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L’arte al servizio del design - Riccardo Dalisi al Cersaie racconta la sua opera

Anche uno scarabocchio fatto in pochi secondi può essere un capolavoro. E anche un foglio di carta bianca, semplicissimo, può essere trasformato in un’opera d’arte. A insegnarlo agli studenti delle scuole secondarie di Bologna è stato, questa mattina al salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno, Riccardo Dalisi. Il grande architetto e designer napoletano, ospite dell’edizione 2013 del Cersaie, è un artista a tutto tondo che ha dimostrato, a partire dalla fine degli anni Sessanta, come tutto possa essere trasformato per diventare una invenzione. “Il primo passo – ha spiegato agli studenti -, è la conoscenza dei materiali: ognuno ha una propria voce. Un progetto di architettura può partire anche dal ritaglio di un foglio di carta”. Foglio che, come ha mostrato Dalisi, può essere trasfigurato dall’estro e dall’inventiva con pochi semplici gesti, con una manualità che precede il pensiero e diventa azione creativa che si manifesta d’impulso.
Ad accogliere Dalisi, nella sala dell’Europauditorium, è stata Anna Zannoni, presidente della Commissione Formazione di Confindustria Ceramica. “La scuola per noi – ha detto Zannoni -, è molto importante. E soprattutto è importante il legame con le imprese, con il sistema produttivo”. L’incontro tra Dalisi e gli studenti fa parte infatti di un percorso di formazione e rapporto di collaborazione tra sistema scolastico e aziende che per Confindustria Ceramica costituisce una leva di competitività. Per l’artista, molto applaudito, ogni materiale, anche il più povero, può essere utilizzato e plasmato. Sia esso carta, cartoncino, legno, cartapesta e persino filo spinato. “Anche da un errore – dice Dalisi -, può nascere un’opera artistica. Una goccia di colore che cade inavvertitamente può diventare altro, una creazione”.
Così è anche per la ceramica, rivista e ripensata fino a diventare materiale sul quale sperimentare innovazioni stilistiche. Così per la cartapesta, che si trasforma in sedie. O per il filo di ferro, capace di assumere le forme di una scultura. “Anche i materiali più poveri – ha spiegato l’artista agli studenti –, si prestano ad essere usati per una progettazione immediata, per un metodo inventivo diverso. Un progetto dovrebbe sempre nascere della passione, da un desiderio di creare che anticipa il progetto di analisi”. E’ così che, circondato da studenti chiamati a sperimentare la progettazione immediata con fogli e cartoncini, che Dalisi ha impartito la sua lezione “alla rovescia”. L’impulso genuino per Dalisi è importante, perché è da quell’impulso “che nasce qualcosa di fresco, di non troppo pensato”. E quel qualcosa di fresco può essere di volta in volta un gioiello, una poltrona, una sedia, una lampada, un divano. Qualcosa che sovverte, che stimola l’intelletto. E diventa un pezzo importante di un made in Italy fatto di estro.