La digitalizzazione “non è roba per i cantieri”: l’esperimento (riuscito) dell’e-commerce del Gruppo Piolanti

Facile da consultare e chiaro, scopri l'e-commerce di Piolanti, con tante soluzioni per il lavoro in cantiere

Una modalità di approvvigionamento direttamente online, senza intermediari, dove attrezzature e accessori da cantiere possono essere acquistati con un “click” come sui più importanti siti di e-commerce.

Un‘utopia? Si, se si parla con molti addetti ai lavori del settore dell’edilizia.

No, se si guarda agli esperimenti realizzati finora.

È il caso del Gruppo Piolanti, azienda del settore da 40 anni sul mercato con sede principale a Forlì (FC), che ha deciso di indirizzare i suoi investimenti “controcorrente” proprio verso la digitalizzazione e verso “l’acquisto online” di articoli riservati principalmente al B2B e a professionisti.

VISITA L'E-COMMERCE DI PIOLANTI

Il tutto senza rinunciare al lavoro di consulenza tecnica e assistenza all’acquisto, che di fatto non lascia da solo l’utente anche di fronte alla complessità delle schede tecniche e alla necessità di “trovare delle soluzioni” per il cantiere, prima ancora ancora che di “acquistare prodotti”.

L’idea nasce proprio dalla peculiarità della categoria “accessori e attrezzature” da cantiere e movimento terra, che spesso hanno una logica completamente diversa da quella dei ricambi, con quest’ultimi più direttamente legati al macchinario acquistato e al brand di riferimento.

E proprio il bisogno di immediata reperibilità, unitamente alla facilità di consultazione del sito e alla chiarezza di info tecniche e prezzi, si sta rivelando un’idea vincente: il numero di utenti sta crescendo, aiutando anche l’azienda stessa in questa sorta di “esperimento” a mettere a fuoco quali articoli sono più adatti alla vendita online e quali meno. E non stiamo parlando di acquisti circoscritti a piccoli importi: si tratta di materiale tecnico che può anche attestarsi sull’ordine di decine di migliaia di euro, e che sta riscontrando apprezzamento da parte di un mercato che, numeri alla mano, si sta rivelando molto meno “analogico” di quanto non si era portati a credere.