L'impatto dell'AI sulla formazione universitaria degli ingegneri: la nascita di nuove competenze

Evoluzione della formazione ingegneristica nell'era dell'Intelligenza Artificiale

L'intervista realizzata dalla redazione di Ingenio al Prof. Carlo Massimo Casciola, Preside della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma "La Sapienza" durante il convegno organizzato e promosso da Oice "Il futuro nell'ingegneria e nell'architettura" tenutosi il 28 giugno 2024 all'Auditorium Parco della Musica "Ennio Morricone" a Roma. Il suo intervento durante il convegno si è inserito nel dibattito dal nome "Visione futura dell’ingegneria e dell’architettura italiane in Italia e all’estero".

L'introduzione dell'intelligenza artificiale nel mondo della professione tecnica che impatti avrà sulle università e in che modo dovrà cambiare l'insegnamento (ingegneria)?

Prof. Carlo Massimo Casciola

La domanda è abbastanza complessa.  È evidente che queste tecnologie stanno diventando sempre più pervasive e diventeranno strumenti di uso quotidiano, sia per il singolo utente che per la progettazione di sistemi complessi. Ciò comporterà inevitabilmente un cambiamento radicale, trasformando l'intelligenza artificiale in un ausilio imprescindibile che tutti dovremo saper utilizzare.

Per quanto riguarda la formazione, che è strettamente connessa alle mie attività attuali, emergono sfide significative.

In campo ingegneristico, ad esempio, sono convinto che un ingegnere debba conoscere a fondo gli strumenti che utilizza. Questo implica che la crescente pervasività dell'intelligenza artificiale nei vari contesti dell'ingegneria (civile, meccanica, aerospaziale, ambientale, ecc.) richiederà un impegno formativo specifico su questi aspetti. Sarà fondamentale comprendere i principi, le conseguenze e le prospettive legate all'uso di queste tecnologie.

"L'ingegnere avrà competenze specifiche ridotte, ma un ambito di applicabilità più ampio"

Tuttavia, il problema principale è che il tempo a disposizione per la formazione è limitato. Se espandiamo la formazione digitale e in particolare quella sull'intelligenza artificiale, sarà inevitabile ridurre lo spazio dedicato all'approfondimento dei termini tecnici tradizionali. Di conseguenza, ci troveremo probabilmente di fronte a una transizione in cui il nuovo ingegnere avrà competenze specifiche ridotte, ma un ambito di applicabilità più ampio. Una volta acquisita la padronanza degli strumenti di intelligenza artificiale, l'applicazione in diversi campi sarà più uniforme.

Le difficoltà emergeranno quando il problema sarà strettamente tecnico, richiedendo una comprensione approfondita del sistema fisico o ingegneristico specifico. Il rischio è che la formazione degli ingegneri possa essere in parte ridimensionata rispetto a quella a cui siamo abituati. La sfida sarà mantenere l'attuale livello di formazione sugli aspetti fondamentali, ampliando allo stesso tempo la base dei contenuti per integrare queste nuove e necessarie competenze.