La camera dice si alla riforma del lavoro
Riforma del lavoro, la camera ha approvato il ddl
L'Aula della Camera ha approvato in via definitiva il ddl di riforma del mercato del lavoro, con 393 voti favorevoli, 74 contrari e 46 astenuti.
L’articolo 1 del ddl contiene le norme sul lavoro autonomo e in particolare sottolinea che le prestazioni lavorative rese da titolari di Partita Iva sono considerate collaborazioni coordinate e continuative qualora ricorrano, salvo prova contraria del committente, almeno due dei seguenti presupposti:
a) che la collaborazione duri più di 6 mesi nell’arco di un anno;
b) che il corrispettivo derivante da tale collaborazione costituisca più del 75% del reddito del collaboratore nell’arco dello stesso anno;
c) che il collaboratore disponga di una postazione di lavoro presso la sede del committente.
Non tutte le Partite Iva sono però da regolarizzare. Ci sono infatti rapporti di lavoro autonomo che non rappresentano una impropria sostituzione dei contratti di lavoro subordinato.
I soggetti con alte competenze teoriche e tecniche, che fatturano non meno di 18 mila euro annui o che per esercitare la propria professione devono essere iscritti ad un albo possono infatti essere considerate vere Partite Iva.
Per quanto riguarda i compensi, il reddito non deve inferiore a 1,25 volte il livello minimo imponibile ai fini del versamento dei contributi previdenziali. Tale livello minimo imponibile si ottiene moltiplicando per 312 il minimale giornaliero stabilito per gli operai del settore artigianato e commercio, che per il 2012 l’INPS fissa a 45,70 euro.
Le nuove disposizioni si applicano ai rapporti instaurati successivamente alla data di entrata in vigore della legge. In quelli in corso, c’è invece un anno di tempo per consentire l’eventuale regolarizzazione.