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La Corte Costituzionale "boccia" il decreto sulle Grandi Opere

Niente procedure velocizzate, niente efficientismo a tutti i costi e, soprattutto, nessuna spallata alla burocrazia.

La Corte Costituzionale boccia una parte importante dello Sblocca Italia di Renzi, che prevedeva un forte accentramento delle decisioni su appalti per reti ferroviarie, porti ed aeroporti. Accolto un ricorso della Regione Puglia: stante la Costituzione attuale, occorreva una «intesa» tra Stato e Regioni prima di prendere ogni decisione sulle reti strategiche e non era sufficiente una «chiamata in sussidiarieta? senza prevedere un adeguato coinvolgimento regionale»

E quindi: era illegittimo escludere il parere della Conferenza Stato Regioni sul Piano di ammodernamento dll’infrastruttura ferroviaria e delle Regioni sui contratti di programma tra Enac e gestori degli aeroporti di interesse nazionale.

Esulta a questo punto il Governatore pugliese, Michele Emiliano: «E una notizia bomba. La Consulta ritiene che lo Sblocca Italia, nella misura in cui viola l'articolo 117 della Costituzione”.

Ancora una volta si dimostra - a nostro parere - che in questo Paese è impossibile prevedere delle strategie nazionali per quanto riguarda le infrastrutture strategiche, dando priorità al campanilismo locale.

Ma attenzione alle vittore di pirro: i giudici della Corte Costituzionale citando l'art. 117 della costituzione hanno sì richiamato il rispetto di Renzi alle autonomie e competenze dei governi regionali, ma questo articolo è riscritto pienamente nella riforma Boschi: un motivo in più per votarla.