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Isolare dall’interno: una valida alternativa al cappotto. Ma occhio alla corretta progettazione!

Non sempre è possibile installare un cappotto termico esterno. In quei casi è possibile, direi doveroso, ricorrere all’isolamento interno che può assicurare gli stessi vantaggi di risparmio energetico del cappotto ma che richiede una progettazione più attenta e raffinata.

I mostri-bolletta

Come ogni giorno apri con noncuranza la buchetta della posta ma oggi, improvvisamente, dal buio di quella piccola fessura estrai un mostro a due teste: la bolletta del gas e della corrente elettrica. Lentamente le sfogli, neanche fosse l’ultima mano del poker e… sbam!, parte il colpo, dritto al cuore, o meglio al portafoglio “Ma quanto mi costa riscaldare questa casa!”. Già, l’energia costa, e te ne accorgi solo ora perché devi pagare una bolletta estremamente alta.
Ma in realtà l’energia che consumi la stai pagando da anni, in silenzio, senza accorgertene. La stai pagando con i cambiamenti climatici che stanno inaridendo la terra, che hanno trasformato in trombe d’aria il nostro solito venticello, che hanno reso torrenti impetuosi e pericolosi i nostri placidi fiumi. La stai pagando con la siccità che sconvolge l’agricoltura e la nostra sopravvivenza. La stai pagando con il ricatto che un dittatore sanguinario può importi: il silenzio in cambio della dose giornaliera di gas. La stai pagando con le tante guerre inventate per assicurarsi una boccata di petrolio, la stai pagando con l’inquinamento che ti soffoca i polmoni. Eppure te ne accorgi solo ora perché ti tocca il portafoglio.

L’energia ha un alto costo sociale, ambientale ed economico. Il 40% dell’energia l’utilizziamo per scaldare e raffrescare la nostra casa. Troppa. Così nel 2010 la Comunità Europea ha lanciato una sfida epocale: azzerare l’energia necessaria a scaldare le nostre case, costruendole o ristrutturandole secondo un concetto rivoluzionario che si chiama nZEB, ossia case ad energia quasi zero. Sembra un sogno e invece è realtà, democratica, accessibile a tutti.
Ed ora che ti sei reso conto di quanto costa l’energia posso dirti che in una casa nZEB le bollette riportano questa cifra da pagare: € 0,00. Perché nZEB significa bolletta a costo zero!

 

Coibentare necesse

Partiamo da qui. La tua caldaia si accende quando la temperatura di casa si abbassa sotto i 20 °C. La temperatura si abbassa perché il calore esce verso l’esterno che si trova ad una temperatura inferiore.
Il flusso di questo calore lo si può ridurre o (quasi) fermare. Come? Isolando le pareti a contatto con l’esterno (tralasciamo per semplicità le finestre ma il concetto è lo stesso). Come? O con un cappotto esterno o con un isolamento interno. Cosa significa isolare? Isolare significa aggiungere alla parete esistente un pannello realizzato con materiale isolante che limiti il flusso di calore.
Infatti la formula che esplicita il fenomeno fisico del flusso di calore la possiamo scrivere così:

q = A U ΔT

dove A rappresenta la superficie disperdente, ΔT la differenza di temperatura fra l’interno e l’esterno e U la trasmittanza, cioè la proprietà delle pareti di limitare il passaggio di calore. Per diminuire q difficilmente possiamo diminuire la superficie disperdente A (specie in una ristrutturazione di un edificio esistente) né possiamo alzare la temperatura esterna (a meno di non essere imparentati con l’Altissimo.) Per cui il solo valore su cui, da progettisti, possiamo intervenire rimane la trasmittanza U: più il valore della trasmittanza è basso e più la parete limita il passaggio di calore, e meno la casa consuma. Da qui si comprende l’importanza strategica dell’isolamento termico proprio perché la funzione dell’isolamento è abbassare il valore della trasmittanza U iniziale della parete e quindi la dispersione q di calore verso l’esterno.
Isolare necesse. Sempre e comunque. Ma meglio isolare da dentro o mettere un cappotto esterno?

 

Dentro o fuori?

Meglio isolare una parete esternamente con un cappotto termico o isolarla dall’interno?
Risposta (imprevista): in termini energetici le due soluzioni sono assolutamente analoghe. Raggiungono, cioè, il medesimo risultato di diminuzione del flusso termico.
Vediamo di spiegare il perché con un esempio: prendiamo in considerazione la classica parete a due teste in mattoni pieni a faccia a vista (conduttività λ= 0.781 W/mK e spessore s = 25 cm) e la coibentiamo con un pannello in lana di roccia (conduttività λ= 0.036 W/mK e spessore s = 10 cm). Sia che posizioniamo il pannello sulla faccia esterna del muro in mattoni (fig. 1), sia che lo posizioniamo sulla faccia interna (fig. 3), il valore della trasmittanza U non cambia.

 

  

  

Pertanto. il risultato in termini di riduzione del flusso termico (cioè della dispersione di calore) è il medesimo nei due casi.
In termini energetici dentro o fuori non fa differenza. E questa è una bellissima notizia! Perché?
Perché talvolta non è possibile installare un cappotto termico esterno per una lunga teoria di motivi: perché la casa è vincolata, perché esternamente presenta una bella tessitura muraria a faccia vista, perché l’assemblea condominiale non ci dà il permesso, o perché perché perché.
Ma dato che ora ci siamo resi conto che “coibentare necesse” (la bolletta-mostro a due teste è ancora lì che si agita sul tavolo) allora isoliamo le nostre pareti dall’interno e diminuiamo così la nostra bolletta energetica come se avessimo messo un cappotto esterno.
Ripetiamo: in termini di risparmio energetico le soluzioni dentro e fuori danno una risposta identica.
Possiamo allora dire che non c’è alcuna differenza fra loro?
No. Non lo possiamo dire. (Fermo immagine. Silenzio stupito. Stacco). Perché?
Semplicemente perché non è vero.

 

Possibilmente fuori… ma meglio dentro che niente

Se in termini squisitamente energetici le due soluzioni sono analoghe, sotto tanti altri aspetti il cappotto esterno, quando possibile, è sicuramente da preferire. Ma questo, ribadisco, non significa che l’isolamento interno vada evitato. No. Significa unicamente che (come vedremo) l’isolamento interno richiede una progettazione più attenta e raffinata.

 

Il comportamento termo-igrometrico

Un primo aspetto problematico per l’isolamento termico interno è dato dal comportamento termo-igrometrico della parete.
Se analizziamo il comportamento legato al flusso di vapore attraverso la parete con cappotto esterno (fig. 2), notiamo immediatamente che la parete non è soggetta al rischio di una condensa interstiziale, cioè della formazione della condensa (e quindi di acqua) all’interno della parete. Sappiamo che la condensa interstiziale è oltremodo pericolosa e dannosa e la sua formazione rappresenta un serio rischio per la resistenza meccanica della parete e per la sua resistenza termica. Va assolutamente evitata.

   

  

Invece il rischio di condensa interstiziale può presentarsi nel caso di coibentazione interna in quanto il vapore che migra per diffusione attraverso la parete (dall’interno verso l’esterno in inverno), in corrispondenza dell’interfaccia posta fra il pannello isolante e la parete in mattoni, può raffreddarsi rapidamente e condensare. L’acqua che si forma bagna dall’interno la parete e causa i danni indicati sopra (fig. 4).

 

  

Talvolta nell’ambito di un anno solare la condensa accumulata rievapora interamente e quindi la parete si asciuga. Altre volte (come l’esempio in fig. 5), no ed è allora necessario prendere dei provvedimenti progettuali.

 

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