Illuminazione | Comfort e Salubrità | Normativa Tecnica | Progettazione | Sicurezza | Sicurezza Lavoro
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L’illuminazione nei luoghi di lavoro: un percorso tra aspetti tecnici e dimensione emotiva

Il contributo si propone di inquadrare la tematica dell'illuminazione nei luoghi di lavoro, in particolare per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, a partire dal riferimento normativo UNI EN 12464-1:2021, puntando l’attenzione sui requisiti fondamentali da considerare per gestire le sorgenti luminose, naturali o artificiali, negli ambienti di lavoro interni fino all’approccio Human Centric Lighting.

I fattori da considerare per un adeguato impianto di illuminazione

Il fattore illuminazione nei luoghi di lavoro, così come d’altronde negli altri ambiti di vita, si risolve spesso in termini di valutazione quantitativa misurata in lux, per garantire, all’interno della cornice normativa, un livello di illuminamento, naturale o artificiale, che deve consentire agli esseri umani di percepire adeguatamente, mediante la vista, il mondo che li circonda, di orientarsi, svolgere attività, interagire con l’ambiente.

Ma, per garantire un'illuminazione adeguata e appropriata, l’approccio strategico non può però certamente fermarsi qui: per la buona pratica di illuminazione è essenziale che siano soddisfatte tutte le esigenze, quantitative e qualitative. La questione è infatti molto più complessa, poiché gli effetti dell’illuminazione sono più sfumati: la luce influenza l'umore, le emozioni e lo stato d'allerta mentale delle persone. Inoltre, può anche sostenere e regolare i ritmi circadiani ed influire sullo stato fisiologico e psicologico.

L'adeguatezza dell’impianto di illuminazione finale progettato, installato e messo in funzione si misura dunque sia in termini tecnici (caratteristiche fisiche della luce – caratteristiche ottiche dell’ambiente) che umani (caratteristiche fisiologiche del sistema visivo – caratteristiche psicologiche e sociali degli esseri umani, anche in rapporto alla peculiarità della popolazione di utenti di riferimento), da considerarsi in interazione tra loro. La luce, infatti, è una grandezza particolare, perché la sua definizione e la sua misura dipendono non solo da quantità fisiche oggettive, ma anche dal meccanismo visivo dell’essere umano, con la sua variabilità soggettiva ed intra-individuale, nel corso delle diverse fasi della vita.

L’approccio progettuale non può, dunque, prescindere dall’analisi dell’interazione

AMBIENTE ILLUMINATO - ATTIVITA’ - PERSONA

andando a costituire un altro tassello importante dell’impianto prevenzionistico, parte vulnerabile o, al contrario, parte strategica. Un'illuminazione adeguata ed appropriata, infatti, permette alle persone di svolgere in modo efficace, accurato e sicuro i compiti visivi, tra cui quelli svolti per un periodo prolungato di tempo e di natura ripetitiva.

Il paradigma interpretativo deve quindi guardare oltre il contenitore vuoto, rapportandosi con le esigenze del lavoro ed alla qualità della prestazione visiva, in equilibrio tra loro, per garantire benessere visivo e prestazione visiva affidabile, interrelando:

  • AMBIENTE (distribuzione delle luminanze, illuminamento, abbagliamento, direzione della luce, resa dei colori, colore apparente della luce, sfarfallamento, etc.);
  • COMPITO VISIVO (Il livello di visibilità e comfort richiesto in un'ampia gamma di posti di lavoro dipende anche dal tipo e dalla durata dell'attività: luminanza, contrasto, dimensione, forma e aspetto dell’oggetti, colore, movimento e tempo di visione, posizione dell’immagine sulla retina);
  • PERSONA (capacità visive, visus motilità oculare, senso cromatico).

In tale ottica, anche il Decreto Legislativo 81/08 e smi impone la progettazione di luoghi di lavoro che consentano un’illuminazione (naturale o artificiale) adeguata a salvaguardare la sicurezza, la salute ed il benessere dei lavoratori. Ma come orientarsi verso questo approccio progettuale e valutativo? Un aiuto importante sui valori di riferimento per i criteri illuminotecnici e gli specifici requisiti arriva dalle norme tecniche, in particolare:

  • UNI EN 12464-1:2021 (Illuminazione per luoghi di lavoro – Parte 1: posti di lavoro in interni);
  • UNI EN 12464-2:2021 (Illuminazione per luoghi di lavoro – Parte 2: posti di lavoro in esterno);
  • UNI EN 1838 e UNI EN 13032-3 (Illuminazione di emergenza);
  • UNI 11165: 2005 (Valutazione dell’abbagliamento molesto con il metodo UGR);
  • UNI 10840: 2007 (Locali scolastici: Criteri generali per l’illuminazione artificiale e naturale);
  • UNI EN 17037: 2019 (Luce diurna degli edifici).

Un supporto è fornito anche dalle:

  • EN 12193 Light and lighting - Sports lighting;
  • EN 12665 Light and lighting - Basic terms and criteria for specifying lighting requirements;
  • EN 60601-2-41:20091) Medical electrical equipment - Part 2-41: Particular requirements for basic safety and essential performance of surgical luminaires and luminaires for diagnosis;
  • EN ISO 9680 Dentistry - Operating lights (ISO 9680);
  • ISO 3864-1 Graphical symbols - Safety colours and safety signs - Part 1: Design principles for safety signs and safety markings;
  • ISO/CIE TS 22012 Light and lighting - Maintenance factor determination - Way of working.

Riferimenti orientativi al fattore luce si trovano anche nel WELL Building Standard, strumento per la promozione della salute e del benessere negli edifici e negli spazi interni a livello globale, attraverso concetti fondamentali basati su tre caratteristiche principali: comportamento, funzionamento e progettazione.

Questo contributo ha l’obiettivo principale di inquadrare il tema dell’illuminazione nei luoghi di lavoro interni con specifica attenzione sugli aspetti normativi. Inoltre, si propone di offrire sollecitazioni per favorire l’accrescimento della consapevolezza sul tema.

 

UNI EN 12464-1: Illuminazione per luoghi di lavoro – posti di lavoro in interni

Per l’illuminazione nei luoghi di lavoro – posti di lavoro in interni la principale norma tecnica di riferimento è la UNI EN 12464-1:2021 (sviluppata dalla sua prima revisione EN 12464-1:2011).

Lo standard specifica i requisiti di illuminazione per persone in posti di lavoro in interni, che corrispondono alle esigenze di comfort visivo e di prestazione visiva di persone aventi capacità oftalmiche (visive) normali o corrette. Sono considerati tutti i compiti visivi abituali, inclusi quelli che comportano l’utilizzo di attrezzature munite di videoterminali.

La norma detta i criteri e le considerazioni per la progettazione illuminotecnica, definendone i requisiti per le aree del compito, le aree di attività, la brillanza del locale e dello spazio per le zone di circolazione all'interno di edifici, per gli spazi comuni, la logistica e magazzini ma anche per svariate attività industriali e artigianali, uffici, vendita al dettaglio, luoghi pubblici, edifici scolastici, locali per la cura della salute, trasporti.

Vengono altresì declinate le procedure di verifica rispetto all’assunzione progettuale e riportate appendici informative su specifici requisiti:

  • Appendice A - Pratica raccomandata riguardante l'implementazione del metodo tabellare dell'UGR (Unified Glare Rating) per situazioni "atipiche”;
  • Appendice B - Informazioni aggiuntive sugli effetti visivi e non visivi (anidolici che non formano immagini) della luce;
  • Appendice C - Considerazioni per la progettazione illuminotecnica – esempi;
  • appendice D - Trasporti, installazioni ferroviarie;
  • appendice E - Deviazioni A.

Nel documento tecnico è dato un ampio riconoscimento alle esigenze illuminotecniche visive e non visive, declinate in termini di quantità e qualità dell'illuminazione per la maggior parte dei posti di lavoro, anche in ottica di usabilità, evidenziando la migliore pratica generalmente riconosciuta per garantire un'illuminazione di buona qualità efficiente ed efficace.

In particolare, vengono individuate tre esigenze umane fondamentali da soddisfare:

  • comfort visivo, quando i lavoratori hanno una sensazione di benessere; indirettamente questo contribuisce anche a ottenere alti livelli di produttività e una più alta qualità del lavoro;
  • prestazione visiva, quando i lavoratori sono in grado di svolgere i loro compiti visivi anche in circostanze difficili e per periodi di tempo più lunghi;
  • sicurezza, quando l’applicazione delle soluzioni di illuminazione proposte può soddisfare, in linea generale, l’esigenza di tutela della sicurezza e la salute delle persone presenti sul luogo di lavoro.

Questo paradigma interpretativo viene tradotto in requisiti e parametri illuminotecnici ed altri criteri per gestire le sorgenti luminose, naturali o artificiali (elettriche o miste), negli ambienti di lavoro interni e nelle zone connesse, che orientano verso ottimali soluzioni di illuminazione seppur con l’intento manifesto di non voler limitare la libertà di sperimentare nuove tecniche o l'utilizzo di attrezzature innovative.

 

Requisiti da considerare

La norma tecnica individua i seguenti criteri che determinano l'ambiente luminoso in relazione all'illuminazione artificiale e a quella naturale:

  • distribuzione della luminanza;
  • illuminamento;
  • abbagliamento;
  • direzionalità della luce, illuminazione nello spazio interno;
  • resa dei colori e aspetto cromatico della luce;
  • sfarfallio;
  • variabilità della luce (livelli e colore della luce).

A questi vanno aggiunti altri parametri ergonomici visivi che influenzano la prestazione visiva, come:

  • le proprietà intrinseche del compito (dimensioni, forma, posizione, colore e riflettanza di dettaglio e sfondo);
  • la capacità oftalmica della persona (acuità visiva, percezione di profondità, percezione cromatica) - (vedere CIE 227 - Per chi ha un difetto alla vista, per esempio chi è sensibile all'abbagliamento, ha difetti di campo visivo, adattamento e ridotta visione di contrasto e colore all'oscuramento, la protezione dall'abbagliamento e la resa dei colori sono fattori particolarmente importanti di cui tenere conto).

 

Distribuzione di luminanza

La distribuzione della luminanza nel campo visivo controlla il livello di adattamento degli occhi che a sua volta influenza la visibilità del compito.

Una luminanza di adattamento ben bilanciata è necessaria per aumentare:

  • l'acuità visiva, cioè nitidezza della visione);
  • la sensibilità al contrasto;
  • l'efficienza delle funzioni oculari, quali accomodamento, convergenza, contrazione pupillare, movimenti oculari, ecc.

La distribuzione della luminanza nel campo visivo influisce anche sul comfort visivo. Conseguentemente si dovrebbe evitare quanto segue:

  • luminanze e contrasti di luminanza troppo elevati che possono causare abbagliamento;
  • variazione di luminanza troppo elevata che provoca fatica a causa del costante riadattamento degli occhi;
  • luminanze e contrasti di luminanza troppo bassi che danno luogo a un ambiente di lavoro monotono e non stimolante.

Per creare una distribuzione della luminanza ben bilanciata, si devono prendere in considerazione le luminanze di tutte le superfici. Esse sono determinate dal fattore di riflessione delle superfici e dal loro illuminamento. I requisiti di brillantezza e riflettanze delle superfici interne, illuminamenti sulle pareti e sul soffitto, sono più complessi a causa della loro dipendenza dalle specifiche caratteristiche dei materiali e dalle posizioni di osservazione, come esposte dalla norma.

 

Illuminamento

Per i requisiti di illuminamento bisogna considerare le aree dei compiti e delle attività, l'area immediatamente circostante e di sfondo, le pareti, il soffitto e gli oggetti nello spazio. L'illuminamento e la sua distribuzione sull'area di lavoro e sull'area immediatamente circostante hanno un grande impatto su quanto velocemente, in sicurezza e comodamente una persona percepisce ed esegue il compito visivo.

La norma indica i valori d'illuminamento per soddisfare le esigenze di comfort e di prestazione visivi, circoscrivendo il rapporto tra l’illuminamento minimo e l’illuminamento medio su una superficie nell’area del compito, nell’area immediatamente circostante e sull’area di fondo , definendone i valori di uniformità, che deve essere declinato tenendo conto dei seguenti fattori:

  • aspetti psico-fisiologici come il comfort visivo e il benessere;
  • requisiti per i compiti visivi;
  • ergonomia visiva;
  • esperienza pratica;
  • contributo alla sicurezza funzionale.

 

L'ARTICOLO CONTINUA NEL PDF IN ALLEGATO...

Nei prossimi paragrafi si parlerà di:

  • Abbagliamento;
  • Illuminazione nello spazio interno;
  • Aspetti cromatici;
  • Sfarfallio ed effetti stroboscopici;
  • Illuminazione delle postazioni di lavoro con attrezzature munite di videoterminali (DSE);
  • Adeguabilità del sistema di illuminazione;
  • Manutenzione ed efficienza energetica;
  • Illuminazione e approccio Human Centric Lighting.

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