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La diagnosi energetica per l'analisi dei consumi energetici in edilizia

I consumi energetici degli edifici provengono per il 60% circa dalle abitazioni e per il 40% circa dagli edifici ad uso terziario (negozi, centri commerciali, uffici, ecc.). Tuttavia è il settore terziario ad evidenziare un più deciso trend di aumento negli ultimi quindici anni, mentre i consumi del residenziale sono più legati ai fattori climatici (in particolare alle temperature invernali, dato che la quota maggiore dei consumi delle case è legata al riscaldamento)

I consumi energetici degli edifici
I consumi energetici degli edifici provengono per il 60% circa dalle abitazioni e per il 40% circa dagli edifici ad uso terziario (negozi, centri commerciali, uffici, ecc.). Tuttavia è il settore terziario ad evidenziare un più deciso trend di aumento negli ultimi quindici anni, mentre i consumi del residenziale sono più legati ai fattori climatici (in particolare alle temperature invernali, dato che la quota maggiore dei consumi delle case è legata al riscaldamento). I consumi degli edifici sono coperti per il 55% dal gas naturale, per il 30% da energia elettrica prodotta da impianti termoelettrici che utilizzano fonti fossili (esclusa quindi l’elettricità da rinnovabili), per l’8% da derivati del petrolio e solo per il 7% da fonti rinnovabili.

La riabilitazione energetica nell’edilizia
Per loro natura, gli interventi significativi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici implicano lavori agli impianti e alle strutture i cui costi accessori risultano largamente ammortizzati solo se si interviene nel contesto di una più generale iniziativa di ristrutturazione o di manutenzione straordinaria del fabbricato. Annualmente solo una minima parte del parco immobiliare nazionale è interessato da importanti interventi di riqualificazione energetica i quali avvengono principalmente proprio in occasione di programmate più ampie ristrutturazioni. Seguendo, di questo passo, il tasso fisiologico di rinnovamento del comparto edilizio i livelli prefissati dagli obiettivi energetici UE e nazionali saranno raggiunti in tempi largamente eccedenti le scadenze prefissate. La dinamica del comparto edilizio è quindi troppo lenta rispetto agli “impegni 20-20-20” e non basta concentrare gli sforzi sulle nuove edificazioni e sulle programmate ristrutturazioni. Occorre pertanto stimolare e facilitare il processo di riqualificazione energetica delle strutture immobiliari esistenti incrementandone gli interventi rispetto ai ritmi fisiologici di rinnovo del comparto edilizio.

Diagnosi energetica
Per intervenire in maniera oculata e per ottimizzare i risultati ottenibili dagli interventi, i tecnici utilizzano strumenti che consentono loro di avere una chiara idea della prestazione energetica dell'edificio, sulla cui base propongono concreti interventi di miglioramento dell'efficienza energetica. Un primario strumento per lo sviluppo di una consapevolezza sullo “stato energetico” di un edificio analizzato è la Certificazione Energetica il cui attestato è stato recentemente convertito da ACE (attestato di certificazione energetica) ad APE (attestato di prestazione energetica) tramite il D.L. 63/2013. La certificazione energetica è, però, soltanto uno spunto per fare comprendere alcuni elementi anche a coloro che non sono tecnici; una volta acquisita tale conoscenza occorre concretizzare l'impegno a raggiungere un determinato obiettivo di risparmio, per mezzo della Diagnosi Energetica. La diagnosi energetica differisce dalla certificazione energetica proprio perché, oltre a definire lo stato energetico dell'edificio, propone soluzioni di miglioramento dello stato stesso, fondamentali per la fase successiva di progettazione. Sulla base dei risultati della diagnosi, si potranno progettare concretamente gli interventi e, successivamente, la performance energetica sarà ottimizzata grazie ad una gestione dell'edificio tecnicamente ottimale e trasparente da parte degli operatori, tramite i Contratti Servizio Energia a garanzia di risultato.
La diagnosi energetica non è un'operazione banale, in quanto non approcciabile da personale non tecnico ed anche in ambito tecnico non è sempre scontato che le soluzioni proposte per l'ottenimento di un risparmio energetico siano quelle che meglio ottimizzano il rapporto costi-benefici. Da qui l'esigenza per coloro che gestiscono ed amministrano immobili (e relativi inquilini) di rivolgersi a specifiche strutture organizzative, le E.S.Co. (Energy Service Company), che, tramite un know-how specifico sulla materia, sono in grado di condurre le operazioni di diagnosi energetica ed efficientamento energetico, massimizzando le risorse a disposizione e garantendo all'utente finale un risultato sia in termini di risparmio energetico che di messa in sicurezza degli impianti presenti.


Figura 1 – Schema logico ottimizzato per l'efficientamento energetico di edifici

La diagnosi energetica (DE) è definita come una procedura sistematica volta a: fornire un'adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di un'attività o impianto industriale o di servizi pubblici o privati; individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici; riferire al cliente in merito ai risultati. L'operatore o REDE (referente della diagnosi, ossia l'esperto responsabile per la realizzazione della diagnosi energetica), rappresentante della E.S.Co, per mezzo di questo tipo di procedimento, dopo aver dettagliatamente definito la prestazione energetica di un edificio, propone concreti interventi per migliorare la stessa, poiché questo è il fine ultimo della diagnosi; proprio in questo consiste la differenza con la certificazione energetica che, avendo come fine quello di rappresentare la qualità energetica di un sistema edificio/impianto, non propone un miglioramento della prestazione energetica dell'edificio.  

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