La cultura digitale nel settore dell’ambiente costruito: stasi, regressioni e prospettive

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I funzionari e i dirigenti delle amministrazioni pubbliche, segnatamente delle stazioni appaltanti e degli enti concedenti, hanno oggi molte occasioni di aggiornamento e di formazione sul tema della Gestione Informativa Digitale (GID), prevista dal D.Lgs. 36/2023 e s.m.i. (Nuovo Codice Appalti), a iniziare dai corsi offerti dal Ministero per la Funzione Pubblica e dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione, per finire a una miriade di attività legate agli obblighi inerenti alla qualificazione delle stazioni appaltanti, ai programmi formativi contenuti negli atti organizzativi, ai corsi propedeutici alla certificazione degli individui secondo la Legge 4/2013 e la specifica norma UNI della serie 11337.

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Oltre a ciò, esistono ovviamente curriculum che riguardano le ITS Academy, gli Atenei e altro. Occorre, però, domandarsi non tanto che cosa essi possano offrire, data la loro eterogeneità, quanto gli effetti che possano sortire.

Similmente, anche gli attori della domanda privata e dell’offerta privata professionale e imprenditoriale progressivamente saranno oggetto di un comparabile approccio.

La digitalizzazione è un fenomeno che, a livello della narrazione, è stato posto al centro dell’attenzione anche in Italia da una quindicina di anni e, in particolare, in maniera approssimativa, si può affermare che, a partire dal 2014 o dal 2015, esso abbia assunto una concretezza tradottasi anche nei dispositivi di legge, almeno nominalmente, dal 2017.
Il tema è stato anche formalizzato a opera della normativa volontaria, nazionale, sovranazionale, comunitaria, che lo ha sistematizzato.

Senza dubbio, il punto di partenza, il fattore che ha maggiormente contribuito alla acquisizione di familiarità del fenomeno cogli attori del settore è stato il Building Information Modelling, BIM, un acronimo ormai divenuto veicolare per esprimere tout court la digitalizzazione, ma che, al contempo, proprio per la sua, attuale, genericità, è stato espunto dalla legislazione sui contratti pubblici e, di fatto, è stato posposto anche dalle attività in sede CEN e ISO a favore della locuzione Information Management.

D’altra parte, molteplici sono stati, in questi lustri, i risvolti della digitalizzazione, tanto che enumerarli sarebbe una fatica di Sisifo, ma vi sono alcuni fattori che meritano di essere enfatizzati.

Il ruolo dei modelli di simulazione

Il primo di essi riguarda il ruolo dei modelli di simulazione, che sono alla base di quello che, con una certa confusione, è definibile come Digital Twinning che richiederebbe, peraltro, anche la disponibilità di risorse di High Performance Computing, per supportare tempestivamente i processi decisionali a seguito dei flussi informativi recepiti e inoltrati dal sistema preposto al governo di uno o più manufatti, ma, per estensione, pure ai comportamenti dei loro utenti.

Prospetticamente, si dovrebbe pure guardare all’evoluzione del Quantum Computing.

D’altra parte, il cosiddetto Gemello Digitale è, per certi versi, un tentativo di far permanere i Modelli Informativi se non al centro, comunque, entro la partita digitale, non fosse altro che essi permettono in gran parte la percezione umana di ciò che visualizzabile; esso, invero, è ormai proposto dalla scala del singolo prodotto a quella del territorio, dalla fase della ideazione a quella della gestione.

Di là della Modellazione Informativa e della Sensoristica, il Gemello Digitale dipende, però, sostanzialmente dalla qualità dei modelli di interpretazione dei fenomeni, di diversa natura, e dalla gestione delle serie di dati che li alimentano, decretando un netto salto di scala rispetto, appunto, alla nozione di Information Modelling.

Entro questo contesto, emerge la necessità di considerare la natura infrastrutturale di entità astratte, per così dire, come gli spazi dei dati, le ontologie, i dizionari dei dati e altro, per le quali servirebbero investimenti e consensi ingenti.

La tematica, così come quella, interdipendente, dell’Intelligenza Artificiale, specie nella declinazione relativa ai Modelli Linguistici, evidenzia la portata della digitalizzazione, anche nel settore dell’ambiente costruito, al cospetto delle questioni che attengono all’etica, alla società (influendo sui comportamenti dei soggetti), alla proprietà (non solo intellettuale), e così via.

La qual cosa spiega anche l’incidenza della Cyber Sicurezza negli ecosistemi digitali che si stanno configurando.
Tutto ciò conduce a portare i dati al centro delle riflessioni e a interrogarsi sul loro valore, sulla loro disponibilità e sulla loro detenzione, allorché il settore sinora ha coltivato approcci quasi esclusivamente legati ai documenti.

Soprattutto, questa evoluzione della transizione digitale implica che, da un lato, vi sia un novero di risorse umane specializzate da impiegare nel settore specifico, sui versanti tecnici dell’Ingegneria dell’Informazione e della Comunicazione, inesistente e, dall’altro, occorre ammettere che lo sviluppo globale delle tecnologie su alcuni temi (come per i Modelli Linguistici) o su alcuni dispositivi (come per gli Occhiali Intelligenti) appare incessante e difficilmente prevedibile.

Analogamente, lo sforzo crescente per incrementare la comprensibilità dei contenuti informativi prodotti dagli esseri umani da parte delle macchine inizia a dover tenere in conto una diversa capacità di queste ultime di interpretarli in modo non convenzionale e di interagire con gli uomini.

Accanto alla scarsità delle risorse specialistiche e alla loro problematica attrazione verso il settore, il comparto deve registrare con preoccupazione che l’inverno demografico pone a rischio i livelli contemporanei di presenza di risorse intellettuali e manuali tradizionali, valorizzando, in prospettiva, non solo gli scenari, più frequentati, relativi all’Off Site Construction, ma anche quelli, più rari, inerenti a soluzioni capaci di offrire ipotesi progettuali autonomamente e alla automazione e alla robotica nei cantieri.

D’altra parte, molte soluzioni che comportano la presenza di Agenti di Intelligenza Artificiale cominciano a sostituire professioni intellettuali occupate da soggetti laureati o, comunque, dotati di un titolo formativo elevato.

Di là di stratagemmi commerciali relativi alla esigenza di immettere sul mercato nuove formulazioni e nuove terminologie al fine di alimentare l’offerta consulenziale e strumentale, complementare a una azione di banalizzazione dei temi riconosciuti in precedenza, è palese che espressioni quali Digital Twin o Language Model denotino, più profondamente, il bisogno e la preoccupazione attinenti a dinamiche, come quelle demografiche, che spingono a indentificare nella trasformazione digitale l’opportunità di introdurre sistemi di supporto e di delega.

Parimenti, Digital Twin o Large Language Model significano che occorra riportare al centro le teorie relative all’interpretazione dei fenomeni e ai processi cognitivi.

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