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La Casa Insonne: la Smart Home e i Servizi Iperpersonalizzati

Una riflessione del prof. Angelo Ciribini sul tema della Smart Home e dei Living Service

 
"You can learn the behaviors of a household based on their patterns," says Brad Russell, who tracks smart home products for researcher Parks Associates Inc. "One of the most foundational things is occupancy. There's a lot they could do with that".
Bloomberg Quint
 
Smart speakers such as Amazon Echo and Google Home are the most widely-owned smart device among the UK public - despite only being released into the UK market in the last couple of years. More than one in ten (11%) UK adults own a smart speaker, with Amazon Echo dominating. Of those who own smart speakers, almost seven in ten (69%) have an Amazon Echo, with second-placed Google Home some way behind on 19%.
YouGov
 
The connected home segment is still driven by early adopters. Yet, even within this traditionally well-informed group, there is a disconnect between the understanding of individual products and how these can knit together either within categories of devices or the wider connected home.
TechUK

Smart Home e Living Service: l'edificio cognitivo come veicolo di erogazione di servizi iperpersonalizzati

Lo scrivente più volte ha indagato, entro eLux Lab dell'Università degli Studi di Brescia, i temi inerenti agli edifici cognitivi come veicolo di erogazione di servizi al vissuto dei fruitori.
Tra questi un posto non marginale occupa la Smart Home: secondo Moor, digital assistant-based products with integrated Amazon Alexa, Google Assistant and Apple Siri functionality are becoming a necessary "must have" ingredient in every smart home, and their consumer value will only grow as artificial intelligence (AI) and machine learning enhance their usefulness and implementation over the next several years.
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Una gamma di servizi inediti e iperpersonalizzati all'abitante si sta prepotentemente affacciando sul mercato: della Costruzione e dell'Immobiliare?
Di fatto, come rileva Accenture, quei servizi sono tremendamente pervasivi: in the post-digital world, every moment will represent a potential new market of one. It's where demand is communicated instantly and gratification is expected immediately. What's more, both are constantly changing, creating an infinite and never-ending stream of opportunities to be met through business- to-business (B2B) and business-to-consumer (B2C) engagement, as well as in the public sector. The post- digital world is one where technology is the fabric of reality, and companies can use it to meet people wherever they are, at any moment in time—if they rise to the challenge.
 
Il 15 Febbraio 2019 l'Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato gli esiti della ricerca periodica dedicata al mercato della Smart Home, intitolato alla «casa che parla», coll'intento di sottolineare la centralità dei dispositivi vocali (Amazon Echo e Google Home) e, soprattutto, degli Over-The-Top (Amazon, Google e Samsung) che li promuovono.
 
Come osservava BCG, Amazon (with Alexa) and Google (with Google Home) are among the digital giants that recognize that smart speakers and digital assistants serve not only as a gateway into the home but also as a critical control point within the smart-home ecosystem. Moreover, these devices will generate huge sets of data on human behavior, which will prove invaluable to any number of companies. Amazon and Google are not alone, of course. A large variety of players pushing virtual assistants are vying for a piece of this increasingly competitive market.
 
Altri osservatori parlano delle «mura che hanno orecchie».
In ogni caso, come constata YouGov, among smart speaker owners, the greatest appeal of smart appliances in general is that they make life easier.
 
Per riassumere i risultati più significativi della ricerca promossa dal Politecnico, anche a testimoniarne l'eco, così scrive Il Sole 24 Ore:
La quota maggiore di mercato è legata alle soluzioni per la sicurezza, che valgono 130 milioni (35% del totale). In seconda posizione gli smart home speaker, che oltre a generare vendite per 60 milioni (16% del mercato), hanno direttamente o indirettamente trainato buona parte della crescita complessiva. Di poco inferiori le vendite degli elettrodomestici (fra cui spiccano le lavatrici), pari a 55 milioni (14% del totale). Caldaie, termostati e condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione incidono per il 12% del mercato (circa 45 milioni), con un incremento dovuto alla crescente integrazione con gli assistenti vocali e alla possibilità per il consumatore di ottenere benefici importanti in termini di risparmio energetico e comfort. Tra le rimanenti soluzioni spiccano con una crescita del +50% le soluzioni per la gestione dell'illuminazione (lampadine connesse).
Il 59% degli italiani ha sentito parlare almeno una volta di casa intelligente e il 41% possiede almeno un oggetto smart, con le soluzioni per sicurezza (come sensori per porte e finestre) in prima posizione. «Un ruolo importante continua a essere giocato dalle startup che sviluppano soluzioni di "casa connessa": si moltiplicano le collaborazioni con i grandi player e continuano a crescere i finanziamenti erogati dagli investitori istituzionali. Sono 141 le nuove imprese censite a livello internazionale, di cui 102 finanziate, per un totale di 1,5 miliardi di dollari di investimenti raccolti.

Gli Home Speaker al centro del dibattito sulla Smart Home

L'interessante e frequentato evento organizzato dal Politecnico di Milano in occasione della presentazione del rapporto annuale sulla Smart Home giunge in corrispondenza di una indagine di Bloomberg secondo la quale Amazon e Google, attraverso i noti home speaker, raccoglierebbero sistematicamente i dati sugli abitanti e sui loro comportamenti, anche relativamente alle loro ore di sonno, sollecitando i fornitori di dispositivi collegati agli assistenti vocali.
 
Tali assistenti sono stati, peraltro, alla base del convegno e del corrispondente rapporto quali veicoli di interazione tra gli occupanti e le apparecchiature (meccanismi di sicurezza, prese, elettrodomestici, impianti di climatizzazione legati ai termostati intelligenti, apparecchi di illuminazione, cappe di aerazione, ma anche materassi, dispositivi indossabili, indumenti intelligenti, ecc.).
 
Le Giant Tech Company sono, infatti, prepotentemente entrate all'interno di questo mercato, in crescita anche in Italia, sia pure con valori assoluti (380 milioni EUR) nettamente inferiori ai Paesi comparabili, a fronte di una aspettativa sul mercato globale di 100 miliardi USD nel 2020).
Il rapporto sottolinea come molti di coloro che dispongono di un elemento connesso all'interno della propria abitazione ne facciano un sottoutilizzo ed evidenzia in quale misura interconnessione, interoperabilità e integrazione siano categorie sempre maggiormente inscindibili.
 
I rappresentanti dell'Osservatorio del Politecnico di Milano, così come gli esponenti industriali intervenuti, tra cui proprio i rappresentanti di Amazon e di Google, sottolineano, infatti, come lo sviluppo del mercato dipenda dal far divenire il sistema di relazioni tra i dispositivi connessi, tra Domotica e IoT, generatore di servizi inediti alla persona a elevato valore aggiunto.
 
Naturalmente, l'intenzione dei produttori degli assistenti vocali è aggregare attorno a essi il maggior numero di dispositivi e di applicazioni compatibili, per creare un ecosistema digitale unitario, in attesa di raggiungere anche una piena interoperabilità tra i protocolli di interconnessione.
 
Particolarmente rimarchevole è la strategia perseguita da Amazon, secondo BCG: Amazon is unquestionably today's leading player, at least in the US smart-home market. It has the largest market share in terms of devices sold (roughly 70% of the estimated 25 million unit sales in the US to date), and most reviewers give Amazon products a high score for universal compatibility and their ability to control smart-home accessories. Given the company's strategy of developing a commercial platform for all third-party devices and apps, it's no surprise that Amazon's partnership base is expanding.
 
Amazon, attraverso l'Alexa Fund sta, peraltro, investendo nell'Off Site Manufacturing per l'edilizia grazie a Plant Prefabs per porre con ogni probabilità la tecnologia vocale al vertice della casa connessa.
 
Se, tuttavia, una delle finalità primarie consiste nel gestire in maniera ottimale e predittiva il funzionamento e la manutenzione degli apparecchi (a cominciare dai grandi elettrodomestici), molti aspetti salienti vertono sul comportamento degli utenti, sui loro stili di vita, intuibili, appunto, dall'uso di una cappa o dalla chiusura di una serratura: anche nel senso della sorveglianza sanitaria.
 
Ciò che stupisce, a proposito della Smart Home è che all'interno del racconto proposto architetti, installatori e costruttori compaiano solo per ragioni «marginali»: come attori ancora (per poco) principali, ma inefficienti, dei canali di distribuzione e di vendita dei dispositivi e delle piattaforme e come designer delle interfacce oggettuali.
 
Ora, al contrario, è evidente che, non solo per la residenza, il racconto della «casa intelligente» che prescindesse dal Cognitive & Responsive Built Asset e dal Digital Twin spiegherebbe relativamente poco della stessa rilevanza del legame asserito che sussisterebbe tra Internet of Things e Artificial Intelligence nella Smart Home.
 
L'edificio, infatti, non è contenitore passivo dei fruitori e dei dispositivi, non si limita a interagire con essi tramite l'impianto di climatizzazione o quello di illuminazione, bensì contribuisce in maniera determinante ai Living Service.
Prima di tutto, in effetti, si tratta di simulare i flussi di persone e di cose negli spazi entro il cespite immobiliare.
In secondo luogo, l'abilitazione di una persona anziana alle attività quotidiane (oggetto delle nuove polizze assicurative) o il supporto a un programma nutrizionale che coinvolga bilancia, frigorifero, forno e così via (scenario di una offerta di servizi «intelligente») non possono essere concepiti al di fuori degli ambienti costruiti ed eventualmente confinati.
Un analogo, più sofisticato, scenario, che coinvolgeva specchi e armadi connessi, era stato proposto da InnovateUK.

Gemello Digitale: simulare e virtualizzare le prestazioni dell'edificio tanto quanto lo stile di vita

In definitiva, la nozione stessa di gemello digitale, oggi emergente nel settore della Costruzione e dell'Immobiliare, sotto questo profilo, mirerebbe a simulare e a virtualizzare non solo le prestazioni del cespite immobile e degli apparati mobili (o fissi) che in esso sono contenuti, ma anche i comportamenti, le abitudini e gli stili di vita.
È significativo notare come la correlazione tra aspetti comportamentali, nutrizionali e fisiologici connoti davvero la dimensione esistenziale del Connected Living.
 
Sinora il nesso più evidente tra contenitori e contenuti era consistito nel comportamento degli utenti nei confronti degli obiettivi di efficienza energetica dell'edificio le cui prestazioni, in molti casi, erano pregiudicate dai primi.
 
Qui, invece, si tratta di agire direttamente sui bisogni (maslowiani?) dei fruitori, di entrare, addirittura, nei loro vissuti quotidiani.
 
Naturalmente, per quanto riguarda la messa a disposizione di spazi di lavoro, WeWork(WeCompany) ha già offerto ampia dimostrazione di come, in termini di deep learning e di machine learning si possano caratterizzare i luoghi in funzione dei profili degli utenti.
 
Non dissimile tentativo, a proposito delle strutture ricettive, sta compiendo Airbnb.
 
Ulteriormente, IBM, attraverso le relazioni tra Maximo, Tririga e Watson IoT, è certamente in grado di svolgere una sentiment analysis dei fruitori, in apparenza principalmente per migliorare il benessere fisico-ambientale, ma, in ultima analisi, per verificare o per aumentare la produttività degli occupanti.
 
Di fatto, l'obiettivo delle Tech Company è quello di creare una vasta rete di applicazioni coinvolgendo il maggior numero possibile di produttori di gadget, utilizzando le potenzialità del Cloud, dell'IoT e dell'Edge Computing.
 
Ciò che interessa, dunque, alla confluenza tra Building Management System e Smart Home, è comprendere la natura degli Smart Living Service e del ruolo che la filiera tradizionale di committenti e sviluppatori immobiliari, progettisti, produttori di componenti per l'edilizia, distributori commerciali, costruttori potrà svolgere.
È chiaro, infatti, che anche il settore della Costruzione e dell'Immobiliare stia iniziando a produrre braghe, serramenti e altri elementi impiantistici ed edilizi sensorizzati, in grado di agire sia come recettori sia come attuatori.
 
La questione di fondo, tuttavia, consiste non solo nel comprendere in che modo un serramento possa «dialogare» con un aspirapolvere, ma, soprattutto, si tratta di capire dove stia l'entità di regolazione che, al momento, starebbe in una sorta di piattaforma operante attraverso il veicolo degli assistenti vocali.
 
Si potrà, dunque, parlare a una trave o a una parete? Con quale utilità?
Il sistema edilizio-impiantistico in quanto tale dovrebbe, perciò, porsi in relazione con i dispositivi di cui si è discorso, per interagire con la persona, tracciabile all'interno del bene immobiliare.
 
Ovviamente, molte delle riflessioni qui proposte varrebbero alla stessa stregua per l'Integrated Workspace Management System o per altri contesti.
 
Mentre nella versione classica del Digital Twin l'Asset Information Model pareva semplicemente connesso al cespite fisico per aggiornarne il corredo Informativo ai fini manutentori e gestionali, qui si tratta, invece, di virtualizzare funzionamenti e comportamenti.
 
Osserva Accenture: companies ... are figuring out how they can shape the world around people and pick the right moments to offer their products and services. Looking at these companies individually, there is a story of hyper-personalization and on-demand digital services. But the collective enterprise efforts reveal a fundamental shift in how people will experience the world for generations to come. Soon, each individual will have their own reality, and every moment will represent an opportunity for companies to play a role in shaping it.
 
Certamente, il fine ultimo resta poter erogare servizi alla vita degli utenti iperpersonalizzati, in maniera istantanea.
 
Per certo, attribuire a un assistente vocale o a un motore di Intelligenza Artificiale non è la stessa cosa, così come è differente gestire una abitazione da un presidio ospedaliero.
La constatazione per cui, però, il fine stia nell'abitare o nel curare pone, in prospettiva, un problema identitario alla filiera tradizionale, tanto più che molti dispositivi saranno installabili senza il ricorso a terzi.
 
Posto che committenti, progettisti, produttori, esecutori, manutentori dei cespiti immobili non scompariranno né che gli automatismi generativi non li sostituiranno (completamente), che cosa, in realtà, si commissionerà, si concepirà, si realizzerà, si manuterrà?
 
Si è iniziato col dire che, ad esempio, i dati raccolti dall'uso di un elettrodomestico o della singola unità immobiliare possano essere indispensabili per assicurarne i livelli prestaziinali, si è proseguito sostenendo che essi potessero servire ad altri scopi commerciali, si termina col riconoscere che permettano di configurare servizi alla persona.
Di conseguenza, la piattaforma che vi presiede, Platform Ecosystem, inevitabilmente ridurrà a convergenza non solo l'eterogeneità caratteristica della Smart Home, ma pure il prodotto immobiliare che la sottintende.
 
In altre parole, a titolo esemplificativo, elettrodomestici e appartamenti stanno divenendo strumenti per disegnare il vissuto dei cittadini e per creare automatismi (e condizionamenti?).
Non per nulla, secondo YouGov, nel Regno Unito, one reason that people are reluctant to use smart devices may be because of media reports about privacy concerns. Such stories include ones about conversations being recorded and devices – including baby monitors and security cameras – being hacked. While people say they don't use digital assistants because they don't see the need for them, when it comes to concerns about smart appliances, the two biggest worries are hacking and data privacy.
Al contempo, Accenture rileva che consumers now expect their experience to adapt whenever they engage physically, digitally and emotionally. Advanced computing techniques can harness expanding volumes of personal data (e.g., search, social, geo-tagged sensors, payments, shopping carts and speech) to create the magic behind new hyper-personalized experiences.
 
La contesa tra la preoccupazione per la tutela della riservatezza della propria esistenza e la necessità di soddisfare esigenze sempre più individuali costituirà il principale campo di competizione: could we see a future where we are divided into Amazon homes and Google homes? And where do other tech brands – such as Apple and Samsung, as well as utility providers – fit into this?
 
E la filiera tradizionale come si comporterà, laddove le Tech Company spingono per convergenza o integrazione tra universi distinti?
Chiaramente, l'avversità alla cultura del servizio e l'ostilità verso l'integrazione ne fanno il soggetto più debole nella catena degli Hyper-Personalized Connected Living Service.