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La Camera sul Quinto Conto Energia: "un deciso passo indietro rispetto al quarto"

Dopo le critiche degli operatori del settore, delle associazioni ambientaliste, dei sindacati e del Senato, anche la Commissione Ambiente della Camera chiede al Governo di modificare il testo del provvedimento.

Dopo le critiche degli operatori del settore, delle associazioni ambientaliste, dei sindacati e del Senato, anche la Commissione Ambiente della Camera chiede al Governo di modificare il testo del provvedimento.

Infatti nel documento messo a punto dal deputato Salvatore Margiotta (Pd), il decreto viene definito “un deciso passo indietro, che rischia seriamente di scoraggiare il settore delle fonti rinnovabili anche con ingiustificati appesantimenti burocratici”.

A preoccupare la Commissione è la soglia di 12 kWp per l’iscrizione al registro degli impianti incentivati, ritenuta un rischio per lo sviluppo di numerose aziende, la cancellazione del bonus amianto e, più in generale, il taglio del budget complessivo per gli incentivi.

Il sistema, come già previsto dalla precedente normativa, entrerà in vigore al superamento della soglia di 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico (previsto tra luglio e ottobre prossimi) e il 1 gennaio 2013 per il non fotovoltaico.

Viene inoltre introdotto un sistema di controllo e governo dei volumi installati e della relativa spesa complessiva, attraverso un meccanismo di aste competitive per i grandi impianti (superiori a 5 MW) e tramite registri di prenotazione per gli impianti di taglia medio-piccola (sono invece esclusi dai registri i micro impianti).

Un altro punto a sfavore è l’alto costo degli incentivi alle rinnovabili , infatti il presidente dell’ISTAT afferma “la crescita rapida nel settore delle rinnovabili è stata favorita da incentivi estremamente generosi per la generazione elettrica”.

Applicando le tariffe tedesche secondo Enel i costi si ridurrebbero da 3-3,5 miliardi di euro all’anno a meno di 2,5 miliardi avendo dei benefici sul costo della bolletta.

Un altro dei punti critici è lo squilibrio del sistema degli incentivi verso il settore elettrico che danneggia il settore trasporti, il settore termico e penalizza le azioni di risparmio energetico compiute nell’edilizia.

La camera quindi ritiene che la « green economy » sia in nuovo modello di sviluppo verso cui l’Italia deve necessariamente muoversi, anche al fine di garantire gli impegni internazionali assunti nell’ambito della lotta ai cambiamenti climatici, riducendo le emissioni di CO2.

Se è vero che gli incentivi alle rinnovabili pesano per circa il 10% sulla bolletta elettrica - spiega la Commissione -, è altrettanto vero che nel medio periodo i benefici supereranno di gran lunga gli oneri. Per il fotovoltaico si spendono annualmente circa 5,5 miliardi di euro; se tale importo crescesse fino a 7 miliardi di euro, il saldo positivo al 2030 sarebbe veramente notevole.

In conclusione, la Commissione Ambiente della Camera "pur comprendendo l'impostazione generale del Quinto conto energia, che opportunamente punta alla razionalizzazione degli incentivi e quindi alla sostenibilità degli stessi anche sotto il profilo degli oneri generati per i consumatori”, ritiene che vada fatto “uno sforzo ben maggiore per tutelare e salvaguardare la filiera industriale italiana delle rinnovabili, che va consolidandosi sempre più e che in molti casi ha avuto la capacità e il merito di assumere posizioni di assoluto rilievo nel mercato nazionale e internazionale".