Direttiva Case Green | Case Green
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La Direttiva Case Green può essere un volano per il settore edile e per l'intera economia del Paese

Dopo l'approvazione della Direttiva EPBD da parte del Parlamento UE, il think tank italiano ECCO ne sottolinea l'importanza, poichè l'intero Paese può trarre ampi benefici da una chiara strategia di riqualificazione del proprio patrimonio immobiliare che si fondi sulla riduzione delle emissioni e dei consumi.

Riqualificazione del patrimonio immobiliare: al Paese serve una strategia chiara per ridurre emissioni e consumi energetici

Il Parlamento europeo ha ratificato la Direttiva Europea sulla prestazione energetica degli edifici, segnando un passo cruciale nel percorso del Green Deal europeo. Questa direttiva, conosciuta come EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), si propone di promuovere interventi mirati all'efficienza energetica nel settore edilizio, contribuendo così alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla decarbonizzazione.

Francesca Andreolli, ricercatrice senior di energia ed efficienza di ECCO, il primo think tank indipendente italiano dedicato al clima ha sottolineato l'importanza di una strategia chiara per l'Italia nella riqualificazione del suo patrimonio immobiliare. Andreolli afferma che tale strategia dovrebbe concentrarsi sulla riduzione delle emissioni e dei consumi energetici, sottolineando il ruolo cruciale che l'EPBD può svolgere nel supportare il Paese verso questo obiettivo.

 

Direttiva case green, fumata bianca: le nuove regole sui requisiti di prestazione energetica degli edifici
Il Parlamento UE ha approvato in via definitiva la direttiva Case Green sulle prestazioni energetiche degli edifici, nello stesso testo varato a gennaio. Caldaie a gas e a metano ok fino al 2040, misure più personalizzabili da parte dei singoli Stati membri, edifici residenziali nuovi a emissioni zero dal 2030. Per diventare legge, dovrà essere approvata formalmente dal Consiglio dei Ministri.

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In Italia, il settore edilizio rappresenta una fetta significativa dei consumi nazionali e rimane una delle principali fonti di emissioni di gas serra legate all'energia. Nonostante gli sforzi intrapresi negli ultimi anni, le emissioni da questo settore hanno registrato solo un modesto calo dal 2005. Davide Panzeri, responsabile del programma Europa di ECCO, ha evidenziato l'opportunità di rilancio che la riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale potrebbe offrire all'industria edilizia italiana.

Panzeri ha sottolineato che investire nella riqualificazione degli edifici non solo contribuirebbe alla riduzione delle emissioni, ma anche alla creazione di posti di lavoro non delocalizzabili e all'innovazione nell'intera filiera edilizia. Grazie agli incentivi attuali, il mercato delle costruzioni sta mostrando segni di evoluzione, coinvolgendo nuovi attori nei servizi integrati legati all'edilizia, come progettazione, consulenza e finanziamenti.

Tuttavia, nonostante gli sforzi finora compiuti, il quadro degli incentivi attuali non ha ancora prodotto i risultati attesi in termini di riduzione delle emissioni. Andreolli ha sottolineato la necessità di ristrutturare gli schemi di incentivazione, rendendoli più incisivi e orientati alla riduzione delle emissioni, al fine di massimizzare l'efficacia e l'efficienza della spesa pubblica.

La Direttiva Europea sull'Efficienza Energetica degli Edifici adottata concede agli Stati membri una certa flessibilità nell'elaborare le proprie strategie per ridurre i consumi e le emissioni nel settore edilizio. Tuttavia, tali strategie dovranno essere allineate agli obiettivi intermedi stabiliti a livello nazionale, che prevedono una riduzione del 16% dei consumi entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.

È importante sottolineare che la Direttiva non impone obblighi diretti sui singoli edifici o proprietari, ma lascia la decisione a livello nazionale. Sarà quindi compito del Governo italiano, all'interno del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, definire le strategie e gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi, tenendo conto della diversità del patrimonio edilizio e delle condizioni socioeconomiche dei suoi abitanti.

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