La digitalizzazione del settore marittimo: sfide e opportunità
La digitalizzazione del comparto marittimo e l’interconnessione dei suoi attori, se da un lato crea i presupposti per la creazione di un circuito maggiormente efficiente e sostenibile, dall’altro, pone l’interrogativo su come proteggerlo in contesto geopolitico internazionale sempre più complesso.
La digitalizzazione del settore marittimo può portare anche dei pericoli, come un potenziale attacco informatico che potrebbe avere conseguenze importanti
La digitalizzazione sta trasformando il settore marittimo, rendendo le operazioni più efficienti, sostenibili e competitive. Tuttavia, questa trasformazione presenta anche nuove sfide, in particolare per quanto riguarda la sicurezza e la tutela ambientale.
Una delle principali sfide è rappresentata dalla sicurezza delle infrastrutture portuali: gli attacchi informatici ai porti sono sempre più frequenti e possono causare gravi interruzioni alle operazioni, con conseguenti ritardi, perdite economiche e, in alcuni casi, anche impatti ambientali significativi. Prendiamo ad esempio l'attacco informatico del novembre 2023 ai principali porti australiani: ha messo in luce la fragilità di queste infrastrutture; l'attacco ha causato la chiusura di diversi porti per diversi giorni, con un impatto significativo sull'economia australiana.
Per fronteggiare questa minaccia, è necessario non solo sviluppare protocolli avanzati di sicurezza informatica e preparare il personale per gestire emergenze di questa natura, ma anche favorire la collaborazione internazionale tra governi, associazioni di settore, istituzioni navali e organismi ambientali: d’altronde, solo attraverso tavoli di concertazione condivisa è possibile porsi l’obiettivo di stabilire regole comuni e standard condivisi, anche per il tramite di sempre più puntuali interventi del legislatore, coadiuvato dagli attori del comparto economico e dai rappresentanti della collettività.
Basti ricordare al riguardo l’attività che – per il comparto marittimo – sta svolgendo l'associazione internazionale delle società di classificazione navale (IACS), la quale sta lavorando a nuove norme in materia di cyber security che dovrebbero entrare in vigore nell’immediato futuro.
È con questa convinzione, con la consapevolezza della necessità di apportare tanto un contributo propositivo tecnico, quanto di apprestare gli strumenti utili per favorire quel grande tavolo di concertazione tra i vari attori del sistema, che ONTM ha voluto dedicare a questo settore un’attenzione particolare, riunendo in una Commissione Permanente soggetti in grado di ottemperare agli obiettivi che l’Osservatorio si è posto: apportare un contributo di valore in termini di innovazione economica e tecnologica, divulgare e disseminare contenuti di interesse, nonché, cercare di mediare tra gli attori del sistema, tra il comparto produttivo, le istituzioni, la collettività e l’ambiente, per raggiungere – anche sulle tematiche della sicurezza informativa e delle informazioni – un equilibrato contemperamento tra le varie anime di cui è composta la società.
Difatti, non dobbiamo dimenticare come la digitalizzazione del settore marittimo può anche avere un impatto negativo sull'ambiente marino. Può sembrare forse un controsenso, ma dobbiamo ricordare sempre come il digitalizzare le navi, “metterle on-line”, le renda più vulnerabili, in quanto – se non adeguatamente protette – in balia di un mare, quello informatico, ben più imprevedibile di quello che solcano ogni giorno. Al riguardo, basti immaginare un attacco informatico a un sistema di controllo della navigazione di una grande nave cargo: le conseguenze potrebbero essere imprevedibili e devastanti.
È per affrontare queste sfide che si rende necessario sviluppare tecnologie e pratiche sostenibili per la digitalizzazione del settore marittimo; è importante ridurre l'impatto ambientale dei sistemi digitali e sviluppare misure per mitigare i relativi rischi di incidenti. In questa partita l'Italia ha deciso di prendere una posizione chiara, prevedendo nel Piano del Mare e nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza investimenti mirati alla digitalizzazione dei porti e alla tutela ambientale.
Oggi la collettività si trova di fronte a un contesto geopolitico complesso, ricco di rischi a cui devono fare scudo competenza ed esperienza: è un dovere delle Istituzioni e delle Terze Parti porsi quali portatori di competenza e valore, garantendo un costante impegno dedicato alla sicurezza.
Per il Cluster Mare, oltre ai tanti altri attori che oggi spendono le proprie energie per onorare questo impegno, l’Osservatorio Nazionale Tutela del Mare intende mettere a disposizione le competenze ed esperienza della Commissione Permanente ONTM per la Cybersicurezza che ho il piacere di presiedere, accompagnato dagli altri suoi componenti Sebastiano Michele Militti, Pietro Trebisonda, Carmelo Spadaro e Alessandro Rubino, in un’ottica di tutela e salvaguardia dell’economia, della collettività e dell’ambiente.
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