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L’uso del BIM nella Pubblica Amministrazione: l’esperienza dell’ASP di Parma

Cecilia Amighetti, Responsabile dell'ufficio tecnico dell’Azienda di servizi alla persona del distretto di Parma, racconta come si sta organizzando l’Ente per adempiere a quanto previsto dal Decreto 312 del 2021 che impone la progressiva adozione del Building Information Modeling (BIM) per gli appalti pubblici.

L’ASP di Parma, che gestisce circa 30 immobili, sta portando avanti un percorso di formazione teorico affiancato all’attività di stesura del capitolato informativo di un’importante gara di progettazione che partirà a breve.

 

Il Bulding Information Modeling nella PA

Arch. Amighetti, vi eravate mai interfacciati con il BIM prima d’ora?

«Personalmente ho partecipato a seminari e convegni sul BIM, ma sempre in modo teorico. Negli anni ho avuto modo di vedere come funzionano i programmi di modellazione informativa, ma all’interno dell’Amministrazione pubblica non li ho mai utilizzati. Sebbene di BIM se ne parli da oltre 15 anni, se non di più, è sempre visto come un tabù. Le scadenze legate all’introduzione obbligatoria di questa metodologia sono sempre state percepite come qualcosa di lontano, anche perché, mediamente, la maturità digitale delle Amministrazioni non è così sviluppata e quindi si è sempre rimandato l’impegno. Anche in questa occasione si poteva procrastinare, dal momento che i progetti che seguiamo non rientrano nell’obbligo normativo, tuttavia ho insistito per avviare questo percorso di formazione cogliendo l’occasione di un progetto importante».

Da quest’anno l’obbligo scatta per le opere di importo pari o superiore ai 15 milioni di euro, avete  in cantiere progetti che raggiungono tale cifra?

«Al momento no, però, in partnership con il Comune di Parma, faremo parte di un importante progetto nell’ambito del PNRR. La progettazione partirà a breve e andrà in appalto nel 2023, proprio quando scatterà l’obbligo dell’uso del BIM per opere di nuova costruzione e interventi su quelle esistenti (eccetto la manutenzione ordinaria e straordinaria) di importo pari o superiore ai 5,35 milioni di euro. Senza considerare che i progetti legati al PNRR promuovono l’uso degli strumenti digitali. Inoltre, molti dei progetti che rientrano nel Piano di Ripresa e Resilienza raggiungeranno quell’importo ed è probabile che tante amministrazioni che, come noi, non si erano attivate, inizino a stretto giro».

In quale progetto è stata coinvolta l’ASP di Parma?

«Abbiamo in cantiere tre progetti che fanno parte del Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare (PINQuA), che a sua volta rientra nella sfera degli interventi finanziati dal PNRR. Il Comune di Parma, in partnership con altri soggetti attuatori, ha presentato un serie di interventi di Housing sociale da 21 milioni di euro finanziati per 15 con fondi PNRR».

 

L’uso del BIM nella Pubblica Amministrazione: l’esperienza dell’ASP di Parma

 

Come vi siete mossi per iniziare il percorso di adozione del BIM?

«Considerata la complessità del tema e preso atto della nostra piccola struttura organizzativa, ho iniziato facendo alcune indagini di mercato per trovare una società di consulenza esterna che ci affiancasse e soprattutto che ci aiutasse a identificare le necessità correlate al nostro Ente».

Pensa che questa attività di consulenza, fatta in modo sartoriale e su misura, sia necessaria per individuare bene le esigenze di ogni singola realtà che inizia ad avvicinarsi al BIM?

«Credo che dipenda molto dalle risorse interne alle singole Amministrazioni. A esempio, nel nostro caso, non sarebbe stato possibile chiedere consigli a un collega esperto, a differenza di realtà pubbliche più grandi e strutturate che possono contare su figure professionali più preparate. A esempio, il Comune di Parma negli ultimi anni ha assunto giovani tecnici che conoscono la materia in quanto l’hanno studiata all’Università». 

 

Il percorso di adozione del BIM

Com’è articolato il percorso formativo? Quante persone coinvolge?

«La formazione è rivolta ai componenti dell’Ufficio tecnico che, oltre alla sottoscritta, comprende anche tre geometri, tutti sui 45 anni d’età, ai due componenti del nostro ufficio contratti e a un collega del Comune di Parma. Il percorso prevede una parte di formazione generale, della durata di due mesi e suddivisa in dieci incontri, volta a inquadrare il tema degli adempimenti preliminari e della redazione dei capitolati informativi, poi stileremo il piano dell’acquisizione degli hardware e dei software necessari all’implementazione del BIM e la redazione dell’atto organizzativo per definire le esigenze informative dell’Ente. La nostra formazione è volta, non tanto alla progettazione in BIM, quanto alla gestione dei modelli digitali che vengono realizzati da progettisti esterni, per questo dobbiamo essere in grado di leggere e verificare i documenti e soprattutto di gestire la fase di appalto e realizzazione dell’opera e infine la gestione dell’immobile».

Che difficoltà state incontrando?

«L’ostacolo principale è rappresentato dalla novità stessa del BIM, poiché si tratta di una modalità di approccio alla progettazione completamente diversa. Tuttavia penso che il lavoro più lungo sarà quello di costruire una libreria personalizzata di oggetti BIM che andremo a standardizzare su tutti i progetti che seguiranno. Nonostante questo, c’è curiosità e sopratutto la consapevolezza dei benefici che porterà l’utilizzo del BIM».


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Le risorse economiche stanziate per questo cambiamento sono sufficienti?

«In parte, anche se non dobbiamo dimenticare che il nuovo Codice degli Appalti, all’articolo 113, ha istituito il Fondo per l’Innovazione, che destina una parte di risorse all'acquisto di beni, strumentazioni e tecnologie funzionali a progetti di innovazione per l'edilizia e le infrastrutture. Le amministrazioni quindi, dipongono di queste risorse accantonate che non possono spendere diversamente».

Senza considerare l’aspetto dell’obbligatorietà, come pensate vi potrà tornare utile il BIM? 

«La principale utilità sarà proprio avere, all’interno di un unico modello, tutte le informazioni dell’edificio, fin dalla sua progettazione. Nel momento in cui, in fase gestionale, serviranno informazioni sul manufatto, non occorrerà più cercare la documentazione cartacea negli archivi. In questo modo, si agevola anche il processo di manutenzione del manufatto e per una realtà come la nostra, è di grande aiuto».

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