L’agorà é la grande sfida per l’architettura moderna

L’Agorà nell’era digitale: alla ricerca di una visione rinnovata di Comunità e Sostenibilità

Nella frenesia della società contemporanea, segnata da un incessante flusso di rumori, immagini e messaggi, la nozione dell’agorà - quel luogo di incontro tra lo spazio pubblico e privato dove un tempo fiorivano dialogo, bene comune e valori condivisi - sembra sfuggirci.

Questa perdita segnala non solo un cambiamento nel modo in cui interagiamo tra di noi, ma anche nella qualità e sostanza delle nostre interazioni.

La comparsa dei social media, piuttosto che fungere da nuove agorà, ha spesso dato vita a spazi saturi di passioni collettive e aggressività, lontani dall’essere luoghi di costruzione comunitaria attraverso il dialogo.

Tali spazi digitali tendono ad amplificare un desiderio di predominio piuttosto che di fraternità, trasformando il “diverso” da concittadino a nemico.

In questo contesto, le questioni di sviluppo sociale, che attraversano indistintamente le barriere di età, classe e potere economico, diventano arena di scontri per la prevaricazione, dove concetti come la fraternità vengono sacrificati sull’altare di una libertà e uguaglianza solo apparenti.

Di fronte a questo scenario, chi progetta le nostre città e spazi si imbatte nel compito arduo di offrire alternative reali che valorizzino l’umanità attraverso la promozione di relazioni autentiche e rispettose.

Molti architetti e pianificatori urbani si confrontano con questa sfida, tentando di codificare nelle loro opere un equilibrio tra spazio fisico e virtuale, tra individuo e comunità. Questo sforzo si traduce nella progettazione di città che, a seconda delle interpretazioni, risultano essere o troppo diffuse o eccessivamente compatte. Sembra prevalere una ricerca geometrica e metrica rispetto ad obiettivi biosociali che si nutrono di altri valori.

La vera sfida risiede nell’incorporare nella nostra architettura e pianificazione urbana una dimensione di sostenibilità che vada oltre il semplice aspetto ambientale.

Riconoscendo l’importanza di reintegrare l’agorà nella vita moderna, dobbiamo puntare verso un’architettura che sia veramente sostenibile - non solo dal punto di vista ecologico, ma anche sociale.

ARCHITETTURA COMUNITARIA
"Per me, riconoscere lo spazio significa riconoscere un'intera comunità," afferma l'architetto Riken Yamamoto. "L'attuale approccio architettonico enfatizza la privacy, negando la necessità di relazioni sociali. Tuttavia, possiamo ancora onorare la libertà di ogni individuo vivendo insieme nello spazio architettonico come una repubblica, promuovendo l'armonia tra culture e fasi della vita." Riken Yamamoto è il 53° vincitore del Premio Pritzker

Questo significa creare spazi che favoriscano il ritorno a un dialogo costruttivo, che nutrano la comunità e promuovano un senso di appartenenza e condivisione. Gli spazi urbani dovrebbero essere progettati per essere inclusivi, promuovendo l’interazione tra diversi strati sociali e culturali, e dovrebbero essere accessibili a tutti, riducendo così le barriere fisiche e sociali che attualmente ci dividono.

Incorporare la sostenibilità significa anche utilizzare materiali ecocompatibili, promuovere la biodiversità urbana, e progettare città che siano resilienti ai cambiamenti climatici. Ma significa anche creare spazi che facilitino stili di vita sostenibili per i cittadini, con accesso a trasporti pubblici efficienti, spazi verdi fruibili e servizi di comunità che supportino una vita equilibrata e salutare.

In conclusione, credo che questa sia la sfida per l'architettura moderna, saper trovare le soluzioni che stimolino una nuova fraternità sociale: l’agorà moderna deve essere un luogo dove la tecnologia serve a unire piuttosto che dividere, dove l’architettura promuove la sostenibilità in tutte le sue forme, e dove il valore dell’umanità è al centro del nostro spazio e del nostro dialogo.

Solo attraverso un impegno collettivo verso questi ideali potremo sperare di ritrovare l’agorà perduta, creando così una società più giusta, equa e sostenibile per le generazioni future.