La lunga strada della DIGITALIZZAZIONE del settore delle COSTRUZIONI
La lunga strada della DIGITALIZZAZIONE del settore delle COSTRUZIONI
La Crescita del Settore delle Costruzioni passa attraverso la convergenza della Transizione Digitale e della Transizione Energetica e richiede una profonda revisione dei Modelli Organizzativi, Finanziari e Contrattuali del Settore delle Costruzioni nell'orizzonte del Mercato dell'Ambiente Costruito, vale a dire di un Mercato che proponga una versione non solo quantitativa degli Investimenti Immobiliari e Infrastrutturali e che li leghi saldamente alla Infrastrutturazione Digitale.
Supponiamo che vi sia una classe professionale dimensionalmente calibrata sul Mercato Domestico, estremamente creativa e preparata, la cui progettualità sia sistematicamente vagliata attraverso Concorsi di Progettazione i cui esiti rispondano perfettamente a quadri esigenziali espressi in esaustivi Documenti Preliminari alla Progettazione da Committenti efficienti ed efficaci e non attendano altro che di essere pedissequamente eseguiti da Appaltatori che competano unicamente sul prezzo con correttezza e accuratezza sulla scorta di tassi di produttività attentamente e sistematicamente rilevati.
Possiamo davvero ritenere che questo sia un obiettivo soddisfacente nel 2015 o che, invece, avrebbe potuto esserlo nel 1994?
Naturalmente potremmo proporre anche una versione opposta, in cui Committenti inesperti e corrotti formulino richieste vaghe e confuse nei confronti di una classe professionale non sempre preparata e aggiornata, costretta a competere sui prezzi in modo intollerabile, ridotta a erogare le proprie prestazioni in tempi irragionevoli, ansiosa di sottrarsi alle responsabilità prima possibile, generando una grande insofferenza da parte degli Sviluppatori e dei Costruttori.
Che cosa, al di là di tutto, in Europa, e altrove, è davvero cambiato nell'ultimo periodo? La coniugazione tra la Transizione Digitale e la Transizione Energetica, che sta mutando profondamente i termini della questione.
Che cosa stanno facendo i Governi dei maggiori Paesi Europei? Stanno cercando di affrontare il tema ponendo in atto Strategie e Politiche Industriali, avendo compreso che occorra loro conseguire l'obiettivo convergente di ridurre la spesa pubblica e di incrementare la produttività del Comparto.
Nel Regno Unito, all'approssimarsi di una prima scadenza, fissata nel 2016, si lancia una nuova ambiziosa iniziativa legata alla massima integrazione e connessione digitale (Level 3), in analogia a quanto si sta sviluppando nei Settori Manifatturieri con Internet of Things e Internet of Services.
Qui il pensiero di Mark Bew, David Philp, Jeremy Watson è piuttosto chiaro.
In Francia, sta avviando i propri lavori il Comité de Pilotage del Plan Bâtiment Numérique coordinato da Bertrand Delcambre e Jérôme Mât (con il CSTB), accanto ad altre iniziative su Travaux Publics e Construction come il Projet National MINnD, in cui agiscono in prima persona EGIS, Syntec, Bouygues, Eiffage, Vinci.
In Germania, sotto l'egida di building Smart Deutschland, il Governo Federale ha propiziato la costituzione di Bauen Digital GmbH, ricomprendendo tutte le Rappresentanze.
In Spagna, building Smart España e l'Accademia stanno generando un vasto movimento che potrebbe, avere, anzitutto, un riscontro istituzionale in Catalonia.
Naturalmente, come già in altre occasioni, si possono ricordare le esperienze felici di Austria, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia, ma anche il mandato in Russia.
Come, dunque, spiegare il grave ritardo che l'Italia sta maturando, misurabile col fatto che i processi di digitalizzazione non possono dispiegare i propri effetti nel breve periodo?
È facile riconoscere come uno degli elementi ostativi, al di là della Corruzione, che spiega solo in parte l'inefficienza, stia nell'eccessiva frammentazione del Settore.
È bene, infatti, premettere che senza meccanismi e processi aggregativi non sarà mai possibile incrementare la struttura delle organizzazioni, migliorarne la managerialità, capitalizzare la conoscenza, effettuare significativi investimenti in infrastrutture digitali.
Tale passaggio, che concerne il tessuto committente, come quello professionale e quello imprenditoriale è fondamentale, ma profondamente avversato da ogni genere di Rappresentanza, desiderosa di conservare la polverizzazione all'insegna dell'individualismo.
Le modalità dell'Aggregazioni possono essere molteplici e graduali, ma non possono essere oltre modo rinviate.
Non dimentichiamo che in Francia, in Germania e nel Regno Unito le Task Force per la Digitalizzazione del Settore hanno un fine di supporto, di coinvolgimento e di orientamento, un fine culturale e strumentale, non sanzionatorio o dirigistico!
In secondo luogo, improntare il revisionando Codice degli Appalti a una Visione complessiva del Comparto, senza essere solo ossessionati da istanze legalitarie ed evitando che il testo legislativo e quello regolamentare scaturiscano da una miope riconciliazione di interessi particolari.
In terzo luogo, riconoscendo che il Mercato del Futuro sia essenzialmente condizionato da Committenti e Finanziatori, investire decisamente nella riqualificazione professionale e organizzativa delle Strutture di Committenza Pubblica, evitando di accorparle per sole ragioni amministrative e legalitarie.
1) una Domanda Pubblica in grado di formulare chiaramente (e computazionalmente) i propri bisogni e i propri requisiti, gestendo managerialmente i procedimenti e le commesse;
2) una serie di Città Metropolitane e di Smart City (o di Smart Land) capaci di attrarre capitali di debito e di rischio da altrove;
3) una Offerta professionale e imprenditoriale in grado di esportare reputazione e modelli di business su Mercati Internazionali.
È palese che uno dei primi passi da compiere sia quello di favorire forme contrattuali che pongano al centro dell'attenzione la Operazionalità, vale a dire in cui Committenti, Progettisti, Costruttori, Produttori e Gestori sin dall'inizio della concezione operino assieme per sviluppare ideazioni e soluzioni per Edifici e Infrastrutture mirate al Ciclo di Vita delle Opere.
È evidente che, qui, la Digitalizzazione offre una preziosa opportunità di favorire Integrazione e Collaborazione, in quanto Computazionalità e Simulazione rendono davvero il Manufatto concepibile in Forme (in Morfologie) inedite e possibilmente mutevoli.
È chiaro che processi informativi e processi decisionali si intersecano e si confondono nell'ottica autenticamente industriale di una Funzionalità che non è più quella classica del XX Secolo.
L'Operazionalità costituisce un autentico cambio di paradigma poiché correla Prestazioni e Comportamenti, e nell'ottica della Occupancy costringe i "Progettisti" a ragionare sin dallo Studio di Fattibilità e dal Documento Preliminare.
L'avvento dei Giant e dei Big Data sconvolge, infatti, le potenzialità modellistiche e simulative e impone ai Committenti di partire dal fondo, dalla Occupancy, dalla previsione di come gli Utenti prospettici utilizzeranno il Bene.
Poiché, però, tale previsione non può più essere deterministica, meccanicistica, in quanto i modi di uso sono flessibili e cangianti, come lo dovranno essere i contratti (tendenti a passare dalla Transazionalità alla Relazionalità), è chiaro che gli armamentari professionali e imprenditoriali attuali non sono più idonei.
È una svolta epocale, che si giocherà nei prossimi lustri, ma che sancisce approcci probabilistici di cui non è possibile prendere completamente le misure.
La Transizione Energetica e la Transizione Digitale sono infatti, sorte come il compimento di questioni irrisolte del secolo scorso e, in quanto tali, sono declinate, anche perché i Governi e la stessa Commissione Europea devono adottare atteggiamenti prudenziali, ma gli sviluppi non saranno circoscrivibili a questo ambito, assai simile, peraltro, al periodo post-bellico.
Di fatto, sia per la Nuova Costruzione sia per il Recupero/Riqualificazione, il Modello Informativo Digitalizzato iniziale deve vedere già, come detto, il concorso convergente di tutti i saperi e di tutte le discipline a immaginare le soluzioni progettuali in termini probabilistici, considerando diverse alternative per un lungo tempo e, in qualche modo, presumendo che alcune di esse possano essere reintrodotto nel corso della Vita Utile.
Il che significa, ad esempio, che la Progettazione deve contenere in sé i principî della Costruibilità, se non per la constatazione che la Modellazione Informativa rappresenta essa medesima un processo costruttivo virtuale, oppure che la sensoristica che sarà operativa, una volta ultimato il Manufatto e realizzato l'Asset, As Built o Record Information Model.
Si badi bene che, esemplificativamente, i termostati Nest di Google o Qivivo di Saint-Gobain tenderanno a monitorare non solo le Prestazioni dei componenti per regolazione, ma anche i Comportamenti.
Ciò implica il fatto che, in questo modo, il Progetto, concepito con un Modello Informativo, diviene il veicolo per erogare Servizi alla Persona in funzione del Cambiamento Demografico.
A questo punto, occorre domandarsi se abbia senso insistere su una interpretazione tradizionale di Identità, Ruoli e Responsabilità.
Naturalmente, appunto, il quesito riguarda la possibilità che effettivamente le metodologie e le tecniche digitali possano contribuire a migliorare i flussi di lavoro tradizionali senza snaturarli.
Vi sono, in effetti, differenti Modelli di Sviluppo della Digitalizzazione nel Settore delle Costruzioni che contemplano fasi evolutive graduali.