Energie Rinnovabili | Economia Circolare
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La filiera dei valori della green economy, tra energie rinnovabili e modelli di consumo

Il testo affronta il tema della Green Economy, esplorandone la storia, le categorie e le relazioni ecologiche. Originatasi dai movimenti ecologici negli anni '70, la GE ha guadagnato importanza con il cambiamento climatico e il Protocollo di Kyoto. Le macro-aree della GE includono energie rinnovabili, edilizia green, mobilità sostenibile, gestione dell'acqua, gestione dei rifiuti e gestione del territorio. La GE è vista come una risposta alle sfide ambientali, con la necessità di un cambiamento di paradigma.

La storia della Green Economy

Parlare di Green Economy (GE) è un compito vasto e se vogliamo pressoché abbastanza infinito, ma allo stesso modo possiamo provare a renderlo più chiaro andando indietro nel tempo, e realizzando una lettura per temi e per aspetti generali. Così come questa nota editoriale, che non è nuova, ed è frutto di 3 anni vissuti intensamente nel mondo delle energie rinnovabili, oltre due lustri a ritroso nel tempo. Ma a distanza di 10 anni non è cambiato granchè, se non il fatto che il cambiamento climatico è più pressante ed evidente, e le tecnologie dell’accumulo e della mobilità elettrica sembrano aver fatto un salto in avanti che ci potrebbe aiutare sul serio.

In prima istanza si tratta di capire la storia della GE dalla sua origine, che possiamo datare ai primi movimenti ecologici e culturali, nati intorno alle energie rinnovabili che in Europa e in America fondano le loro radici agli anni 70, anche se è solo dal 1989 che il termine è stato adottato al pieno del suo significato.
A partire da questo periodo storico, e con uno sviluppo su più filiere, le soluzioni di livello tecnologico sono maturate in maniera diffusa, e le stesse hanno cominciato a generare un volume mondiale di business inimmaginabile fino a qualche anno fa.

 

Una rappresentazione delle interazioni tra aspetti sociali a bassa emissione di carbonio, ed economici
(D. Santarsiero)

 

Successivamente con le questioni ambientali a scala globale, con la questione "buco dell`ozono", del riscaldamento globale, e il successivo Protocollo di Kyoto, la filiera della green economy diventa una realtà a livello globale. Si aprono quindi i canali dell`economia a diversi livelli, dagli incentivi alle energie rinnovabili, al cambio vero e proprio del "paradigma energetico" che porterà il carbone e il petrolio verso la dismissione in termini di filiera produttiva, e con essa l`infinita catena di disastri ambientali, inquinamento urbano e malattie congenite dei cittadini urbani. Un movimento globale che dovrà portarci nel tempo “fuori dal fossile”, e la durata di questo tempo è significativa per rallentare la deriva climatica che tutti noi stiamo toccando con mano.

Da alcuni anni il termine “green economy” è stato poi adottato dall'agenzia UNEP, ovvero l'Agenzia per l'Ambiente delle Nazioni Unite, con il seguente significato: "la green economy è il risultato delle attività umane che creano benessere ed equità sociale, riducendo al contempo il rischio ambientale ed ecologico. Nella sua espressione più semplice, la green economy può essere pensata come un modello genera sicurezza sociale"

A partire da questo periodo storico, e con uno sviluppo su più filiere, la green economy diventa il mainstream in grado di dare diverse risposte alle nuove generazioni dei cittadini del mondo, che vogliono vivere abbracciando il green life style come cultura, prospettiva e sicurezza sociale.

 

Le cross-relazioni ecologiche della green economy

La conoscenza, le funzioni, e le cross-relazioni tra il nostro agire e la natura sono pressoché abbastanza infinite, ma ugualmente la nostra necessità è di fare chiarezza, e nello specifico di questa nota editoriale, la nostra missione é di disegnare una mappa chiara dell`infinita filiera della GE, cosi da poter ben individuare i confini tra le diverse soluzioni o approcci al problema di mutare il nostro rapporto con l`ambiente, la terra e i nostri simili.

Proviamo quindi a definire le macro-aree della green economy, così come è stata definita all`interno del lavoro più importante degli ultimi anni, ovvero le macro classi proposte sulla rete dai blogger di MNN ( madre natura network) Karl Burkart ed altri. Oggi parte del più vasto network “Treehugger”, e derivate comunque dal "The Green Collar Economy", volume edito da Van Jones, vate della green economy, afro-americano e visionario che nel 2008 ha scelto di promuovere il così detto Green New Deal, e sostenuto da nomi eccellenti come Al Gore, Barack Obama ed altri.

Renewable Energy - Green Buildings - Clean Transportation - Water Management - Waste Management - Land Management. Queste sono le categorie mainstream della green economy mondiale, che agevolmente in italiano si traducono in Energie Rinnovabili, Edilizia Green o Bio Architettura, Mobilità Sostenibile, Gestione dell'acqua, Gestione dei Rifiuti, Gestione del Territorio.

É chiaro che le relazioni tra le diverse attività, tecnologie e soluzioni classificate come green, sono molteplici e multi-relazionali. La green economy infatti è per natura una “multi-filiera generata da un approccio innovativo all'ambiente e quindi all'uomo, la cui portata va ben oltre gli aspetti unici delle tecnologie o dei prodotti”. Quindi un aspetto che impatta, o meglio si genera, a partire dal comportamento stesso dell'uomo in questo contesto di equilibri dinamici e precari allo stesso tempo.

 

Il testo citato - "The Green Collar Economy"
(Crediti: D. Santarsiero)

 

É pur vero che “una lattina di birra vuota può essere usata in mille maniere, e che forse anche un lontano e anziano zio di una lontana amica può redimersi dal gettare in mare queste lattine, spacciandole come le migliori case per pesci che si possano avere”. In questo caso la scusa per inquinare è anche simpatica e non di grosso impatto, ma provate ad immaginarla come comportamento generalizzato, e immaginate anche la devastazione che arrecherebbe al nostro ecosistema.

Questo per dire che la varietà di situazioni, persone, contesti ed esigenze, impongono ogni volta un rapporto diverso con la natura e l’ambiente, ma io credo che pur variando ordine e luoghi dei fattori ecologici e ambientali, rimane ferma l’esigenza di fare un salto di scala, un cambio di paradigma forte e chiaro, ovvero “abolendo tutti i processi predatori dell’uomo verso la natura e l’ambiente, per alimentare un processo di graduale polverizzazione degli interessi dei pochi”, e superare cosi il livello di disuguaglianza 1- 99%1, non solo in termini economici, ma estendendo il concetto al mondo dell'ambiente e dell'ecologia.

Le molteplici relazioni che intercorrono tra prodotti, soluzioni, comportamenti personali e istituzionali, fanno della green economy della nascente 3^ rivoluzione industriale, un elemento essenziale di evoluzione verso la società del futuro. Su questo fronte diversi sono gli attori e le persone che da moltissimi anni hanno raccontato “un mondo diverso e possibile”.
Un mondo a dimensione d’uomo, dove il valore di base non è nel valore economico delle cose, bensì nel loro valore d’uso e nella loro funzione sociale, e quindi anche economica. Citiamo quindi i padri della moderna ecologia come Ernest Haeckel che ne coniò il termine nel 1866, e a seguire con Franco Scudo e James Ziegler che nel loro testo “The Golden Age of Theoretical Ecology”, edito nel 1978 a Berlino, riassumono la storia dei 5 protagonisti dell'evoluzione e dell'ecologia.

Una storia che affonda le radici agli albori del 900, con una serrata critica tra l’evoluzione darwiniana e i problemi della prima rivoluzione industriale. Tra essi citiamo Alfred J. Lotka (1880- 1949), Vito Volterra (1860-1940), grande matematico, accademico dei Lincei, uno degli undici professori universitari che nel 1931 non giurarono fedeltà al fascismo; e per questo allontanato dall'Università e dall'Accademia dei Lincei.

A riprova della stupidità di tutti i fascismi, proprio negli anni in cui il regime voleva farlo tacere, Volterra scrisse alcune delle sue più importanti opere, tra cui "Lezioni sulla teoria matematica della lotta per l'esistenza" a cui seguirono numerosi altri scritti sullo stesso argomento. Gli altri tre personaggi, tutti di origine russa, sono Vladimir Kostitzin (1883-1963), Georgi F.Gause (1910- 1986), e infine Vladimir Vernardsky (1863-1945) che rilasciò alle stampe il testo “La biosfera”, il cui sottotitolo recitava “Breve introduzione al concetto-chiave della moderna 'ecologia planetaria': il globo terrestre inteso come sistema vivente unitario", da cui che si comprende la portata delle idee intorno all’ecologia, già agli albori del 900.

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