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Internet of Things per la sicurezza degli edifici e delle infrastrutture

Intervista a Marco Bonvino, CEO Sysdev

Il mondo dei sensori è in continuo sviluppo trovando applicazioni sempre più specifiche e variegate. Grazie all’ Internet of Things (IoT) nascono ogni giorno soluzioni innovative capaci di migliorare non solo il vivere quotidiano ma anche la sicurezza delle opere che ci stanno attorno.

È questo l’obiettivo primario del SHBox, la soluzione, proposta dalla start-up Sysdev, per il monitoraggio strutturale (Structural Health Monitoring – SHM) di edifici e infrastrutture (ponti viadotti, gallerie, ecc.)

Per conoscere meglio di cosa si tratta abbiamo intervistato Marco Bonvino, CEO Sysdev.

Ci può spiegare che cos’è esattamente l’SHBox e come funziona?
SHBox è la prima scatola nera delle infrastrutture. Dotata di sensori wireless è in grado di monitorare il massimo numero di parametri fisici (deformazione, temperatura, inclinazione, evento sismico) dei singoli elementi strutturali. I dati raccolti dai sensori vengono aggregati ed elaborati direttamente tramite una piattaforma cloud in modo tale da ricostruire l’immagine virtuale della realtà monitorata.

Quali applicazioni può avere? E quali i vantaggi dall’utilizzo di questi dispositivi?
La soluzione trova applicazione nel monitoraggio strutturale di edifici e infrastrutture (ponti, viadotti, gallerie,…).

L’utilizzo di SHBox consente di:
- valutare lo stato di salute e l’integrità di una struttura a distanza e con grande risoluzione, grazie al numero di sensori dispiegati

- ricostruire nel tempo la storia di un edificio o di una struttura

- migliorare la resilienza del territorio artificiale, cioè la sua capacità di tornare funzionale dopo un evento catastrofico

Che tipo di dato viene registrato e da chi viene elaborato?
Il sistema misura le variazioni di deformazione, inclinazione, temperatura e in caso di evento sismico registra i principali parametri caratteristici. Le informazioni raccolte dai sensori vengono inviate ad uno strutturista/tecnico incaricato della gestione delle strutture al quale spetta il compito di valutare in merito.

Sappiamo che le SHBox sono state applicate ad una scuola Torinese. Può raccontarci brevemente questa esperienza?
Nell’ambito del progetto Torino Living Lab promosso dal Comune di Torino, abbiamo proposto una sperimentazione delle nostre soluzioni all’interno del quartiere Campidoglio. Il progetto prevede la copertura del quartiere tramite tecnologia LoRa e il monitoraggio strutturale e ambientale (CO2, temperatura, umidità, intensità illuminazione, colorimetria illuminazione) di un edificio scolastico.

Quali sviluppi vi attendete per la SHBox?
Puntiamo a diventare un player di riferimento per le applicazioni di monitoraggio strutturale basate su tecnologia IoT (Internet of Things). Siamo già attivi sul mercato italiano e ci stiamo affacciando ai mercati esteri.

Sysdev è una start-up nata nel 2015 e incubata presso I3P - l'Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino. Quale ruolo deve avere, oggi, l’università nei confronti dell’innovazione?
L’università e in particolare gli incubatori devono favorire sempre di più l’innovazione. Il supporto di un incubatore universitario è fondamentale nelle prime fasi di vita per mettere a fuoco il modello di business e la strategia di crescita dell’azienda. Grazie a I3P siamo riusciti a trovare un partner industriale (A.DI.CO.M Group) che ha creduto in noi e ha deciso di investire.
Questo è un esempio tangibile e concreto di come il supporto di un incubatore può portare, in tempi rapidi, a sviluppi importanti per una start-up.