AI: la modifica delle nostre menti con Photoshop
C’è un momento preciso, quasi impercettibile, in cui la realtà si sfalda. Forse è quando inviamo una foto di una maglia che non compreremo mai, o quando sorridiamo a uno specchio sapendo che quel sorriso non ci appartiene del tutto. È lì che la tecnologia sussurra una promessa: “Puoi essere chi vuoi”. Ma mentre rincorriamo questa illusione, qualcosa di tangibile ci sfugge. La vita vera si riduce a frammenti, a un mosaico digitale che sostituisce il mondo autentico. E noi? Siamo ancora capaci di riconoscerci in quello che rimane?
La tecnologia sta riscrivendo il nostro modo di vivere: un’illusione di libertà in un mondo sempre più artefatto
Viviamo in un tempo denso di contraddizioni.
La tecnologia, con la sua promessa di connessione, semplificazione e miglioramento della vita, ha cambiato il nostro modo di pensare, di scegliere e persino di percepire noi stessi.
Eppure, al di sotto di questa superficie brillante, si nasconde un paradosso inquietante: invece di liberare il nostro potenziale umano, ci spinge sempre più verso un mondo artefatto, fatto di scelte pilotate e dipendenze invisibili.
Non è solo questione di social media.
Entriamo in un negozio, ci proviamo una maglia, facciamo una foto e la inviamo ai nostri amici. Quella maglia, spesso, non la compriamo nemmeno. Non serve possederla: l’emozione della novità è stata soddisfatta nel breve istante in cui abbiamo condiviso l'immagine. Il bisogno reale si dissolve in un appagamento virtuale.
Questo piccolo gesto, apparentemente insignificante, racconta molto di come stiamo trasformando la realtà in qualcosa che non ha più bisogno di essere tangibile.
Siamo entrati nell’era della dematerializzazione.
Ciò che era reale si frammenta, diventa aumentato, digitale, virtuale. Una transizione silenziosa che sta incidendo profondamente sui nostri stili di vita.
Un tempo modificavamo le nostre foto con Photoshop per renderle migliori, più gradevoli. Oggi modifichiamo i nostri visi nella realtà per assomigliare alle versioni ritoccate di noi stessi. Un esempio eclatante viene dal Giappone, dove il regalo più richiesto dalle quattordicenni non è uno smartphone o un gadget, ma un lifting per avere uno sguardo più "europeo".
La tecnologia non è più solo uno strumento: è diventata una lente attraverso cui vediamo – e giudichiamo – noi stessi.
Ma cosa accade al mondo reale, mentre costruiamo questa realtà artificiale per viverci dentro? Il mondo tangibile, fatto di relazioni, esperienze autentiche, e bisogni concreti, si svuota. Questo vuoto, a sua volta, crea un nuovo tipo di necessità: il bisogno compulsivo di riempirlo. Oggetti, esperienze, stimoli di ogni genere diventano i nuovi palliativi di cui siamo tutti dipendenti. Siamo tossici, in un circolo vizioso in cui il digitale alimenta il vuoto del reale, e il vuoto ci spinge a consumare sempre di più.
Oggi si parla tanto di "vendita di esperienze". Siti e piattaforme ci offrono la possibilità di preparare le tagliatelle, ricamare all'uncinetto, praticare sport estremi, immergerci in pillole di realtà. Non è curioso che siano le esperienze – e non gli oggetti – a essere il nuovo prodotto? Questo fenomeno rivela qualcosa di profondo: cerchiamo disperatamente di riconnetterci con il reale, ma lo facciamo attraverso pacchetti preconfezionati, come se anche la realtà dovesse essere consumata, segmentata e raccontata.
Non a caso, lo storytelling ha sostituito il racconto.
Non siamo più persone che narrano la propria vita: siamo consumatori di storie. Lo storytelling nutre il nostro ego, ci dà l'illusione di essere al centro di qualcosa di significativo, ma ci trasforma in protagonisti passivi, funzionali al sistema. Mentre il racconto ci rendeva persone, lo storytelling ci riduce a consumatori. E in questa trasformazione, la digitalizzazione diventa il motore principale, creando e alimentando quel vuoto cosmico che ci rende dipendenti.
Con l’arrivo dell’intelligenza artificiale, tutto questo rischia di amplificarsi in modo esponenziale.
Gli algoritmi non si limitano a osservare i nostri comportamenti: li anticipano, li indirizzano. Ogni scelta, dal film che guardiamo alla cena che ordiniamo, non è più completamente nostra. È il risultato di una serie di micro-suggerimenti invisibili, perfettamente calibrati per farci credere che stiamo agendo liberamente. Ma siamo davvero liberi, o stiamo semplicemente seguendo un copione che non abbiamo scritto?
Mentre pensiamo di osservare, di essere al centro di un sistema trasparente e partecipativo, in realtà siamo osservati, misurati, e persino manipolati. I dati che lasciamo dietro di noi alimentano un sistema centralizzato, opaco, che ha un solo obiettivo: renderci consumatori sempre più prevedibili, sempre più docili.
Pensavamo di evolvere verso un Sinopticon? È solo un’illusione. La possibilità di osservare i potenti, di giudicare e criticare, non ci dà realmente più controllo. È uno specchietto per le allodole che distrae dall’architettura del potere digitale. Ciò che sembra distribuito e accessibile, in realtà, alimenta un sistema ancora più centralizzato.
Se nel Panopticon originale di Bentham il sorvegliato era consapevole di essere osservato, oggi viviamo un’esperienza più sottile e inquietante. Non sappiamo chi ci osserva, né come. Non sappiamo quando i nostri dati diventano strumenti per orientarci, manipolarci, prevederci. Gli algoritmi non si limitano a raccogliere informazioni: costruiscono il nostro mondo. Creano bolle, amplificano desideri, ridisegnano priorità. Ci fanno credere di scegliere liberamente, mentre disegnano per noi confini invisibili.
E allora, qual è il prezzo di questa transizione? Forse è la perdita della nostra capacità di scegliere autenticamente, di vivere pienamente nel reale, di raccontare la nostra storia senza filtri. L’intelligenza artificiale non è solo uno strumento tecnologico: è uno specchio che riflette la direzione che stiamo prendendo come società.
Un monito a non lasciare che il vuoto virtuale consumi ciò che di umano resta in noi.
Pensavamo che con Photoshop potessimo modificare la nostra immagine, in realtà stiamo modificando le nostre menti, noi stessi.
AI - Intelligenza Artificiale
Con questo Topic raccogliamo per i nostri lettori tutti gli articoli, news, approfondimenti riguardanti l'evoluzione tecnica, le norme e regole, i casi applicativi sul tema dell'intelligenza artificiale
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