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L'importanza dell'approccio BIM oriented nella gestione di patrimoni civili e infrastrutturali

L'importanza dell'approccio BIM oriented nella gestione di patrimoni civili e infrastrutturali

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I recenti accadimenti che hanno coinvolto le infrastrutture viarie sottolineano sempre più l’importanza dell’adozione di metodologie strutturate di reperimento, organizzazione e gestione delle informazioni. Se, da un lato, le nuove tecnologie supportano le scelte progettuali, dall’altro sono sostanziali per poter mantenere in servizio le opere esistenti e gestirne la manutenzione, oltre che le eventuali situazioni di emergenza.

L’asset management e gli approcci BIM oriented in tema di gestione di patrimoni civili e infrastrutturali

Con riferimento al periodo realizzativo ed alle metodologie costruttive della rete infrastrutturale italiana, è oramai assolutamente necessario iniziare un censimento di tutte le opere del territorio. A partire da metodologie ispettive visive speditive può essere effettuata una prima valutazione dello stato di conservazione, basata su linee guida e procedure codificate, sulla base delle risultanze e dei pareri di tecnici esperti, potrà essere valutata la necessità di successivi approfondimenti.

CONSULTA l'ultimo Dossier di INGENIO dedicato alla Sicurezza e durabilità delle INFRASTRUTTURE.  All'interno numerosi esempi di come gli Enti controllano e gestiscono le proprie infrastrutture nonchè articoli sul Bridge Management System, sulla pianificazione della manutenzione, sui nuovi strumenti di monitoraggio, ecc.

In tale contesto, i processi di Digitalizzazione e di Building Information Modeling (BIM) uniti a corrette procedure di reperimento e organizzazione delle informazioni supportano

  • Gestori;
  • Tecnici; 
  • Amministrazioni

fornendo non solo strumenti applicativi, ma anche informazioni strutturate al fine di valutare e controllare le condizioni dei patrimoni infrastrutturali durante l’intero ciclo di vita e di disporre, integrare e visualizzare in modo efficiente le informazioni relative a: 

  • stato di conservazione, 
  • azioni possibili,
  • gestione della manutenzione;
  • eventuali progettazioni (manutenzione ordinaria, interventi di riparazione o locali, interventi di miglioramento, interventi di adeguamento, manutenzione straordinaria, adeguamento sismico, rinforzo, sostituzione)

La professionalità degli ispettori e la necessità di criteri oggettivi nella definizione di criticità ed ammaloramenti

Come accennato in precedenza, per istituire un sistematico approccio alle ispezioni in grado di fornire dati confrontabili e oggettivi, le ispezioni, oltre ad essere eseguite sulla base di linee guida codificate, devono anche essere condotte da tecnici e professionisti con adeguate competenze ed esperienze. In vista di una metodologia applicabile a livello nazionale, si dovrebbero prevedere:

  • corsi di formazione esplicativi dei criteri e delle metodologie contenute nelle linee guida, compreso l’utilizzo della piattaforma informatica prescelta per la registrazione e l’inserimento dei dati di inventario ed ispezione, 
  • ispezioni “sul campo”, ossia ispezioni guida volte ad applicare i criteri ispettivi delle linee guida.

Le esperienze storiche internazionali: il caso degli USA e la standardizzazione BIM 

Nel dicembre 1967, in OHIO, USA, il Silver bridge collassò improvvisamente. Al momento del collasso, sul ponte stavano transitando 37 veicoli, 31 dei quali caddero con il ponte. Vi furono 46 vittime e 9 feriti gravi. Alla gravissima perdita di vite umane, si aggiungeva l’interruzione di una delle principali vie di collegamento dello stato e la diffusione della preoccupazione per tutte le altre strutture della Nazione. Oltre a chiudere le strutture simili al ponte collassato, per permettere di eseguire ispezioni ed accertamenti approfonditi, l’allora Presidente degli Stati Uniti ordinò una campagna di ispezioni a livello nazionale per determinare la sicurezza e l’affidabilità dei ponti della Nazioni. Nel 1967 erano censiti 1,800 ponti, la maggior parte dei quali erano stati progettati per carichi inferiori a quelli a cui erano soggetti. Da quel momento vi fu una decisa volontà politica, con cui venne avviata una metodologia diffusa a livello nazionale, che è tuttora applicata e continuamente aggiornata e integrata. 

Dopo circa 50 anni ci troviamo, in Italia, a dover fronteggiare lo sconvolgente crollo del Ponte Morandi, la tragica perdita di vite umane e le stesse identiche problematiche degli Usa di allora, recentemente aggravate da fenomeni metereologici che peggiorano l’instabilità dei pendii e che causano eventi franosi difficilmente prevedibili, soprattutto se legati all’epoca di realizzazione delle opere, in cui l’attenzione veniva data agli ambiti disciplinari singolarmente, senza una visione integrata delle varie criticità e delle loro interferenze. A ciò si aggiunga la mutata normativa sui carichi di progetto e l’incremento nei flussi di traffico, in particolare del traffico pesante. 

Recentemente il National Institute of Building Science, insieme alla Federal Highway Administration, hanno pubblicato 4 volumi dedicati all’implementazione di flussi informativi, processi e modelli Bim relativi alla digitalizzazione dei ponti, nei differenti contesti progettuali, costruttivi e di asset management. L’obbiettivo di tali pubblicazioni, disponibili gratuitamente consiste nell'identificare procedure interoperabili, cicliche e condivise a livello federale.

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Concludendo...

Monitorare le condizioni e l'operatività delle infrastrutture, non solo delle singole opere d’arte, ma nell’ambito territoriale in cui sono inserite, costituisce un processo complesso e molto impegnativo per qualsiasi amministrazione. Per rendere operativi ed efficaci i processi di digitalizzazione e di Building Information Modeling (BIM) occorre disporre di linee guida codificate per raccogliere i dati necessari e sufficienti al mantenimento dell’infrastruttura, da integrare e visualizzare nell’ambito della gestione della manutenzione.

Foto in alto di Fabio Bussalino