Architettura
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La mostra al Museo M9 nata dal sodalizio tra l'artista Emilio Vedova e gli architetti Alvisi e Kirimoto

All'interno del museo M9 di Mestre si terrà fino al 26 novembre 2023 la mostra dedicata all'artista Emilio Vedova in collaborazione con lo studio di architettura Alvisi Kirimoto. Guarda in costa consiste l'esposizione

"Rivoluzione Vedova": la mostra dedicata all'artista veneziano voluto dallo studio Alvisi-Kirimoto

Quando: 5 maggio - 26 novembre 2023
Dove: Museo M9, via Giovanni Pascoli 11, Mestre (VE)

Nuovo sodalizio tra l'artista Emilio Vedova e lo studio di architettura Alvisi Kirimoto presso il nuovo museo d M9 di Mestre. Un allestimento speciale progettato dallo studio di architettura in collaborazione con la curatrice Gabriella Belli, con la richiesta di realizzare tre ambiti distinti.

La mostra: come è strutturata

Si passa il corridoio del secondo piano, che introduce al personaggio di Emilio Vedova, evidenziando i momenti più importanti a livello storico, si arriva a una sala realizzata in uno spazio asimmetrico di oltre 1200 mq illuminato dall'alto dalla copertura a shed del museo.

Lo studio Alvisi Kirimoto ha pensato a un elemento divisorio all'interno dello spazio indicando le direttrici al visitatore, una sorta di "scheggia":

«Come una grande scheggia - spiega, appunto, Massimo Alvisi, co-fondatore dello studio - la struttura definisce tre scenari legati ai cicli di opere esposti tra i fondamentali capolavori dell'artista: ...in continuum, compenetrazioni/traslati '87/'88; i Plurimi dell'Absurdes Berliner Tagebuch '64; i Dischi e i Tondi; mentre le opere a parete, associate a particolari momenti storici del '900, sono intese invece come dei sigilli, degli accenti, che raccontano i conflitti bellici ai quali Vedova partecipa con vigore».

La "scheggia" come viene definita dall'architetto Alvisi rappresenta un elemento strutturale complesso che divide e al tempo stesso raccorda gli ambiti per mostrare al meglio i cicli di opere esposti e la sottile rete di relazioni tra questi.

Si compone di tre fogli piegati e asimmetrici che scandiscono lo spazio e ne modellano il profilo, con i lembi distaccati tra loro in modo da lasciar filtrare lo sguardo attraverso le giunzioni, e leggere la struttura come un unico elemento articolato, un vero e proprio strumento di lavoro.

I 3 spazi della mostra

L'esposizione continua, verso la seconda sezione dedicata ai Plurimi del ciclo Absurdes Berliner Tagebuch '64, composta da 7 elementi realizzati con strutture a cerniera, di cui due sospesi, che pervadono l'ambiente.

Qui le superfici della "scheggia" presentano una leggera inclinazione sull'asse verticale che amplia l'ambito di riferimento, per creare tensione spaziale e dialogo con il dinamismo di queste opere irregolari e ricche di stratificazioni cromatiche.

La terza e ultima parte ospita invece i Dischi e i Tondi, i primi fluttuanti nello spazio, i secondi adagiati a terra o appesi alla "scheggia", in un disegno che lascia l'osservatore libero di muoversi senza un ordine predefinito.

L'esposizione viene conclusa con un'opera simbolica e solitaria - "Chi brucia un libro brucia un uomo" - legata all'incendio della biblioteca di Sarajevo del 1992.

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