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La pavimentazione in cotto di logge su strato drenante

Nel descrivere le modalità per la realizzazione di pavimenti in laterizio su strato drenante per “logge”, si delineano soluzione tecnica, istruzioni operative e suggerimenti rivolti a progettista, direttore dei lavori ed esecutore.

Nel descrivere le modalità per la realizzazione di pavimenti in laterizio su strato drenante per “logge”, si delineano soluzione tecnica, istruzioni operative e suggerimenti rivolti a progettista, direttore dei lavori ed esecutore.


Vista d’insieme della pavimentazione di una loggia con rivestimento in pianelle di “cotto” su strato di ghiaino.

Le logge, rispetto alle coperture a cielo aperto, sono meno soggette alle azioni degli agenti atmosferici e, di conseguenza, la loro progettazione esecutiva si presenta, in generale, meno impegnativa. L’esigenza di continuità tra il piano di calpestio interno e quello esterno, tuttavia, pone al progettista uno specifico problema tecnico. Lo spessore complessivo degli strati funzionali della loggia, infatti, solitamente è superiore a quello del corrispondente impalcato interno e, se non si prevede un adeguato disallineamento tra solaio interno ed esterno, è facile che si generi una indesiderata differenza di quote tra il piano di calpestio della loggia (più alto) e quello dell’ambiente interno contiguo (più basso).
Sebbene siano meno esposti agli agenti atmosferici, anche i pavimenti delle logge devono offrire eccellenti prestazioni in termini di resistenza al gelo e antisdrucciolevolezza. Nelle pavimentazioni su strato drenante, grazie ai “giunti vuoti”, il piano di calpestio - svincolato da quello di scorrimento dell’acqua - può essere perfettamente orizzontale, a vantaggio delle persone su sedia a ruote; inoltre, esse non necessitano di giunti di deformazione e sono di semplice manutenibilità. Si realizzano mediante la posa a secco, su un letto di ghiaino, dei manufatti da pavimentazione. Questi devono essere di peso adeguato per evitare che carichi eccentrici possano nuocere alla loro stabilità.

Prestazioni connotanti dei manufatti in laterizio

La porosità dei manufatti in laterizio riduce i tempi di asciugatura dell’acqua piovana e di lavaggio ed evita la formazione di umidità di condensa: questa qualità riduce i rischi di caduta per scivolamento su pavimento bagnato. Pianelle spessorate di grande formato sono particolarmente indicate per la realizzazione della soluzione tecnica. L’assemblaggio a secco rende superflue le normali precauzioni di esecuzione (protezione da eventuali macchie di malta o colla) da seguire invece quando i pavimenti laterizi si posano con tecnica umida.

Progetto e realizzazione: suggerimenti e accorgimenti
Si riportano, di seguito, suggerimenti ed accorgimenti costruttivi per la corretta realizzazione di pavimenti in laterizio su strato drenante per logge:
• le pianelle è bene che abbiano un alto peso nominale (intorno a 10÷12 kg);
• è opportuno che le pianelle siano coordinate dimensionalmente alla superficie della loggia per limitare aggiustamenti e tagli lungo le pareti. Per la loro stabilità, è necessario evitare porzioni di elementi perimetrali di dimensioni troppo esigue.
Qualora questo accadesse, allora esse vanno posate con tecnica umida;
• lo strato di allettamento deve essere costituito da inerti di fiume resistenti al gelo, lavati, con buona resistenza alla compressione; la granulometria dovrebbe essere compresa tra 3 e 6 mm; lo spessore complessivo tra 5 e 6 cm;
• occorre prevedere il disallineamento, al rustico, dei due impalcati (solaio interno e loggia) in maniera da ottenere la complanarità dei piani di calpestio;
• per evitare il ponte termico in corrispondenza del componente prefabbricato in cls armato utilizzato per la formazione della canaletta di raccolta dell’acqua e come parte del parapetto, è opportuno prevedere un massetto termo-isolante;
• lo strato di tenuta all’acqua, per ridurre il regime vincolistico con gli strati funzionali contigui, può essere posato in indipendenza o, nel caso di guaine bituminose, fissato termicamente per punti o linee; in corrispondenza di elementi emergenti, va risvoltato per un’altezza pari al massimo livello prevedibile raggiungibile dalla pioggia o dall’acqua di fusione della neve. Deve essere protetto superiormente dall’azione punzonante del ghiaino e delle radici di eventuali piante infestanti;
• lo strato di tenuta all’acqua va accuratamente raccordato e fatto aderire perfettamente al doccione;
• i pannelli termo-isolanti devono essere ad alta densità (>25 kg/m3) e con resistenza a compressione >2 kg/cm2.




Per maggiori approfondimenti, consultare “Le pavimentazioni in laterizio. Mattoni, sestini e pianelle di
cotto”, a cura di A. Laurìa, con i disegni di F. Valli, Edizioni Laterservice.


A tale riguardo, segnaliamo il volume “Le pavimentazioni in laterizio: prodotti e scenari applicativi”, scaricabile al sito di ANDIL: www.laterizio.it