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La corretta installazione delle caldaie a condensazione

Indicazioni e accorgimenti necessari da seguire in fase di installazione delle caldaie a condensazione.

Dove è possibile installare una caldaia a condensazione? Quali sono i parametri che ne influenzano il posizionamento? Esistono dei criteri ben definiti per la scelta del luogo di installazione? Lo smaltimento fumi e condensa come deve essere gestito? Nel presente documento è possibile trovare alcune indicazioni generali per dare risposta a queste domande. 


Con le caldaie a condensazione risparmi energetici, ma occhio alla corretta installazione

Le caldaie a condensazione restano una delle soluzioni per la generazione di calore più apprezzate. Queste infatti, a fronte di un investimento iniziale contenuto e di un’invasività dell’intervento pressoché nulla, consentono di ottenere, da sole, un risparmio in termini di consumo di gas pari al 25 % rispetto a caldaie a gas metano tradizionali (20 % se anch’esse a camera stagna).

Conditio sine qua non” è ovviamente che la caldaia a condensazione sia installata correttamente, funzioni in condizioni ottimali, e che si trovi costantemente in perfetto stato manutentivo.

 

Esempio di caldaia a condensazione.

Figura 1 – Esempio di caldaia a condensazione.

 

Le caldaie a condensazione sono classificabili come caldaie di tipo C, ovvero generatori aventi l’intero circuito di combustione (camera di combustione, presa d’aria, scarico dei fumi) stagno rispetto all’ambiente di installazione. In genere questa tipologia di caldaie sono a tiraggio forzato, e nei condomini devono essere dotati di un sistema di evacuazione individuale dei fumi di tipo sdoppiato o coassiale, o in alternativa dotati di una rete di evacuazione in cui convogliano più caldaie. 

A differenza delle classiche caldaie di tipo C, quelle a condensazione sono però in grado di sfruttare il calore latente di condensazione contenuto nei fumi (caldi perché contengono parte dell’energia termica generata dalla combustione) per pre-riscaldare l’acqua tecnica prima che questa venga immessa all’interno della camera di combustione, rendendo necessaria una minore quantità di combustibile per raggiungere la temperatura di progetto del fluido.

A tal fine, i fumi sono trattenuti all’interno del corpo della caldaia, fin quando il vapore acqueo contenuto al loro interno non sia condensato (circa 56 °C): successivamente i fumi possono essere smaltiti tramite l’apposito sistema di evacuazione, mentre la condensa deve essere convogliata e scaricata nella rete delle acque reflue, a causa della sua acidità.

 

Schema di funzionamento delle caldaie a condensazione.

Figura 2 – Schema di funzionamento delle caldaie a condensazione.

 

La manutenzione delle caldaie a condensazione, deve quindi riguardare, tra le altre cose, non solo il controllo periodico dei fumi, ma anche la rimozione del calcare che può accumularsi all’interno della camera stagna (l’obbligatorietà della manutenzione regolare dell’impianto termico, con frequenza in funzione della tipologia e della potenza della caldaia, è stata sancita tramite il DPR n. 59/2009).

Scopo del presente documento è però quello di fornire indicazioni e accorgimenti necessari da seguire in fase di installazione del sistema di generazione.

 

Generatori di calore: la normativa di riferimento

La progettazione, l’installazione e messa in servizio degli impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione, è normata dalla serie si norme UNI 7129:2015 (“Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e messa in servizio”), composta da 5 parti:

  1. Impianto interno;
  2. Installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione, e aerazione dei locali di installazione;
  3. Sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione;
  4. Messa in servizio degli impianti/apparecchi;
  5. Sistemi per lo scarico delle condense.

La norma fissa i criteri per la costruzione ed i rifacimenti di impianti interni o parte di essi, asserviti ad apparecchi utilizzatori aventi singola potenza termica nominale massima minore o uguale a 35 kW.

Nel caso in cui, per la climatizzazione di edifici/ambienti, la produzione di acqua calda sanitaria o la cottura di cibi, siano necessari apparecchi singoli con potenza termica maggiore di 35 kW, oppure generatori installati in batteria o in cascata fino al raggiungimento di una potenza termica complessiva maggiore di 35 kW,  si ricorre invece alla norma UNI 11528:2014 (“Impianti a gas di portata termica maggiore di 35 kW - Progettazione, installazione e messa in servizio”) applicabile anche in caso di rifacimenti di impianti o parte di essi.

Sono inoltre vigenti, in Italia, il DPR n. 74/2013 “Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari” (in vigore solo nelle regioni che non hanno recepito la direttiva 2002/91/CE) oltre che il già citato DPR n. 59/2009). 

Tre le varie disposizioni fornite, si trovano indicazioni in merito ai rendimenti minimi di combustione ammissibili per l’installazione di nuove caldaie a partire dal 2005. 

Rendimenti minimi di combustione ammissibili

Rendimenti minimi di combustione ammissibili

 

Ciò rende pressoché “obbligatoria” l’installazione di caldaie a condensazione, qualora si volesse mantenere un impianto a combustione: rendimenti così alti sono infatti impossibili da ottenere con caldaie tradizionali. 

Si ha però un’eccezione alla regola: se si vive in un condominio provvisto di canna fumaria collettiva è possibile sostituire le vecchie caldaie con nuove caldaie di tipo tradizionale. La sostituzione con caldaie a condensazione richiederebbe infatti interventi sulle parti comuni, con modifiche impiantistiche, per individuare soluzioni adatte per lo scarico dei fumi e della condensa (interventi comunque realizzabili, qualora il condominio fosse interessato).

Si capisce, quindi, come sia di fondamentale importanza essere bene a conoscenza di tutte le informazioni che possono concorrere all’installazione ottimale di questo tipo di caldaie.

 

Installazione in interno o in esterno

Il primo elemento da considerare è il luogo di installazione della caldaia a condensazione. 

Essendo dotate di camera stagna, non sono soggette ad alcun vincolo in merito alla loro collocazione nei diversi locali dell’edificio, ad eccezione dei box auto (nel rispetto ovviamente dei vincoli posti dallo spazio disponibile).

La norma UNI 7129 specifica che i locali di installazione devono essere aerati o aerabili (e quindi non necessariamente ventilati):

  • Locale aerato: dotato di dispositivi che consentono l’aerazione permanente, i quali possono essere costituiti da una o più aperture comunicanti permanentemente con l’esterno realizzate su pareti perimetrali, serramenti o infissi;
  • Locale aerabile: dotato di dispositivi che consentono l’aerazione quando necessario, i quali possono essere costituiti da generiche aperture apribili e comunicanti direttamente con l’esterno (porte, finestre, porte - finestre, lucernari, ecc), o non direttamente comunicanti con l’esterno, ma comunicanti con almeno due ambienti dotati di aperture apribili comunicanti direttamente con l’esterno.

Nel caso di collegamento diretto con l’esterno si parla di aerazione diretta, la quale può essere realizzata anche tramite condotti singoli le cui caratteristiche generali e le dimensioni sono indicate nel punto 9.2.1 della norma.

Sono esclusi dai dispositivi ammissibili gli elettroaspiratori, in quanto non consentono l’aerazione del locale quando non sono in funzione. Al punto 6.1 è specificato che l’aerazione è ottenibile anche attraverso i “sistemi di ricambio d’aria controllato”, i quali sono in genere progettati insieme all’edificio (l’appendice B1 della norma contiene alcune indicazioni di massima in merito.

L’installazione in interno è generalmente quella preferita, anche se ci sono vantaggi e svantaggi in entrambe le soluzioni.

Caldaia a condensazione interna od esterna: vantaggi e svantaggi-c2r-4.JPG

 

Gli elementi che possono rendere più adatto un ambiente rispetto un altro sono legati al posizionamento e alle caratteristiche della canna fumaria e dei canali di scarico della condensa.

Infatti, come precedente accennato:

  • Il vapore acqueo condensato si trasforma in acqua leggermente acida (PH di 3,5 - 4° a causa della presenza di anidride carbonica nei fumi di combustione del gas metano, acidità paragonabile a quella dell’aceto di vino), che può generare fenomeni corrosivi: si rende quindi essenziale la realizzazione di un sistema di scarico della condensa con condotti resistenti alla corrosione, della cui presenza si deve tenere in considerazione in fase di scelta del posizionamento della caldaia.
  • Conseguenza del processo di condensazione, è la riduzione di temperatura dei fumi di combustione, i quali diventano quindi più pesanti e non sono più in grado di “salire” in autonomia verso la canna fumaria. Si deve quindi prevedere un ventilatore all’interno della canna fumaria, in modo tale da ottenere il tiraggio assistito necessario per la fuoriuscita dei fumi. È bene, inoltre, posizionare la caldaia in prossimità della canna fumaria, o comunque in una posizione che agevoli il tiraggio.
  • La canna fumaria deve inoltre essere realizzata o rivestita internamente in materiale resistente alla corrosione, come PVC o acciaio: i fumi di combustione risalenti la canna fumaria continuano infatti a raffreddarsi, rilasciando ulteriore condensa, anch’essa leggermente acida.
  • Siccome la caldaia a condensazione è a camera stagna, sono necessarie delle prese d’aria per consentire l’entrata dell’aria all’interno della camera di combustione.

...CONTINUA.

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