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L’efficienza energetica è un obiettivo perseguibile per l’Italia?

Negli ultimi cinquant’anni, il tema dell’efficienza energetica ha assunto un’importanza sempre crescente nel dibattito e nelle politiche energetiche dei Paesi più industrializzati.
La centralità del tema dell’efficienza energetica e i notevoli benefici a esso associati hanno fatto sì che, dal punto di vista normativo-regolatorio, esso acquisisse crescente importanza sui tavoli istituzionali e ha portato l’Unione Europea e i governi dei Paesi membri a pensare a piani strategici di medio-lungo termine per la diffusione dell’efficienza energetica, che prevedessero obiettivi quantitativi e maggiori benefici rispetto al passato.

È con l’obiettivo di migliorare le prestazioni energetiche del settore civile, da anni riconosciuto come uno dei settori a cui imputare i maggiori consumi negli usi finali di energia e delle maggiori emissioni di gas climalteranti a livello europeo e nazionale, che è stata emanata la Direttiva Europea 2002/91/CE, nota come EPBD (Energy Performance of Buildings Directive).

Per quanto riguarda l’Italia, caratterizzata da un parco edilizio poco performante dal punto di vista energetico, la Direttiva ha dato il via ad una serie di azioni e provvedimenti che si sono rivolte all’aggiornamento del quadro legislativo di riferimento e all’adeguamento delle relative norme tecniche. A questa Direttiva è seguita la 2010/31/CE che rafforza l’obiettivo della riduzione dei consumi e impone di rispettare, a partire dal 2018, per i nuovi edifici del settore pubblico, edifici a consumo energetico quasi zero (Nearly Energy Zero Building), e per quelli oggetto di riqualificazioni, risultati di massima efficienza energetica in considerazione del fattore costo/beneficio. Dal 2020 tale obbligo sarà esteso a tutti i nuovi edifici pubblici e privati. Poi la Direttiva 2009/28/EU inerente l’utilizzo delle fonti rinnovabili, per arrivare alla recente 2012/27/UE sull’efficienza energetica recepita dall’Italia a luglio 2014 con il D.lgs 102:2014.

Politica, settore produttivo, società…tutti sono d’accordo: l’efficienza energetica è motore di sviluppo economico, investimenti e occupazione. Il mercato italiano dell'efficienza energetica ha un volume di affari tra il 2 e il 4% del PIL nazionale, con importanti ricadute sulla sicurezza energetica, sui costi dell'energia e sulla sostenibilità ambientale e l'uso razionale delle risorse energetiche.
A fronte di obiettivi e benefici per il Paese chiari e ben delineati, dall’analisi approfondita dello stato attuale di implementazione delle politiche e di diffusione delle tecnologie con potenziali alti e condizioni economiche favorevoli, emerge un divario importante tra l’indirizzo strategico e la sua traduzione operativa. Le difficoltà d’implementazione sono dovute a barriere di diversa natura: culturale, economica, regolatorio-normativa e di tipo tecnologico.
Il sistema normativo che si è venuto a determinare nel nostro Paese è incoerente, inadeguato e contraddittorio. Il recepimento della direttiva 2012/27/UE nell’ordinamento nazionale (D.Lgs. 4 luglio 2014, n.102), consente di compiere un passo importante per il miglioramento dell'efficienza energetica, ma rimane comunque prioritario procedere rapidamente con l’emanazione dei provvedimenti attuativi per consentire le previsioni del decreto stesso. Le ultime due Direttive Europee recepite su efficienza e rinnovabili, ad esempio, rimangono in parte inattuate con almeno 9 provvedimenti nel settore dell’efficienza energetica, 2 tra cogenerazione e conto termico e 8 nel settore delle altre rinnovabili non fotovoltaiche da completare; mancano ancora il DM contente la roadmap per dare esecuzione all’obiettivo di riqualificare energeticamente ogni anno dal 2014 al 2020 almeno il 3% della superficie coperta della Pubblica Amministrazione Centrale, le regole per adempire all'obbligo di rinnovabili negli edifici sono incomplete, quelle sulla contabilizzazione del calore sono estremamente confuse e manca ancora la normativa sugli edifici a emissioni 'quasi zero', gli NZEB.

È quindi opportuno e urgente affinare e sviluppare ulteriormente la strumentazione. “Un primo segnale si comincia a vedere con la costituzione presso il MiSE della Cabina di Regia che vede interessati oltre il MiSE anche il MATTM, l’Agenzia del Demanio, l’ENEA ed il GSE per gestire il tema della riqualificazione energetica degli edifici della PA”. Ma occorre anche una politica di semplificazione in campo normativo per rendere più omogenea la regolamentazione legislativa dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio nazionale.

Forse in questi anni abbiamo pagato il prezzo di una mancanza di cultura, la cultura dell’efficienza. Un segnale dell’importanza delle tematiche legate all’efficienza e alle rinnovabili nel nostro Paese viene anche dalla crescita dell’interesse nei confronti della comunicazione in questo settore.

Quest’anno INGENIO dedica due approfondimenti all’efficienza energetica nell’edilizia, un settore che è destinato ad accrescere la propria importanza nei prossimi anni con ambiziosi obiettivi futuri proprio per recuperare i ritardi accumulati su questo fronte.
In questo primo numero, si è cercato di fornire al lettore uno strumento utile all’analisi delle misure per l’efficienza energetica dal punto di vista normativo-regolatorio, dal punto di vista progettuale, tecnologico, ambientale e dei possibili scenari a medio e lungo termine. Il dossier è articolato in una serie di capitoli con lo scopo di approfondire tali aspetti e problematiche. Il primo ci introduce nel farraginoso mondo del processo normativo italiano, fornendo un quadro aggiornato delle normative e dei regolamenti in vigore in Italia sul tema dell’efficienza energetica e interrogando i principali protagonisti del comparto sulle possibili soluzioni e proposte per ricucire quel divario, cui si accennava precedentemente, tra l’indirizzo strategico e la sua traduzione operativa.

Il secondo, strettamente collegato al primo, ci porta nel complesso mondo delle certificazioni, anche questo caratterizzato da regolamenti e protocolli difformi fra regioni e province autonome e ai problemi legati all’accreditamento e al controllo. “In assenza di controlli, gli attestati, spesso rilasciati a prezzi stracciati senza diagnosi energetiche reali si sono rivelati uno strumento inefficace per promuovere l'efficienza. È possibile oggi perseguire una certificazione energetica seria, indipendente, realmente “terza” e non “aggiustata”, che dica le cose come stanno, che dia davvero suggerimenti di miglioramento, che risponda agli scopi per cui fu introdotta dalla Energy Performance Building Directive?

Progettazione e riqualificazione, costituiscono la parte centrale del dossier. “Il tema dell’edificio che consuma poca energia è da anni oggetto di studio e sperimentazione per la definizione di requisiti progettuali che veicolino una più efficiente prestazione energetica. Vengono richiamati i punti cardine della progettazione di un “nZEB”, ovvero la riduzione del fabbisogno energetico e il suo soddisfacimento tramite energia prodotta da fonti rinnovabili, che comportano delle scelte strategiche volte all’ottimizzazione delle soluzioni di involucro edilizio e all’utilizzo di sistemi impiantistici a basso consumo”.

L’innovazione nel settore dell’edilizia, storicamente caratterizzato da dinamiche imprenditoriali e professionali di tipo artigianale, passa inevitabilmente dall’integrazione sempre più marcata con le tecnologie immateriali. “L’evoluzione degli strumenti informatici e le possibilità di simulazione del comportamento dell’edificio offrono opportunità ormai imprescindibili nella progettazione, soprattutto per la potenzialità di far corrispondere un controllo simultaneo dei costi, necessario per valutazioni costi-benefici”. A livello di materiali l’innovazione è rivolta a un maggior controllo dell’impatto ambientale attraverso l’affermazione di eco compatibilità. “Materiali, processi produttivi, demolizione o gestione del “fine vita” sono tutti aspetti che concorrono alla realizzazione di un progetto e alla sua complessiva sostenibilità ambientale, sociale ed economica”. Questi aspetti vengono solo parzialmente affrontati nel capitolo conclusivo del dossier. Nel secondo dossier saranno approfonditi e trattati in maniera più ampia.

In conclusione quali sono le criticità che emergono da questa analisi? Esse investono diversi aspetti. Comune a tutta la filiera è il problema della qualificazione e formazione delle figure professionali. Esigenza che è stata sollevata a livello comunitario e per cui il nostro Paese è impegnato in specifici tavoli di lavoro e attività in progetti della UE.
Nel settore pubblico occorre rimuovere quegli ostacoli che non consentono alle PA di attivare procedure che coinvolgono le ESCo e quelli relativi alle condizioni poste dal Patto di stabilità e non meno importante la armonizzazione di standard e procedure da utilizzare per i capitolati e bandi di gara. La definizione di contratti con garanzia dei risultati (EPC Energy Performance Contract), rappresenterebbe un importante strumento per garantire al mercato l’efficacia degli interventi. Un mercato che è non ancora preparato per rispondere alle varie specificità richieste da nuove normative, e in cui molti degli stakeholder della filiera richiedono maggiori informazioni “terze” sulle scelte di orientamento tecnologico, chiarimenti per l’attuazione delle normative, in continuo cambiamento, e garanzie di qualità di prodotto, di processo e di risultato. In questo senso si rende necessaria una corretta ed efficace campagna di comunicazione e informazione, fondamentale per stimolare il mercato e un’utenza ancora molto diffidente.
Tuttavia il problema centrale rimane la finanziabilità e/o bancabilità degli interventi. Gli attuali strumenti di incentivazione hanno dato buoni risultati per interventi parziali nel sistema edificio-impianto, ma per rispondere agli impegni del nostro Paese per interventi a “pieno edificio” c’è necessità di trovare nuove formule e nuovi meccanismi di finanziamento. Ci aspettiamo che il recepimento della Direttiva conduca a proposte innovative, come già accaduto in altri Paesi, che consentano di mettere a disposizione il capitale iniziale restituendolo nel tempo grazie ai risparmi energetici ottenuti.

Buona lettura!