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Installazione di una unità VMC decentralizzata in un condominio

In questo breve articolo sono descritte le fasi di installazione di una unità di VMC decentralizzata in un piccolo alloggio all’interno di un condominio.

Il caso studio

Il caso studio riguarda un appartamento di circa 60 m2 all’interno di un piccolo condominio costruito nell’anno 2008. Esso si trova in zona climatica E in una località con 2.322 Gradi Giorno ed è stato acquistato nell’anno 2021; precedentemente non era mai stato abitato.

La struttura portante è intelaiata con tamponamenti “prevalentemente” in laterizio, anche se alcune pareti leggermente curve sono state interamente realizzate in cemento armato. Gli infissi sono in alluminio e vetrocamera; sembrano avere una buona tenuta all’aria ed un eccellente potere fonoisolante perché riducono in maniera ottima alcuni forti rumori di traffico provenienti dall’esterno.

Al momento della prima occupazione l’immobile si trovava in un ottimo stato. Le pareti erano perfettamente conservate e non presentavano alcun segno di umidità, così come il soffitto in parte confinante con un appartamento al piano superiore e in parte destinato a copertura piana. In figura 1 è riportata la planimetria dell’appartamento.

  

Figura 1 – Planimetria dell’appartamento di cui si tratta in questo articolo.
Figura 1 – Planimetria dell’appartamento di cui si tratta in questo articolo. (@V. Raisa)

  

Dopo circa un anno di occupazione il proprietario – unico abitante che dorme nella stanza da letto grande - lamenta un pronunciato problema di proliferazione di muffe in prossimità di un angolo freddo della stanza da letto piccola, dietro un armadio.

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In figura 2 sono riportate le foto scattate al momento del ritrovamento, in occasione di alcune fasi di pulizia, al termine della prima stagione invernale.

Il proprietario affermava di essere a conoscenza del rischio di formazione di muffe in edifici con infissi ad elevata tenuta all’aria. Per questo non ha mai steso i panni bagnati in casa ed ha sempre utilizzato la cappa di cucina durante le fasi di cottura dei cibi. Aveva controllato ripetutamente, nel corso dei mesi freddi, lo stato di conservazione degli angoli delle strutture del suo appartamento, ma solo in alto.

Non aveva pensato che il problema potesse manifestarsi anche in basso e non era mai stato insospettito da eventuali odori sgradevoli nemmeno provenienti dall’interno dell’armadio. Tuttavia, quando lo ha spostato, ha riscontrato che i pannelli di legno adiacenti alle pareti erano molto umidi e in parte ricoperti di muffa sia esternamente che internamente.

Le cose presenti dentro avevano in qualche modo nascosto le parti compromesse dall’umidità, per cui non se ne era accorto. Inoltre, la porzione di pavimento adiacente all’angolo della camera era completamente bagnato ed anch’esso in parte ricoperto di muffa. Vista la situazione e la conformazione del suo appartamento ha deciso di installare un sistema di VMC non canalizzato, bilanciato e con recupero di calore continuativo, per il momento nell’unica stanza interessata dal problema.

    

Figura 2 – Dettagli delle pareti e del pavimento della stanza piccola (a sinistra) e di un pannello dell’armadio (a destra) nei tratti interessati dalla formazione di muffa.
Figura 2 – Dettagli delle pareti e del pavimento della stanza piccola (a sinistra) e di un pannello dell’armadio (a destra) nei tratti interessati dalla formazione di muffa. (@V. Raisa)

  

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Le fasi di installazione della VMC

L’installazione dell’unità di VMC decentralizzata è stata compiuta da un elettricista che la aveva acquistata presso un distributore di materiale idraulico della zona, su incarico del cliente.

FASE 1

Prima di tutto il cliente ha deciso il punto esatto del muro esterno sul quale voleva posizionare la centrale.

FASE 2

Successivamente è stata individuata la dima di montaggio (figura 3) nello scatolone contenente tutto il materiale; utilizzando una bolla, essa è stata fissata al muro in maniera molto precisa tramite del nastro carta e così l’installatore ha determinato con accuratezza i punti in cui effettuare i due carotaggi (per la presa d’aria esterna e per l’espulsione) e in cui fissare le viti di sostegno.

  

Figura 3 – Dima di installazione a sinistra e foto del momento in cui la dima viene attaccata al muro con del nastro carta a destra. La dima viene posizionata in posizione orizzontale tramite l’ausilio della bolla.
Figura 3 – Dima di installazione a sinistra e foto del momento in cui la dima viene attaccata al muro con del nastro carta a destra. La dima viene posizionata in posizione orizzontale tramite l’ausilio della bolla. (@V. Raisa)

  

FASE 3

L’installatore ha poi proceduto ad effettuare i due carotaggi (foto 4) in questo caso del diametro da 10 cm (per una specifica ragione illustrata nel prosieguo). In altri casi possono essere realizzati anche carotaggi di soli 8 cm di diametro.

  

Figura 4 – Vista dei fori realizzati nel muro (a sinistra) e vista esterna della medesima parete sulla quale sono stati effettuati i carotaggi (a destra). Al momento dello scatto fotografico ne era stato realizzato solamente uno, visibile nella parte alta del muro di colore giallo. L’area esterna adiacente era stata transennata per evitare problemi legati alla caduta degli inerti raccolti nello scatolone visibile in basso, al di sotto del foro.
Figura 4 – Vista dei fori realizzati nel muro (a sinistra) e vista esterna della medesima parete sulla quale sono stati effettuati i carotaggi (a destra). Al momento dello scatto fotografico ne era stato realizzato solamente uno, visibile nella parte alta del muro di colore giallo. L’area esterna adiacente era stata transennata per evitare problemi legati alla caduta degli inerti raccolti nello scatolone visibile in basso, al di sotto del foro. (@V. Raisa)

  

FASE 4

L’installatore ha poi proceduto ad inserire dei brevi tratti di canale all’interno dei buchi realizzati e successivamente ha infilato nei medesimi delle griglie con diametro pari a 10 cm piegate, munite di cordicella, fino a farle uscire all’esterno.

 Solo in quel momento ha tirato il breve tratto di corda, favorendo l’apertura delle griglie che così hanno aderito alla muratura esterna. Successivamente ha sigillato la superficie tra muratura e canale con apposito materiale per evitare trafilamenti indesiderati. Le griglie pieghevoli sono disponibili in commercio con un diametro minimo di 10 cm, motivo questo che ha indotto ad eseguire i carotaggi di questa misura – come anticipato nella descrizione della FASE 3 - e non di quella standard di 8 cm.

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Il proprietario ha autorizzato la pubblicazione delle fotografie realizzate durante lo svolgimento dei lavori.

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