La Gestione Informativa nel Codice dei Contratti Pubblici e il ruolo delle Regioni
Nella nota del professor Ciribini si delinea in modo approfondito il ruolo cruciale della digitalizzazione nei Contratti Pubblici, esaminando il ciclo di vita contrattuale e il contributo fondamentale delle Regioni. Attraverso l'esplorazione di temi quali l'e-Procurement, la gestione informativa digitale e la certificazione delle piattaforme, offre una prospettiva chiara sulle sfide e le opportunità connesse all'evoluzione normativa e tecnologica nel contesto degli appalti pubblici.
Transizione digitale dei Contratti Pubblici: piattaforme e innovazioni per un affidamento efficiente
Il Codice dei Contratti Pubblici vede nella digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti pubblici un elemento cruciale per la modernizzazione della amministrazione pubblica nella sua veste di stazione appaltante e di ente concedente.
Poiché, tuttavia, il ciclo di vita del contratto pubblico non può esaurirsi nel processo di affidamento, bensì deve esplicitarsi anche nella sua esecuzione, è palese che occorra conseguire un maggior grado di integrazione o di interoperabilità per i rispettivi ecosistemi digitali strutturali e permanenti che sono contemplati dal D. Lgs. 36/2023: la piattaforma di approvvigionamento digitale certificata e l’ambiente di condivisione dei dati (da certificare?)
Per quanto attiene all’e-Procurement, molto si è detto delle sue diverse sfaccettature, che comprendono, tra l’altro, le relazioni con la Piattaforma Digitale Nazionale Dati, la Piattaforma per la Pubblicità Legale degli Atti, la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, il Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico.
A proposito dei sistemi di affidamento del contratto pubblico, la legislazione prevede, di fatto, esplicitamente anche la possibilità incrementale di adottare modelli di apprendimento automatico per le semi-autonomazione dello stesso.
In associazione a queste misure si confida nel combinato disposto tra la certificazione delle piattaforme di approvvigionamento digitale e la qualificazione delle stazioni appaltanti per servizi e forniture e per lavori.
Da questo punto di vista, ANAC ha stimato al 31.12.2023 in 3694 le amministrazioni pubbliche qualificate, di cui 507 centrali di committenza, a cui fanno capo, a loro volta, 8411 amministrazioni pubbliche convenzionate.
È palese, dunque, che la sussistenza delle due predette condizioni consentirà l’affidamento del contratto pubblico, mentre gli obblighi, in tema di digitalizzazione, per la gestione informativa digitale, a decorrere dallo 01.01.2025, saranno variabili a seconda della natura dei lavori e dei loro importi, ma, sostanzialmente, la prima occasione di implementazione comporterà l’adozione permanente di un sistema di gestione digitalizzato dei processi di investimento, di progetto e di procedimento, descritto analiticamente nell’atto dell’organizzazione.
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Gestione informativa digitale
Al momento, perciò, esistono banche dati relativi alla qualificazione delle stazioni appaltanti e degli enti concedenti, nonché della certificazione delle piattaforme di approvvigionamento digitale, ma non è previsto che ne esista in futuro una analoga per la gestione informativa digitale.
Potenzialmente, per la fase dell’affidamento, l’assenza di alcuni requisiti impedisce materialmente il luogo a procedere, mentre, per quanto concerne la fase dell’esecuzione, non vi sarebbero ostacoli diretti e occorrerebbe comprendere meglio l’eventuale quadro sanzionatorio qualora non si adempisse.
Vi sarebbero probabilmente almeno ricadute relative ai criteri per la qualificazione come stazione appaltante o come ente concedente.
D'altronde, l’esigenza di operare per metadati e per dati strutturati in un contesto di unicità di implementazione e di fruizione del dato, tramite il principio dell’once only, dovrebbe valere tanto per l’e-Procurement quanto per l’Information Management.
Semmai, sarebbe opportuno, a prescindere dalla conformità a regole tecniche previste per la piattaforma di approvvigionamento digitale, domandarsi in che misura questa sia oggi in grado di completare la transizione dalla dematerializzazione alla digitalizzazione, allorché, per l’ambiente di condivisione dei dati il quesito riguarda la possibilità di gestire tutti i contenitori e i contenuti informativi ivi presenti mediante, ad esempio, Linked Building Data e, ovviamente, in che misura sussista la piena interoperabilità tra piattaforma e ambiente.
A proposito della prima, si dovrebbe pure capire in che termini essa possa gestire dati, anziché documenti, nel corso dell’attività delle commissioni giudicatrici, a partire dalla disamina delle offerte.
Gli obblighi, di fatto, di qualificazione in materia di gestione informativa digitale, i cui contenuti sono, appunto, riflessi nell’atto dell’organizzazione comprendono anche la gestione dei profili professionali e del loro reclutamento, la riqualificazione delle risorse umane tramite programmi di formazione, l'infrastrutturazione delle amministrazioni pubbliche mediante la pianificazione degli investimenti strumentali.
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