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Italia: primo posto al mondo per l’utilizzo di energia da solare fotovoltaico

Coperto l’8% dei consumi energetici secondo IEA, seguono Grecia con il 7,4% e Germania con il 7,1%. La crescita maggiore del mercato si registra tuttavia in Cina.
 
Il primato del nostro paese, nello sfruttamento di energia solare tramite fotovoltaico, viene sancito dai dati raccolti nel report elaborato dal Photovoltaic Power System Programme (PVPS) dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA): un’organizzazione intergovernativa dell’Ocse di cui fanno parte 29 tra i paesi più industrializzati al mondo.
Il programma IEA-PVPS è volto alla raccolta di informazioni da enti governativi ufficiali e fonti del settore affidabili. Le informazioni sui paesi al di fuori della rete IEA-PVPS vengono reperite attraverso la rete del settore, associazioni industriali, IRENA e REN21.
I dati raccolti fino al Dicembre 2015, sono stati elaborati e divulgati nel rapporto "Snapshot of Global PV Markets" del 2016 (che è possibile leggere integralmente a questo indirizzo), con lo scopo di fornire un’attenta descrizione delle tendenze a cui va incontro lo sviluppo del mercato fotovoltaico globale.
 
Secondo tale rapporto, il mercato del fotovoltaico è in continua crescita: alla fine del 2015 è stato registrato un aumento di 50 GW di potenza installata che ha portato al raggiungimento della soglia dei 227 GW di capacità fotovoltaica globale.
Al raggiungimento di tale traguardo hanno contribuito maggiormente i paesi asiatici (per il 57% circa), in particolare la Cina, con un aumento della potenza installata di 15,2 GW, e il Giappone con 11,0 GW. Di seguito troviamo il Nord America, che da solo ha contribuito per il 16% allo sviluppo del mercato; l’Europa, che ha contribuito con l’8%; i restanti paesi del mondo, che complessivamente hanno contribuito alla crescita con un 19%.
 
Per quanto riguarda invece la percentuale di copertura del fabbisogno di energia elettrica mondiale, derivante dallo sfruttamento di energia solare tramite fotovoltaico, le stime indicano che si attesta globalmente intorno all’1,3%. In questo caso è l’Italia il paese che ha fornito il contributo maggiore, con circa l’8% del fabbisogno energetico coperto grazie allo sfruttamento di tale fonte rinnovabile. Sul podio, al secondo e terzo posto, abbiamo rispettivamente la Grecia con il 7,4% e la Germania con il 7,1%. La Cina e gli USA sono tra i paesi con la più bassa percentuale di copertura del fabbisogno energetico da fotovoltaico, rispettivamente l’1% e meno dell’1%, in ogni caso con valori al di sotto della media.
Ottimo risultato per l’Italia anche nella distribuzione pro capite del solare fotovoltaico, si aggiudica un secondo posto, superata solo dalla Germania e seguita dal Belgio.
 
Dai dati raccolti emerge sicuramente una netta superiorità dei paesi asiatici nel mercato del fotovoltaico, di cui si sono aggiudicati la fetta più grossa. E’ sicuramente un indice della volontà di governi e industrie di investire molto in questo settore, un chiaro segno del fatto che si istalla molto e si fabbrica molto: basta considerare, ad esempio, che tre delle cinque società che si spartiscono la top five 2015 dei maggiori produttori di moduli e celle sono cinesi (Trina Solar, JinkoSolar, JA Solar).
L’Unione Europea e gli Stati Uniti rimangono ben distanti dalle performance sino-giapponesi, con 7 GW di crescita ciascuno, ma mentre per gli Usa si tratta di un dato in aumento, per l’UE rappresenta un valore in negativo in termini crescita assoluta, ovvero meno 18% da un anno all’altro.
Nonostante ciò, nel vecchio Continente gli investimenti fatti in passato e le agevolazioni per l’installazione hanno lasciato un segno positivo. Infatti, per quanto riguarda il contributo del fotovoltaico al fabbisogno elettrico, il podio è tutto europeo con l’Italia in testa.
 
Nello specifico però, il fotovoltaico italiano ha registrato nel 2015 una diminuzione del 32% della potenza degli impianti entrati in esercizio rispetto a quella del medesimo periodo del 2014, con un totale di 270 MW installati. In seguito a ciò, molte critiche sono arrivate al Governo per il fatto che i contributi ai combustibili fossili sono cresciuti mentre il sostegno alle rinnovabili diminuiva a causa dei tagli retroattivi agli incentivi per le rinnovabili contenuti nel decreto Competitività. Tuttavia, da un’analisi più accurata, si evince che oggi il maggior contributo alla crescita di tale settore nel nostro paese arriva non più dalle mega centrali, ma dagli impianti con potenza di picco sino a 20 kW tipiche del residenziale e dei fabbricati (rappresentano il 64% del totale installato del 2015), grazie al supporto di alcuni meccanismi previsti tra cui quello dei TEE e quello sull’autoconsumo, anche se alcuni sostengono che le revisioni apportate ad entrambi gli strumenti (primi fra tutti i SEU) e che inevitabilmente penalizzeranno il comparto.