato.
Come ci aspettavamo è il primo dei due parametri quello più importante, ovvero la conoscenza personale. Il professionista firma il progetto e quindi garantisce la bontà delle sue scelte. La conoscenza personale, che significa l'esperienza diretta conseguita, è stata votata da più di un progettista su quattro. Anche in questo caso notiamo un forte distaccamento da parte del mondo universitario e dei fornitori.
Pesa poco invece la presenza storica del mercato. E su questo tutti sono d'accordo.
Abbiamo infine voluto valutare anche il potenziale legame che può esserci tra territorio e tecnologia prevedendo il parametro "Disponibilità della tecnologia sul territorio di intervento". Un legame che esiste, perchè il voto medio è più alto dei precedenti, in particolare per i "Tecnici della Pubblica Amministrazione" e per i "liberi professionisti".
Conoscenza storica personale della tecnologia
- Risposte totali: 17%
- Mondo accademico: 12%
- Liberi Professionisti: 23%
- Società di Ingegneria: 20%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 21%
- Fornitori: 12%
Storicità della tecnologia
- Risposte totali: 8%
- Mondo accademico: 8%
- Liberi Professionisti: 10%
- Società di Ingegneria: 8%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 13%
- Fornitori: 9%
Disponibilità della tecnologia sul territorio di intervento
- Risposte totali: 19%
- Mondo accademico: 16%
- Liberi Professionisti: 27%
- Società di Ingegneria: 16%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 29%
- Fornitori: 14%
La robustezza degli interventi di ripristino
Non ci siamo limitati a chiedere quanto sia importante la robustezza, ma l'abbiamo fatto in relazione a tre ambiti: ai problemi di applicazione, alla variazione dei parametri ambientali, alla varianzione dei parametri funzionali.
I tre parametri hanno sostanzialmente avuto lo stesso numero di voti, assestandosi intorno al 17%.
Interessante però leggere le risposte per le diverse categorie, e allora emergono delle differenze.
Per il mondo accademico, per esempio, i l tema della robustezza (come era avvenuto per la durabilità) è molto meno interessante, con una media dell'11% generale.
Per i liberi professionisti ci si assesta intorno al 15% nelle risposte, quindi al di sotto del giudizio generale, in modo equivalente sui tre parametri, mentre le Società di ingegneria danno maggior peso ai problemi connessi all'applicazione e alla variabilità degli aspetti funzionali.
Sono i tecnici della pubblica amministrazione quelli più interessati a questo parametro, con un 33% registrato sulla variazione dei parametri ambientali.
Robustezza della tecnologia rispetto ai problemi di applicazione
- Risposte totali: 17%
- Mondo accademico: 12%
- Liberi Professionisti: 15%
- Società di Ingegneria: 23%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 17%
- Fornitori: 13%
Robustezza della tecnologia rispetto al variare dei parametri ambientali
- Risposte totali: 16%
- Mondo accademico: 10%
- Liberi Professionisti: 15%
- Società di Ingegneria: 15%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 33%
- Fornitori: 18%
Robustezza della tecnologia rispetto al variare delle condizioni di funzionamento dell’opera
- Risposte totali: 17%
- Mondo accademico: 12%
- Liberi Professionisti: 14%
- Società di Ingegneria: 20%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 21%
- Fornitori: 10%
La digitalizzazione e il BIM
Non poteva mancare l'argomento BIM, ovvero la disponibilità per chi progetta di oggetti BIM delle tecnologie di ripristino.
Un argomento che sembra interessare solo i fornitori (26%) e pochissimo alle Società di Ingegneria (3%)
Disponibilità informazioni BIM
- Risposte totali: 7%
- Mondo accademico: 10%
- Liberi Professionisti: 6%
- Società di Ingegneria: 3%
- Tecnici della Pubblica Amministrazione: 13%
- Fornitori: 26%
Conclusioni: sulle tecnologie di ripristino una visione molto frammentata
La prima cosa che appare da questa indagine, che ricordo ha riguardato circa 400 persone del settore, molte su invito, è che ci sono mondi che tra loro non si parlano.
Le opinioni emerse dai fornitori sono spesso visivamente diverse rispetto alle medie - la somma delle differenze rispetto alla media fa (1080%) - e in particolare rispetto a chi progetta (società di ingegneria e liberi professionisti) dove abbiamo registrato come somma delle differenze percentuali un 483% (tantissimo) con una media del 23%. Due mondi lontani.
Sono in genere più vicine a quelle del mondo accademico (170% la somma delle differenze, con una media dell'8%).
Questo deve a mio parere far riflettere le società fornitrici sulla necessità di creare un maggiore collegamento con chi progetta. Penso per esempio ai numerosissimi corsi in cui capita troppo spesso che il fornitori parli e spieghi le proprie tecnologie ma non dia spazio alla parte di ascolto.
Per chi progetta (società di ingegneria e liberi professionisti) chi si avvicina più alla media sono i liberi professionisti - 294% la somme delle differenze rispetto alla media) mentre le società di ingegneria hanno una loro visione più marcata (439%). Prevale comunque l'attenzione a questi parametri: "Durabilità dell’intervento di ripristino", "Costo della tecnologia", "Facilità dell’applicazione della tecnologia", "Affidabilità dell’applicazione della tecnologia". All'ultimo posto il BIM.
La somma delle differenze dei giudizi tra Società di Ingegneria e Professori da 152%, con una media del 7%, quindi una differenza importante, che ci fa comprendere la necessità di una maggiore collaborazione tra queste due parti importanti del settore, anche per uno sviluppo coerente della normativa e un utilizzo consapevole delle tecnologie.
Più difficile fare commenti sulle valutazioni dei tecnici della pubblica amministrazione perché il numero di voti ottenuti è molto più limitato rispetto alle altre quattro categorie. Si discostano molto dalla media (787%), giudicano molto importanti i cambiamenti climatici, si fidano poco del livello di certificazione. Un quadro che a mio parere per poter essere commentato in modo più definito richiederebbe più risposte.
Questa indagine sarà molto utile per INGENIO per capire quali temi trattare e cosa approfondire. Spero che lo sia anche per i nostri Clienti e i nostri lettori, e soprattutto per chi dovrà nei prossimi mesi affrontare il necessario aggiornamento delle norme sugli interventi sulle opere esistenti.
Un ringraziamento particolare a tutti coloro che hanno partecipato.
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