Investimenti di pedoni e ciclisti urbani: non dipende solo dalla distrazione degli automobilisti
Tanti morti sulle strisce pedonali e la colpa sembra essere sempre dell’automobilista. Riflessioni per una visione più ampia che coinvolga le amministrazioni nelle scelte che portano a una sicurezza più alta nelle strade urbane.
Riflessioni su Sicurezza Stradale e Urbanistica: oltre la Distrattezza dei Guidatori
Nel febbraio 2024, l'Italia ha registrato un tragico primato: 42 pedoni hanno perso la vita sulle strade, portando il bilancio a 76 vittime dall'inizio dell'anno.
Questi dati, forniti dall'Osservatorio Asaps, mettono in evidenza una situazione allarmante, accentuata dalla vulnerabilità degli anziani, come dimostrano gli incidenti mortali che hanno coinvolto persone oltre i 65 anni.
La tendenza a incolpare i guidatori di auto per distrazione è comprensibile, ma non può essere l'unica risposta a una questione tanto complessa.
È cruciale considerare il ruolo dell'urbanistica nelle dinamiche di sicurezza stradale. Le strade delle nostre città presentano spesso caratteristiche che aumentano il rischio di incidenti: striscie pedonali mal illuminate, posizionate vicino ad incroci o curve pericolose, l'innesto delle striscie pedonali con spazi di parcheggio che, se occupati da veicoli ingombranti come SUV o furgoni, nascondono l'accesso dei pedoni.
A questo si aggiunge la distrazione dei pedoni stessi, che attraversano le strade mentre parlano al telefono, senza prendere le dovute precauzioni.
Infine, malgrado il codice della strada prevede che i ciclisti attraversino le strisce pedonali a piedi, questo non accade quasi mai, e l’inserimento in strada è quanto mai veloce rispetto ai pedoni.
Questo scenario richiede una riflessione approfondita e un cambio di paradigma nella progettazione della sicurezza urbana e stradale.
Per quanto riguarda gli attraversamenti pedonali è necessario considerare una revisione del codice della strada che non si limiti a regolamentare il comportamento degli automobilisti, ma riguardi anche ciclisti e pedoni e, soprattutto, riconsideri l'intera infrastruttura urbana.
La soluzione potrebbe risiedere nell'implementazione di meno strisce pedonali ma più sicure: meglio illuminate, più visibili, e posizionate in punti strategici che minimizzino i rischi per pedoni e guidatori. In particolare mi riferisco agli attraversamenti pedonali delle strade che confluiscono nelle rotonde: spesso sono troppo vicine alle rotonde stesse, e questo crea un pericolo sia per i pedoni, che rischiano di non essere visti, che per le auto, che dovendo frenare improvvisamente in curva possono creare situazioni di tamponamento.
434 morti sulle strisce pedonali nel 2023
Nel 2023, l'Italia ha registrato 434 morti tra i pedoni investiti sulle strade, secondo le statistiche fornite dall'Osservatorio Asaps. Questo bilancio sottolinea la gravità della situazione e l'importanza di indirizzare l'attenzione non solo sul comportamento dei guidatori ma anche sull'infrastruttura e l'urbanistica delle città per migliorare la sicurezza stradale
Non solo i pedoni, anche i ciclisti
La problematica non si limita ai pedoni. Anche i ciclisti urbani contribuiscono alla complessità del traffico cittadino, spesso circolando senza luci, contromano, o ignorando i segnali stradali, mettendo a rischio la propria sicurezza e quella degli altri.
Questo comportamento aumenta la pressione sui guidatori, che si trovano a dover gestire situazioni potenzialmente pericolose causate non solo dalla propria distrazione, ma anche dall'imprevedibilità degli altri utenti della strada.
Eppure non mi è mai capitato di vedere un vigile urbano nell’azione di sanzionare un ciclista che gira a fari spenti, o che attraversa delle strisce pedonali senza scendere dalla bicicletta, oppure che si infila nel cosiddetto angolo cieco dei camion.
La soluzione a questa crisi di sicurezza stradale richiede un approccio olistico che vada oltre la semplice penalizzazione della distrazione alla guida.
È necessario un impegno congiunto da parte delle autorità locali, dei progettisti urbani e della comunità, per creare un ambiente stradale che garantisca la sicurezza di tutti gli utenti.
Attraverso l'implementazione di misure infrastrutturali adeguate, la promozione di una maggiore consapevolezza sulle questioni di sicurezza e la revisione delle normative vigenti, possiamo sperare di ridurre significativamente il numero di incidenti e vittime sulle nostre strade.
La sicurezza stradale è una responsabilità collettiva che richiede azioni concrete e una visione lungimirante per proteggere la vita di tutti gli utenti della strada che non può essere basata solo su azioni sanzionatorie riguardanti i soli automobilisti.
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