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Inottemperanza all'ordine di demolizione: conseguenze, acquisizione al patrimonio comunale, sanzione pecuniaria

L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha fornito diversi e importanti chiarimenti sulla natura dell'illecito della mancata ottemperanza all'ordine di demolizione e sul connesso atto di acquisizione al patrimonio comunale.

L'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato si è espressa - dopo la richiesta avvenuta con pronuncia 3974/2023 del 19 aprile - su diversi, spinosi e importanti punti inerenti le conseguenze dell'illecito della mancata ottemperanza all'ordine di demolizione (cioè quando non si provvede a mettere in pristino la 'situazione' abusiva).

Mancata ottemperanza all'ordine di demolizione: i nuovi principi di diritto

Nella sentenza 16/2023, quindi, sono stati enunciati questi principi di diritto:

  • a) la mancata ottemperanza all’ordine di demolizione entro il termine da esso fissato comporta la perduranza di una situazione contro le regole e costituisce un illecito amministrativo omissivo "propter rem", distinto dal precedente ‘primo’ illecito - avente anche rilevanza penale - commesso con la realizzazione delle opere abusive;
  • b) la mancata ottemperanza - anche da parte del nudo proprietario - all'ordinanza di demolizione entro il termine previsto dall’art. 31 comma 3 del dpr 380/2001, impone l’emanazione dell’atto di acquisizione del bene al patrimonio comunale, tranne il caso in cui sia stata formulata l’istanza prevista dall’art. 36 del medesimo Testo Unico o sia stata dedotta e comprovata la non imputabilità dell’inottemperanza;
  • c) l’atto di acquisizione del bene al patrimonio comunale, emesso ai sensi dell’art. 31 comma 3 del dpr 380/2001, ha natura dichiarativa e comporta - in base alle regole dell’obbligo "propter rem" - l’acquisto ipso iure del bene identificato nell’ordinanza di demolizione alla scadenza del termine di 90 giorni fissato con l’ordinanza di demolizione. Qualora per la prima volta sia con esso identificata l’area ulteriore acquisita, in aggiunta al manufatto abusivo, l’ordinanza ha natura parzialmente costitutiva in relazione solo a quest’ultima (comportando una fattispecie a formazione progressiva);
  • d) l’inottemperanza all’ordinanza di demolizione comporta la novazione oggettiva dell’obbligo del responsabile o del suo avente causa di ripristinare la legalità violata, poiché, a seguito dell’acquisto del bene da parte dell’Amministrazione, egli non può più demolire il manufatto abusivo e deve rimborsare all’Amministrazione le spese da essa sostenute per effettuare la demolizione d’ufficio, salva la possibilità che essa consenta anche in seguito che la demolizione venga posta in essere dal privato;
  • e) la sanzione pecuniaria prevista dall’art. 31 comma 4-bis del TUE non può essere irrogata nei confronti di chi - prima dell’entrata in vigore della legge 164/2014 - abbia già fatto decorrere inutilmente il termine di 90 giorni e sia risultato inottemperante all’ordine di demolizione, pur se tale inottemperanza sia stata accertata dopo la sua entrata in vigore.

Abusi edilizi: il comune può optare per demolizione d'ufficio, ingiunzione di demolizione o sanzione pecuniaria

Il Testo Unico Edilizia prevede, in relazione alla gravità dell'abuso, tre tipi diversi di sanzione: demolizione d'ufficio, ordine di demolizione, sanzione pecuniaria e acquisizione gratuita al patrimonio comunale, tendenzialmente applicabili in via alternativa ovvero consequenziale.


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Abuso Edilizio

L'abuso edilizio rappresenta la realizzazione di opere senza permessi o in contrasto con le concessioni esistenti, spaziando da costruzioni non autorizzate ad ampliamenti e modifiche illegali. Questo comporta rischi di sanzioni e demolizioni, oltre a compromettere la sicurezza e l’ordine urbano. Regolarizzare tali abusi richiede conformità alle normative urbanistiche, essenziale per la legalità e il valore immobiliare.

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