La chiesa ritrovata “Ad Honorem” come percorso metodologico di restauro sostenibile resiliente
Il progetto e l’esecuzione dei lavori di riparazione danno sisma 2012 con il restauro sostenibile della chiesa di S. Giovanni Battista in Denore (FE), diventano occasione per una verifica metodologica di applicazione del protocollo di sostenibilità ambientale GBC - Historic Bulding con adeguamento liturgico di edifici ecclesiastici storici a completamento di un percorso di resilienza dei complessi parrocchiali.
Percorso metodologico di restauro sostenibile con l’applicazione del protocollo GBC- Historic Building
La storia della chiesa di S. Giovanni Battista in Denore (FE)
I movimenti tellurici che hanno sconvolto l'area emiliana nel maggio e giugno del 2012 hanno evidenziato la fragilità del nostro patrimonio culturale e soprattutto degli edifici di culto, i quali devono essere recuperati in modo sostenibile e resiliente.
Il mastro costruttore aveva dimenticato la fragilità di una terra che per oltre quattro secoli era rimasta immobile.
Quando si perde la memoria di eventi distruttivi del passato, si perde anche la percezione del rischio a cui si è esposti.
Tra il 1570 e il 1572 la città di Ferrara fu sconvolta da violente scosse di terremoto. La lettura dell'articolo di Giorgio Passilonga ci fa capire il livello di distruzione della città: il terremoto aveva portato «desolazione alla città di Ferrara al punto da renderla pressoché deserta» .
La stessa ferita, con distruzione, desolazione e sentimenti di amarezza, ha sconvolto la popolazione emiliana che, dal maggio 2012, porta i segni di un evento sismico che ha colpito al cuore l'identità culturale di un territorio.
Il lavoro di noi Architetti (mastri costruttori) è ora quello di cercare di risanare le ferite provocate dai movimenti tellurici nelle chiese duramente colpite. Tale lavoro dà la possibilità non solo di assicurare un miglioramento sismico degli edifici di culto, ma anche, ove possibile, di procedere a un restauro con applicazione del protocollo di sostenibilità ambientale GBC - Historic Building in una visione resiliente e adeguare liturgicamente o risacralizzare l'intera chiesa.
L'affidamento dell'incarico da parte dell'Arcidiocesi di Ferrara e Comacchio per la riparazione del danno da terremoto del complesso parrocchiale di San Giovanni Battista in Denore è stata ed è occasione per redigere un modello possibile di Restauro sostenibile con applicazione del protocollo GBC-Historic Building e adeguamento liturgico da proporre in edifici ecclesiastici storici, muovendosi nel solco dell’enciclica di Papa Francesco “Laudato Sii”.
L'intento di questo progetto è quello di elaborare una metodologia, verificata sul campo, da potere replicare in chiese storiche, una guida contenente le più importanti indicazioni da seguire in un progetto di restauro sostenibile con adeguamento liturgico partendo dalle aree tematiche che caratterizzano il protocollo GBC-Historic Building.
Il complesso parrocchiale di San Giovanni Battista si trova a Denore, frazione di Ferrara situata lungo il corso del Po di Volano, sulla sponda destra, nei pressi della vecchia via per il mare.
Muovendo dalle indagini necessarie per la comprensione del manufatto, si è proceduto ad un'analisi storico critica della fabbrica andando a individuare le peculiarità artistiche, le stratificazioni e le superfetazioni che nel tempo si sono sovrapposte, per poi riuscire a dare una descrizione morfologica critica basata su documenti. Ricerche e studi necessari che vengono rendicontati nella “Valenza Storica” attivando i crediti di riferimento.
Si ritiene che il toponimo “Denore” (“ad honorem” = “dall’onore”) possa fare riferimento a una vittoria in battaglia dei ferraresi sui ravennati datata 696.
Il Guarini, nel suo «Compendio Historico», dice: «dall’honore ch’ebbero i ferraresi in questa campagna di una vittoria ottenuta contro i ravennati» (14 maggio 696) .
Al 1314 si fa risalire la presenza di un oratorio, fatto ricostruire nel 1617 da don Antonio Crivelli .
Nel “catasto Carafa” (1779) il complesso parrocchiale appare costituito da una chiesa orientata secondo l’asse est-ovest e da una canonica orientata secondo l’asse nord-sud.
L’aggregato architettonico attuale è costituito da diversi edifici realizzati in successione a partire dal 1790 sul sito del complesso preesistente.
Dell'antico complesso parrocchiale non rimane nessuna traccia: gli interventi susseguitisi tra il 1790 e il 1830 hanno comportato la completa demolizione e la successiva ricostruzione sia della chiesa che della canonica, come si evince dalla sovrapposizione delle due mappe catastali, quella del 1779 e quella del 1830.
Questo lavoro è stato necessario per compiere un percorso di attribuzione della chiesa di Denore all’arch. Antonio Foschini, attraverso l'analisi di alcuni edifici progettati e costruiti da quest’ultimo e l’individuazione di analogie stilistiche e planimetriche con l’edificio in parola.
Le notizie, mai confermate dalle poche fonti bibliografiche, sono state rafforzate da un'attenta analisi di molti manoscritti a volte di difficile lettura, utili però a delineare e identificare i tratti caratteristici dell’opera dell’architetto.
La dettagliata analisi storica, la redazione del rilievo architettonico, il percorso di attribuzione della fabbrica ad Antonio Foschini e le indagini materico-strutturali hanno messo in evidenza tutte le addizioni e superfetazioni che, durante i duecentoventi anni di vita della chiesa, sono state realizzate e che, in parte, sono state anche causa del danneggiamento.
Il progetto di restauro sostenibile
Il progetto di riparazione danno e restauro è stato pensato come il minimo intervento possibile per preservare il complesso architettonico senza stravolgere gli equilibri sia della parte decorata che strutturale, tenendo presenti i vincoli e le peculiarità storico-artistiche della chiesa nel rispetto della matericità e del luogo .
Esso è inserito in un contesto agreste al limite ovest dell'abitato di Denore, lungo la strada comunale. La presenza di ampi spazi verdi e le basse costruzioni circostanti fanno spiccare sull'orizzonte la chiesa e il campanile, visibili da tutte le vie di accesso e di attraversamento della zona. Il recupero delle aree esterne tramite la riorganizzazione del sagrato e del verde perimetrale ha dato elementi importanti per la rendicontazione dell’area tematica “Sostenibilità del Sito”.
Lo sviluppo del progetto delle aree esterne tramite la demolizione delle superfetazioni ha permesso di ripensare il deflusso delle acque meteoriche, in un’ottica di risparmio idrico, che verranno recuperate sia per il servizio igienico con spogliatoio e doccia ad uso della comunità, sia per irrigare le nuove siepi che verranno piantumate per delimitare il perimetro della chiesa rispetto ai campi erbosi circonstanti.
Per quanto riguarda l'interno della chiesa, il progetto architettonico di riparazione danno da terremoto con miglioramento sismico e restauro sostenibile tiene presente i fattori storici e cerca di andare a riparare i danni con interventi mirati e rispettosi della fabbrica originaria, mentre per le superfetazioni si è pensato a una demolizione.
Il progetto di miglioramento prevede lavori sulle fondazioni e questo causerà lo smantellamento completo della pavimentazione della navata, delle cappelle, delle nicchie laterali e del presbiterio. I saggi eseguiti sulle fondazioni hanno riportato alla luce, sotto all’attuale pavimento in battuto veneziano, l’antico pavimento in cotto e tracce dell’antica chiesa del X sec. L’idea progettuale è quella di realizzare una nuova pavimentazione che si avvicini il più possibile, come colore e matericità, al pavimento originario in cotto, che non può essere recuperato totalmente a causa delle demolizioni necessarie per gli interventi sulle fondazioni. Il materiale integro potrà essere utilizzato al primo piano, nei vani in cui attualmente non è presente la pavimentazione.
Il materiale scelto per il piano terra è il cocciopesto: in questo modo sarà possibile ripristinare la continuità tipica del battuto veneziano esistente. La tonalità sarà del tutto simile a quella del cotto antico, che non è riproducibile utilizzando un cotto di tipo contemporaneo. In questa fase di lavorazione verranno ricollocate le lapidi delle tombe ritrovate, citate nei documenti storici.
Tramite l’utilizzo di materiali sostenibili, il più possibile regionali, derivanti dall’economia circolare e rispondenti ai Criteri Ambientali Minimi, si potranno rendicontare la salubrità dell’edificio di culto attivando le aree tematiche “Materiali e Risorse” e “Qualità Ambientale Minima”.
I controsoffitti in arellato, non decorati, delle cappelle laterali saranno completamente demoliti, perché gravemente danneggiati, e ricostruiti con la tecnica tradizionale ad una quota superiore originale; in questo modo sarà anche possibile ripristinare le storiche aperture che illuminavano le cappelle e ridare così la completa percezione luminosa che il progettista aveva pensato per la chiesa. Contestualmente saranno chiuse le finestre sul fronte ovest, aperte negli anni '20 del XX secolo.
Nell'area presbiteriale si procederà con la demolizione delle superfetazioni degli anni ‘50-‘60 del XX secolo: l’altare e i gradini, il paramento murario, il ballatoio e la relativa scala di accesso posizionata nella sagrestia; saranno ricostruiti tre gradini per raggiungere l’altare a delimitare l’area del presbiterio e, nell’abside, verranno realizzate due rampe con andamento simile a quello della scala ottocentesca per permettere ai fedeli di avvicinarsi all’ancona raffigurante la Vergine Maria, venerata per la Festa della Candelora.
Il percorso dei fedeli potrà avere inizio a partire dal ministero pastorale; passando attraverso una nuova apertura si accederà al presbiterio, dove si potrà raggiungere con la nuova scala l’ancona della Vergine, per poi proseguire verso la cappella feriale.
Nelle zone di lavorazione di “scuci-cuci” verranno rifatti gli intonaci e ritinteggiate le pareti d'intervento per ridare continuità percettiva alle pareti.
Le decorazioni e gli stucchi in gesso verranno ripristinati seguendo la tecnica originaria ma in sottotono lasciando percepire la ricostruzione contemporanea.
Gli interventi saranno strettamente necessari per dare continuità visiva e decorativa delle singole parti nell'insieme. Al di sopra del cornicione di coronamento della navata sarà posizionata una struttura metallica che fungerà da cordolatura. Il cordolo interno coinciderà esternamente con una fasciatura in acciaio posizionata al di sotto della linea di gronda in connessione con le strutture metalliche messe in opera nel sottotetto.
Il posizionamento di questa fascia metallica è stato pensato in modo da essere il meno visibile, così anche per i paletti capochiave dei tiranti, collocati lateralmente sulle pareti esterne in coincidenza dei muri di spina delle cappelle.
Per quanto riguarda gli esterni, saranno eseguite lavorazioni per ripristinare la continuità della muratura danneggiata tramite scarificature e messa in opera di sacramatura e intonaco a basso spessore.
La lettura dei segni del tempo, delle diverse addizioni e superfetazioni ha fatto sviluppare un progetto di riparazione danno con miglioramento sismico e restauro sostenibile nel completo rispetto della fabbrica di fine '700, ma al contempo di risoluzione delle vulnerabilità che il sisma ha evidenziato in modo prepotente e di riparazione dei danni che l'evento sismico ha procurato.
Il progetto di riparazione danno con Restauro sostenibile così fatto è stata ed è occasione per applicare il protocollo di sostenibilità ambientale Historic Building di GBC che diventa metodologia di sviluppo del progetto ed esecuzione dei lavori e per intervenire anche con un progetto di risacralizzazione della Chiesa di San Giovanni Battista.
L'occasione dei lavori ci dà la possibilità di progettare un adeguamento liturgico che, partendo dal sagrato, ci fa raggiungere il presbiterio passando per i luoghi liturgici.
Il progetto di restauro sostenibile con l’applicazione del protocollo GBC Historic Building è stato sviluppato con un’attenzione particolare nella scelta dei materiali con il recupero di quanto possibile tramite l’applicazione di tecniche costruttive tradizionali, razionalizzando gli impianti, il calore e la luce, la produzione di energia da fonti rinnovabili, che saranno rendicontati nell’area tematica “Energia e Atmosfera”.
Allo stato attuale con la chiusura della design review e la rendicontazione dei crediti in fase di progettazione attestano un livello “oro” di certificazione.
Con l’installazione di pannelli fotovoltaici sull’edificio del ministero pastorale costruito negli anni ‘50 del XX sec. e di pergole fotovoltaiche nel campo erboso adiacente si potrà creare una comunità energetica ecclesiale a completamento del percorso di resilienza che sta compiendo il complesso parrocchiale.
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